mercoledì 25 novembre 2009

sabato 21 novembre 2009

Nessuna sala pubblica, nessuno spazio cittadino deve essere lasciato in mano ai fascisti!


Nessuna sala pubblica, nessuno spazio cittadino deve essere lasciato in mano ai fascisti!

I consiglieri della lista NO EURO, Stefania Franchi e Renzo Rebellino hanno subdolamente usato la loro posizione di eletti in consiglio circoscrizionale per ottenere la concessione della sala consigliare in favore dei neofascisti di Forza Nuova per una conferenza alla quale avrebbe dovuto presenziare, oltre a Roberto Fiore, anche Nick Griffin, noto neonazista e negazionista inglese, parlamentare europeo con il BNP (British National Party). Ancora una volta i fascisti hanno tentato di approfittare delle crepe della democrazia borghese per cercare di legittimarsi nel panorama politico e sociale del nostro paese. Ancora una volta, seduti tra i banchi degli organismi elettivi, consiglieri che all’atto del loro insediamento, hanno giurato sulla Costituzione nata dalla Resistenza partigiana, hanno lavorato dietro al paravento della democrazia per sdoganare i fascisti e per offrire loro gli spazi che altrimenti non potrebbero ottenere. La giunta, sotto le pressioni degli antifascisti torinesi, ha dovuto revocare all’ultimo momento la concessione della sala tenendola occupata con una commissione sulla “influenza suina”. Un espediente che la giunta ha dovuto inventarsi per riparare, in fretta e furia, alla grave mancanza di vigilanza antifascista all’interno dell’organismo elettivo.
Gli antifascisti torinesi, dopo avere partecipato con un presidio al consiglio durante il quale il presidente annunciava la revoca della concessione della sala ai fascisti, confermavano la loro presenza anche per la sera seguente, data della conferenza di Fiore e Griffin. I fascisti, per bocca del loro infame esponente torinese Saija, si dicevano comunque decisi ad utilizzare la sala consigliare anche senza la concessione della giunta o a dare luogo alla loro conferenza nel piazzale antistante. Al presidio davanti alla circoscrizione, ad attendere i fascisti che codardamente, non si sono fatti vivi, erano presenti, alcune sezioni dell’ANPI, esponenti dell’Ernesto, i nostri compagni del CCP (Collettivo Comunista Piemontese), del GDA (Gruppo d’Azione Torino) e il CSOA Askatasuna. I neofascisti non si sono presentati e per la loro sporca iniziativa hanno dovuto ripiegare all’Hotel Royal di corso Regina Margherita dove sono stati costretti a rintanarsi come topi di fogna protetti da centinaia di poliziotti e carabinieri. Nessuna sala pubblica quindi ai fascisti! L’antifascismo popolare ha mostrato la sua efficacia e smascherato gli antifascisti di facciata, quelli che seduti sui banchi delle istituzioni, stravolgono il principio di Democrazia in nome di una riappacificazione nazionale cara soltanto ai padroni e ai loro servi.
I fiancheggiatori dei fascisti, mascherati dietro a liste civetta sostenute economicamente dalla banda di fascisti, razzisti, mafiosi, clericali e avventurieri capeggiata da Berlusconi, devono essere denunciati e non deve essere lasciata loro tregua! La giunta della circoscrizione 10 deve costringere i consiglieri Rebellino e Franchi a rassegnare le loro dimissioni in quanto spergiuri e nemici della Costituzione! E’ soltanto grazie alla Resistenza partigiana se i consiglieri possono sedere dietro i banchi delle istituzioni repubblicane ed è alla discriminante antifascista inserita nella Costituzione che loro devono tenere fede, altrimenti se ne vadano! La Democrazia per la quale migliaia di donne e di uomini hanno dato la loro vita combattendo i fascisti e i nazisti deve essere difesa e non interpretata a seconda delle necessità di bottega!
I fascisti e i razzisti non hanno nessun diritto democratico e sono messi al bando dalla Costituzione! Chi non si schiera con forza contro di loro ne diventa complice!

ORA E SEMPRE RESISTENZA!



CCP (Collettivo Comunista Piemontese) G.D.A (Gruppo Di Azione Torino) Via Spotorno 4 Torino

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colcompiemonte@yahoo.it tel.3476558445 www.collcompiemonte.blogspot.com

venerdì 20 novembre 2009

Torino 20.11.2009 ORE 19,00 STRADA COMUNALE CASTELLO DI MIRAFIORI n°7 PRESIDIO ANTIFA CONFERMATO


20.11.2009 revocata la concessione della sala della circoscrizione 10 a FN. giovedì 19 novembre, proprio in paertura del consiglio di circoscrizione, il presidente ha annunciato che la concessione della sala della circoscrizione a FN e a Griffin del BNP inglese, veniva revocata. In aula una decina di esponenti dell'antifascismo torinese e fuori cinquanta compagni in presidio e uno smisurato (come sempre) numero d sbirri in borghese e in tenuta antisommossa.
FN dichiara che si recheranno ugualmente davanti alla circoscrizione e daranno luogo comunque alla loro infame conferenza. Il presidio antifa quindi rimane confermato!
Presentiamoci numerosi ed agguerriti compagni!
ORA E SEMPRE RESISTENZA!

martedì 17 novembre 2009



Questa mattina a Milano si è svolto un corteo di studenti medi per protestare contro i tagli alla pubblica istruzione e in particolare contro lo sgombero del liceo civico Gandhi.

Il corteo si è mosso verso il centro e, arrivato in Piazza san Babila, è stato affrontato da un numeroso gruppo di sbirri. Durante gli scontri che ne sono seguiti i “tutori dell’ordine” non si sono fatti problemi a buttare a terra e manganellare anche giovani delle superiori. Oltre alle botte gli studenti hanno dovuto vedere due loro compagni arrestati e denunciati (saranno processati domani).

Vogliamo sottolineare ancora una volta l’infamia dei cani in tuta blu che non si fanno problemi a massacrare chi di volta in volta gli viene ordinato di massacrare: oggi sono gli studenti domani gli operai, l’importante è far contenti i superiori e difendere gli interessi del padronato.

Ci sentiamo di esprimere la più sentita solidarietà agli studenti milanesi.


Gruppo studenti Collettivo Comunista Piemontese


domenica 15 novembre 2009

L'UNICA GIUSTIZIA E' QUELLA PROLETARIA


L’UNICA GIUSTIZIA E’ QUELLA PROLETARIA!

Durante l’ultima udienza del processo per la strage dei 7 operai della Thyssen Krupp di Torino, il collegio degli avvocati difensori dei dirigenti dell’acciaieria, ha prodotto una serie di testimoni che avrebbero dovuto, tenendo fede alla aberrante “linea difensiva”, scaricare le responsabilità della strage sugli stessi operai. Le audizioni dei testi, però, non hanno sortito l’effetto sperato anche perché alcuni testi avevano lavorato a Torino soltanto fino al 2006 e che quindi, il 6 dicembre 2007, giorno della strage, non operavano nello stabilimento torinese. Inoltre, uno dei testi ascoltati, avrebbe ammesso che il famoso pulsante di emergenza, premendo il quale, gli operai avrebbero potuto salvarsi e utilizzato nelle udienze precedenti dai difensori dei dirigenti per sollevare la questione della presunta disattenzione degli operai che sarebbe stata la causa del rogo, avrebbe soltanto fermato i macchinari senza sospendere nemmeno l’erogazione di corrente e che, in caso di incendio, non avrebbe avuto nessuna efficacia. Perché allora questi “principi del foro”hanno prodotto testimoni che avrebbero potuto smentire la tesi della responsabilità operaia nel disastro del 6 dicembre 2007? Tutte queste “patetiche manfrine”, compreso l’utilizzo di un interprete per Espenhan che conosce bene l’italiano, lasciano pensare che non esiste alcuna linea difensiva degna di questo nome (del resto come si potrebbe difendere l’indifendibile!?) ma che sia soltanto una strategia tesa a prolungare a dismisura i tempi del processo nella speranza di sfiancare i famigliari delle vittime e gli operai costituitisi parte civile e di allentare completamente l’attenzione dell’opinione pubblica sulla strage. Tutto questo in attesa che il governo della banda di mafiosi, speculatori, razzisti e fascisti, capeggiata da Berlusconi, emani qualche decreto legge che faccia cadere in prescrizione tutti i procedimenti riguardanti i padroni, i “pezzi grossi” e i politicanti del nostro “democratico Paese”. L’opera di ostruzionismo e boicottaggio dei dirigenti della Thyssen Krupp e dei loro difensori è da considerarsi offensiva, non solo nei confronti degli operai morti a Torino e di quelli che ogni giorno muoiono sul lavoro o per malattie professionali come ad esempio gli operai della Eternit e i loro famigliari. Questo atteggiamento dovrebbe essere considerato offensivo anche da un tribunale della Repubblica che invece fa finta di nulla di fronte all’arroganza dei padroni e dei loro degni servitori mentre minaccia di espulsione dall’aula i famigliari e gli operai che si indignano di fronte alla loro spocchia e alla loro arroganza. Ma non si illudano questi signori di poter risolvere la questione nel chiuso delle aule del Tribunale o nei suoi corridoi! La classe operaia saprà riportare la tensione e l’attenzione popolare sulla strage della Thyssen Krupp e su tutte le altre stragi ed omicidi padronali, agli adeguati livelli, al fine di riprendere la mobilitazione nelle fabbriche, sui cantieri e nelle piazze delle nostre città. Soltanto in questo modo riusciremo ad evitare che i padroni e i dirigenti assassini e stragisti possano continuare a non pagare le loro malefatte, i loro imbrogli, i loro raggiri e i loro omicidi.

martedì 10 novembre 2009

ESTENDERE ED INASPRIRE LE LOTTE OPERAIE


Come volevasi dimostrare! Martedì 4 novembre l’aula del tribunale del processo contro i padroni stragisti della Thyssen Krupp, è stata teatro di una ignobile, quanto offensiva farsa. Precedentemente i due dirigenti tedeschi, Hespenhan e Prignitz, avevano richiesto un interprete come condizione per sottoporsi alle domande dell’accusa. Durante le audizioni dei due dirigenti, l’interprete mostrava non poche difficoltà nel tradurre le risposte di Prignitz e Hespenhan . Inoltre, proprio Hespenhan, dimostrando ancora di conoscere bene la nostra lingua, ha risposto direttamente ad alcune domande senza bisogno di attendere la traduzione. L’ignobile farsa orchestrata dal collegio di difesa e dai due dirigenti saltava dunque agli occhi di tutti ed emergeva molto chiaramente come i due maggiori responsabili della strage dei sette operai, fossero addestrati a recitare la parte.

Una vera e propria “tattica di ostruzionismo” che gli ha consentito di sottrarsi dal dover rispondere in maniera dettagliata alle domande e di prolungare a dismisura i tempi dell’udienza ma che non ha impedito ai PM di mettere in difficoltà i due dirigenti facendo emergere non poche contraddizioni dalle loro laconiche e telegrafiche risposte. Espenhan, incalzato dalle domande di Guariniello, ha anche negato di conoscere l’autore del documento che gli avevano sequestrato dopo la strage dal quale emergeva il volgare disprezzo per gli operai che venivano definiti (…) “operai che fanno di tutto pur di farsi notare, anche morire bruciati vivi”(…) “operai che vanno a fare gli eroi in TV, raccontando dei compagni morti”(…) “operai che ci mettono un mese a morire”(…)

Ma non pensino i dirigenti e i padroni della Thyssen che quel disprezzo non gli sia restituito dalla classe operaia! Qualsiasi espediente i dirigenti della Thyssen e i loro difensori mercenari si inventeranno per sottrarsi alla giustizia borghese, non servirà a placare la sete di giustizia del proletariato! Sequestri, censure e denunce non azzittiranno la classe operaia!

A due anni dalla strage della Thyssen Krupp, nelle fabbriche e nei cantieri, i lavoratori continuano a morire sotto i colpi dello sfruttamento dei padroni. La lotta contro i responsabili della morte dei sette operai della Thyssen non può ridursi ad una causa da sostenere esclusivamente nelle aule di un tribunale. Il sacrificio dei sette operai morti a Torino, come di tutti quelli che ogni giorno perdono la vita sul posto di lavoro, deve essere onorato con l’estensione e l’inasprimento delle lotte di tutti i lavoratori contro il tentativo dei padroni di fare pagare a noi la loro crisi, sia in termini di morti da lavoro, sia in termini di eliminazione dei diritti e delle conquiste sino ad ora acquisite, con le dure lotte, dalla classe operaia.


domenica 1 novembre 2009

Intervista antifa 31/10


Nel carcere di Rebibbia a Roma è morta la compagna comunista Diana Melazzi. Particolarmente malata e per nulla compatibile con il regime carcerario (ricordiamo che la compagna veniva sottoposta al regime duro e di isolamento del 41 Bis) le è stata negata qualsiasi forma di carcerazione alternativa ed è stata lasciata morire in carcere, “suicidata dallo stato e dai suoi aguzzini”! Condannata all’ergastolo perché da comunista combatteva, a suo modo, la borghesia e il sistema che la ingrassa. La compagna Diana, come agli altri compagni uccisi dallo Stato borghese va ricordata ed onorata, ai suoi famigliari e ai compagni più stretti ed amici va espresso il cordoglio dei comunisti e della classe per la quale ha combattuto.

NESSUNA AGIBILITA’ POLITICA NE CULTURALE PER I FASCISTI

Sabato 31 ottobre, nella Torino, città medaglia d’oro per la Resistenza, i giovani de “La Destra”(Il partito dei fascisti Storace e Buontempo) uniti agli Autonomi Nazionalisti e Casa Pound, hanno organizzato un presidio davanti alla stazione di Porta Nuova, durante il quale pretendevano, nel “rispetto della democrazia” maggiori spazi e maggior agibilità politica frignando per quello che loro definivano il “terrorismo rosso”attuato nei loro confronti dagli antifascisti. In serata i neofascisti Autonomi Nazionalisti e Casa Pound, hanno organizzato un concerto (con un gruppo neonazista proveniente dalla Germania) presso il loro covo “Asso di Bastoni” di via Cellini n°22.
Alcuni antifascisti torinesi tra i quali i compagni del CCP, hanno tentato di impedire il presidio fascista davanti alla stazione, ma sono stati immediatamente caricati dalla polizia che a centinaia difendevano i trenta neofascisti presenti. Gli antifascisti hanno poi sfilato in un mini corteo bloccando il traffico del centro città, distribuendo volantini e facendo brevi interventi al megafono tra la gente del mercato di piazza Madama Cristina, dove, alle 18,00, era previsto un presidio contro il concerto nazifascista in programma per la serata. Il presidio andava via, via ingrossandosi e alle 18,45, un centinaio di antifascisti, dietro lo striscione “FUORI I FASCISTI DALLA CITTA’”sono partiti in corteo con l’intenzione di avvicinarsi, il più possibile, al luogo del concerto dei nazifascisti che era stato blindato, in entrata e in uscita, da centinaia di poliziotti e carabinieri.
Una giornata di antifascismo militante che ha costretto i fascisti a farsi scortare via dal luogo del loro presidio su di un pulman cittadino sequestrato per l’occasione dalla Questura e trasportati al loro lurido covo di via Cellini 22. In serata i compagni si sono organizzati in ronde antifasciste per le vie dei quartiere.
Una giornata di antifascismo militante che ha costretto i neofascisti a richiedere la protezione della polizia e a viaggiare sotto scorta, caricati come animali su di un pulman e blindati nel loro covo per essere ritrasportati, sempre sotto scorta, alle rispettive tane. Grazie all’azione antifascista, i nipotini di Hitler e di Mussolini non hanno conquistato l’agibilità politica da loro richiesta facendo strumentalmente riferimento a quella Costituzione repubblicana che loro stessi denigrano ed offendono proprio in quelle sue parti sane che comprendono l’accoglienza degli immigrati e dei profughi, il rispetto per le diverse culture, il ripudio della guerra e l’antifascismo.
I rigurgiti fascisti sono sempre maggiori nel nostro paese e questi topi di fogna cercano di cavalcare la crisi generale del sistema capitalistico approfittando della deriva di destra nella quale si è spinta la “sinistra” istituzionale, quella degli antifascisti della domenica, con i se e con i ma, che non da risposte ai bisogni e alle aspirazioni delle masse popolari e che, a costo di mantenersi stretti ad una poltrona (soldi a palate, pubblici e privati, con i quali si sollazzano e si arricchiscono) rincorrono la destra nell’offrire soluzioni antipopolari alla crisi e, con la scusa della sicurezza pubblica, nell’auspicare, come il Sindaco Chiamparino, la chiusura dei centri sociali. I neofascisti approfittano anche dell’assenza dei partiti della sinistra borghese (PRC e PdCI) i cui dirigenti si limitano al piagnucolio e ad elemosinare, dallo Stato, qualche misura a favore delle masse e dei lavoratori nella speranza di poter far convivere i bisogni delle masse popolari con quelli della borghesia, in un sistema capitalistico dal “volto umano”. Anche il loro antifascismo, quindi, è limitato dal rispetto per le regole dello Stato borghese, un antifascismo che arriva sin dove quelle regole lo permettono, un antifascismo monco e idealista. Intanto, mentre il leghista Borghezio onora, con i nostalgici della RSI, al cimitero centrale di Torino, i caduti fascisti della Repubblica Sociale Italiana, i neofascisti, sostenuti e foraggiati dai padroni e dai loro esponenti di governo, tentano esponenzialmente di riemergere dalle fogne in cui la Resistenza partigiana li aveva ricacciati per essere poi pronti a “scattare”agli ordini del padrone di turno.
E’ necessario mantenere alta e costante l’attenzione e la mobilitazione contro i rigurgiti fascisti e impedire, con ogni mezzo a disposizione, l’agibilità politica agli apologeti di tale aberrante ideologia.