Sabato 31 ottobre, nella Torino, città medaglia d’oro per la Resistenza, i giovani de “La Destra”(Il partito dei fascisti Storace e Buontempo) uniti agli Autonomi Nazionalisti e Casa Pound, hanno organizzato un presidio davanti alla stazione di Porta Nuova, durante il quale pretendevano, nel “rispetto della democrazia” maggiori spazi e maggior agibilità politica frignando per quello che loro definivano il “terrorismo rosso”attuato nei loro confronti dagli antifascisti. In serata i neofascisti Autonomi Nazionalisti e Casa Pound, hanno organizzato un concerto (con un gruppo neonazista proveniente dalla Germania) presso il loro covo “Asso di Bastoni” di via Cellini n°22.
Alcuni antifascisti torinesi tra i quali i compagni del CCP, hanno tentato di impedire il presidio fascista davanti alla stazione, ma sono stati immediatamente caricati dalla polizia che a centinaia difendevano i trenta neofascisti presenti. Gli antifascisti hanno poi sfilato in un mini corteo bloccando il traffico del centro città, distribuendo volantini e facendo brevi interventi al megafono tra la gente del mercato di piazza Madama Cristina, dove, alle 18,00, era previsto un presidio contro il concerto nazifascista in programma per la serata. Il presidio andava via, via ingrossandosi e alle 18,45, un centinaio di antifascisti, dietro lo striscione “FUORI I FASCISTI DALLA CITTA’”sono partiti in corteo con l’intenzione di avvicinarsi, il più possibile, al luogo del concerto dei nazifascisti che era stato blindato, in entrata e in uscita, da centinaia di poliziotti e carabinieri.
Una giornata di antifascismo militante che ha costretto i fascisti a farsi scortare via dal luogo del loro presidio su di un pulman cittadino sequestrato per l’occasione dalla Questura e trasportati al loro lurido covo di via Cellini 22. In serata i compagni si sono organizzati in ronde antifasciste per le vie dei quartiere.
Una giornata di antifascismo militante che ha costretto i neofascisti a richiedere la protezione della polizia e a viaggiare sotto scorta, caricati come animali su di un pulman e blindati nel loro covo per essere ritrasportati, sempre sotto scorta, alle rispettive tane. Grazie all’azione antifascista, i nipotini di Hitler e di Mussolini non hanno conquistato l’agibilità politica da loro richiesta facendo strumentalmente riferimento a quella Costituzione repubblicana che loro stessi denigrano ed offendono proprio in quelle sue parti sane che comprendono l’accoglienza degli immigrati e dei profughi, il rispetto per le diverse culture, il ripudio della guerra e l’antifascismo.
I rigurgiti fascisti sono sempre maggiori nel nostro paese e questi topi di fogna cercano di cavalcare la crisi generale del sistema capitalistico approfittando della deriva di destra nella quale si è spinta la “sinistra” istituzionale, quella degli antifascisti della domenica, con i se e con i ma, che non da risposte ai bisogni e alle aspirazioni delle masse popolari e che, a costo di mantenersi stretti ad una poltrona (soldi a palate, pubblici e privati, con i quali si sollazzano e si arricchiscono) rincorrono la destra nell’offrire soluzioni antipopolari alla crisi e, con la scusa della sicurezza pubblica, nell’auspicare, come il Sindaco Chiamparino, la chiusura dei centri sociali. I neofascisti approfittano anche dell’assenza dei partiti della sinistra borghese (PRC e PdCI) i cui dirigenti si limitano al piagnucolio e ad elemosinare, dallo Stato, qualche misura a favore delle masse e dei lavoratori nella speranza di poter far convivere i bisogni delle masse popolari con quelli della borghesia, in un sistema capitalistico dal “volto umano”. Anche il loro antifascismo, quindi, è limitato dal rispetto per le regole dello Stato borghese, un antifascismo che arriva sin dove quelle regole lo permettono, un antifascismo monco e idealista. Intanto, mentre il leghista Borghezio onora, con i nostalgici della RSI, al cimitero centrale di Torino, i caduti fascisti della Repubblica Sociale Italiana, i neofascisti, sostenuti e foraggiati dai padroni e dai loro esponenti di governo, tentano esponenzialmente di riemergere dalle fogne in cui la Resistenza partigiana li aveva ricacciati per essere poi pronti a “scattare”agli ordini del padrone di turno.
E’ necessario mantenere alta e costante l’attenzione e la mobilitazione contro i rigurgiti fascisti e impedire, con ogni mezzo a disposizione, l’agibilità politica agli apologeti di tale aberrante ideologia.
Alcuni antifascisti torinesi tra i quali i compagni del CCP, hanno tentato di impedire il presidio fascista davanti alla stazione, ma sono stati immediatamente caricati dalla polizia che a centinaia difendevano i trenta neofascisti presenti. Gli antifascisti hanno poi sfilato in un mini corteo bloccando il traffico del centro città, distribuendo volantini e facendo brevi interventi al megafono tra la gente del mercato di piazza Madama Cristina, dove, alle 18,00, era previsto un presidio contro il concerto nazifascista in programma per la serata. Il presidio andava via, via ingrossandosi e alle 18,45, un centinaio di antifascisti, dietro lo striscione “FUORI I FASCISTI DALLA CITTA’”sono partiti in corteo con l’intenzione di avvicinarsi, il più possibile, al luogo del concerto dei nazifascisti che era stato blindato, in entrata e in uscita, da centinaia di poliziotti e carabinieri.
Una giornata di antifascismo militante che ha costretto i fascisti a farsi scortare via dal luogo del loro presidio su di un pulman cittadino sequestrato per l’occasione dalla Questura e trasportati al loro lurido covo di via Cellini 22. In serata i compagni si sono organizzati in ronde antifasciste per le vie dei quartiere.
Una giornata di antifascismo militante che ha costretto i neofascisti a richiedere la protezione della polizia e a viaggiare sotto scorta, caricati come animali su di un pulman e blindati nel loro covo per essere ritrasportati, sempre sotto scorta, alle rispettive tane. Grazie all’azione antifascista, i nipotini di Hitler e di Mussolini non hanno conquistato l’agibilità politica da loro richiesta facendo strumentalmente riferimento a quella Costituzione repubblicana che loro stessi denigrano ed offendono proprio in quelle sue parti sane che comprendono l’accoglienza degli immigrati e dei profughi, il rispetto per le diverse culture, il ripudio della guerra e l’antifascismo.
I rigurgiti fascisti sono sempre maggiori nel nostro paese e questi topi di fogna cercano di cavalcare la crisi generale del sistema capitalistico approfittando della deriva di destra nella quale si è spinta la “sinistra” istituzionale, quella degli antifascisti della domenica, con i se e con i ma, che non da risposte ai bisogni e alle aspirazioni delle masse popolari e che, a costo di mantenersi stretti ad una poltrona (soldi a palate, pubblici e privati, con i quali si sollazzano e si arricchiscono) rincorrono la destra nell’offrire soluzioni antipopolari alla crisi e, con la scusa della sicurezza pubblica, nell’auspicare, come il Sindaco Chiamparino, la chiusura dei centri sociali. I neofascisti approfittano anche dell’assenza dei partiti della sinistra borghese (PRC e PdCI) i cui dirigenti si limitano al piagnucolio e ad elemosinare, dallo Stato, qualche misura a favore delle masse e dei lavoratori nella speranza di poter far convivere i bisogni delle masse popolari con quelli della borghesia, in un sistema capitalistico dal “volto umano”. Anche il loro antifascismo, quindi, è limitato dal rispetto per le regole dello Stato borghese, un antifascismo che arriva sin dove quelle regole lo permettono, un antifascismo monco e idealista. Intanto, mentre il leghista Borghezio onora, con i nostalgici della RSI, al cimitero centrale di Torino, i caduti fascisti della Repubblica Sociale Italiana, i neofascisti, sostenuti e foraggiati dai padroni e dai loro esponenti di governo, tentano esponenzialmente di riemergere dalle fogne in cui la Resistenza partigiana li aveva ricacciati per essere poi pronti a “scattare”agli ordini del padrone di turno.
E’ necessario mantenere alta e costante l’attenzione e la mobilitazione contro i rigurgiti fascisti e impedire, con ogni mezzo a disposizione, l’agibilità politica agli apologeti di tale aberrante ideologia.
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