sabato 25 agosto 2012

ILVA: LAVORO, SICUREZZA E AMBIENTE NON SONO QUESTIONI DISGIUNTE!

La chiusura dello stabilimento ILVA di Taranto, disposta dallla magistratura a causa della rilevata pericolosità per la salute degli operai e della cittadinanza, è un atto dovuto e senza dubbio ritardatario rispetto ad una situazione che si è protratta per interi decenni senza che nessuno si sia mai impegnato seriamente nella battaglia per la sicurezza sul lavoro e per la salute pubblica.
Ma in prima persona vi sono gli operai dell'ILVA i quali, costretti dal ricatto del padron RIVA  e limitati nella lotta da dirigenti sindacali conniventi se non addirittura corrotti, hanno messo seriamente a rischio la propria vita per riuscire a mantenere le rispettive famiglie.
La chiusura dello stabilimento di Taranto ha però determinato la fermata delle attività lavorative e di conseguenza la perdita del posto di lvoro per migliaia di operai e la crisi di altri stabilimenti del padron Riva e di tutto l'indotto che rotea attorno alla lavorazione dell'acciaio.
 Se lo staabilimento venisse definitivamente fermato ci si guadagnerebbe in salute e in difesa dell'ambiente ma allo stesso tempo si perderebbero i posti di lavoro.

Si tratta di una contraddizione, è vero, una delle tante contraddizioni di questo sistema basato sul profitto di un pugno di parassiti. E' una contraddizione che però non è antagonista all'interno delle masse popolari, anzi! Questa relativa contraddizione che sembrerebbe mettere operai contro cittadini che reclamano il diritto alla salute, in realtà unisce e non certo divide. Unisce perchè la battaglia per la salute e l'ambiente è la stessa che milioni di operai devono affrontare in relazione alla sicurezza sui posti di lavoro.
L'impianto deve essere messo a norma di modo chce si possa continuare, nella sicurezza e nella salute pubblica, l'attività produttiva di un degli stabilimenti più importanti d'europa. Le migliia di lavoratori che svolgono le loro mansioni negli stabilimenti devono poter continuare a lavorare sicuri e allo stesso modo le loro famiglie devono godere di uno dei diritti fondamentali di ogni cittadino: il diritto alla salute !

IL padron Riva e chiunque fosse stato implicato nelle varie e sporche  operazioni di raggiro , corruzione e speculazione sulla pelle degli operai e dei cittadini di Taranto, deve pagare sia intermini di risanamento degli impianti, che in termini penali! Non dimentichiamo i vari servi e servetti della politica i quali in tutti questi anni non hanno mai alzato un dito per intervenire sulla grave situazione ambientale e lavorativa e che anzi, hanno fatto "pappa e ciccia" con i padroni regalando loro uno stabilimento che era dello Stato e cioè (come dovrebbe essere ma non lo è) di tutti gli italiani.
Rimane la questione del mantenimento del posto di lavoro ed anchce qui, il padron Riva e i suoi scagnozzi devono garantire lo stipendio alle migliaia di persaone ferme a causa delle sue  mortali speculazioni tese soltanto al profitto.
La lotta deve essere questa! Una lotta che unisce tutta la cittadidanza tarantina e quella degli altri siti in cui il padrone pèossiede gli impianti. Questa contraddizione unisce e non divide. E' l'occasione per poter condurre una vera lotta di popolo: operai, studenti e famiglie in piazza e in occupazione nello stabiimento contro i padroni assassini e  questo sistema infame!