venerdì 6 agosto 2010

IL PACCHETTO SICUREZZA UCCIDE!


Lo scorso 20 luglio la questura di Bologna ha deportato in Nigeria una ragazza di 23 anni, Faith Aiworo, dove era stata condannata per aver reagito ad un tentativo di stupro da parte del suo datore di lavoro, un uomo ricco e potente, uccidendolo.
Faith era stata rinchiusa nel Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di via Mattei a Bologna, dopo che i vicini avevano chiamato la polizia sentendo le sue grida di aiuto perchè un suo connazionale cercava di violentarla. La polizia intervenuta sul posto ha pensato bene di arrestarla perché non aveva il permesso di soggiorno. Dopo due settimane di detenzione è stata rimpatriata in Nigeria, dove è già stata arrestata e potrebbe essere impiccata a breve per volere di un governo corrotto e complice del peggior colonialismo occidentale. E questo nonostante avesse già presentato domanda di asilo politico.
Benché l’Italia sia uno dei paesi promotori della moratoria contro la pena di morte, lo stato razzista italiano non ha esitato a consegnare ai suoi assassini una donna che ha saputo reagire alla violenza maschile.

UN’ALTRA DONNA, SENEGALESE, RISCHIA L’ESPULSIONE
Ngom, un’altra donna immigrata, senegalese e madre di sei figli, arrivata in Italia dodici anni fa dopo esser fuggita da un marito violento, è da giorni rinchiusa nel Cie di Bologna in attesa che un giudice di pace decida (il prossimo 12 agosto) se accettare il ricorso contro l’espulsione o eseguire gli ordini della questura di La Spezia e rimandarla in Senegal dal marito-aguzzino.
Per quanto tempo ancora intendiamo tollerare la presenza dei Cie – lager di Stato in cui le donne sono spesso sottoposte a ricatti sessuali, molestie e violenze per poi essere rimpatriate col rischio di essere addirittura uccise?

MOBILITIAMOCI PER SALVARE FAITH E NGOM!
Per protestare con le ambasciate dei paesi complici delle deportazioni:
-ambasciata nigeriana (Roma) 06683931
-ambasciata senegalese (Roma) 066865212/066872353