martedì 18 ottobre 2011

comunicato post 15 ottobre

Il 15 ottobre centinaia di migliaia di persone hanno invaso Roma per non pagare la crisi e il debito che l’oligarchia finanziaria e il suo Stato riversano sulle spalle dei lavoratori, dei giovani, delle donne, dei pensionati, uniti nella lotta contro la disoccupazione, la precarietà, le privatizzazioni, la guerra, la corruzione e la mafia. Di fronte a questa grande mobilitazione il governo Fascista di Berlusconi tramite il suo servo ,il leghista Maroni, ha scatenato i suoi cani da guardia in assetto antisommossa in un attacco alla manifestazione pianificato già precedentemente a tavolino. Il risultato è stato il divieto di accedere al centro storico dove vi sono i Palazzi del potere e nel medesimo istante la manifestazione veniva attaccata addirittura spezzando il corteo in due parti. Migliaia di giovani , di disoccupati, studenti, lavoratori di ogni ceto sociale e credo politico, hanno resistito e contrastato per ore la violenza sbirresca restando in piazza difendendosi ma nello stesso tempo esprimendo la loro, nostra, protesta e rabbia. Usando i blindati a tutta velocità contro le persone rischiando il morto da tempo paventato dal servo Maroni, le forze del disordine sono riuscite nei loro intento politico cioè occultare le ragioni della giornata di mobilitazione, criminalizzare l’opposizione sociale, attaccare la libertà di manifestazione, causando tra l’altro centinaia di feriti e perpetrando decine di arresti . Oggi sono anche iniziate le repressioni in ogni città italiana con perquisizioni e arresti di coloro che hanno combattuto e difeso le libertà democratiche della popolazione, libertà che questo governo antipopolare attacca frontalmente. Ma ha fatto male i suoi conti perché la piazza del 15 ottobre ha segnato il suo definitivo fallimento e dato il preavviso a qualsiasi altra compagine borghese che volesse continuare con la stessa politica al servizio esclusivo dei monopoli capitalisti, della BCE, della UE, della NATO. Il Collettivo Comunista Piemontese, per queste ragioni, si schiera con tutti coloro che hanno dato un senso vero e reale alla giornata di sabato e nello stesso tempo si schiera apertamente contro tutti quei pacifisti istituzionali e organizzazioni disobbedienti che pretendevano solo di fare una passeggiata per le vie della città al fine di ascoltare i loro comizi finali ed i tradizionali concerti, in sintonia con ciò che voleva l’opposizione parlamentare facente parte anch’essa della Casta ,del potere finanziario ed industriale che ha come obiettivo solo il favorire il ricambio del governo Berlusconi sputtanato a livello nazionale ed internazionale con uno più serio fatto dai padroni. Certo avremmo voluto anche noi marciare su Palazzo Chigi ed il Parlamento, avremmo voluto e preferito uno sviluppo della battaglia come il 3 luglio insieme al movimento NO TAV ma purtroppo se questo non è avvenuto non è per colpa di chi ha sostenuto questa battaglia riportando anche feriti, arresti ,una vile ed odiosa campagna fascista di criminalizzazione mediatica ma per colpa di chi non ha svolto la sua parte e in questi giorni fa vedere a tutti da che parte della barricata sta, appoggiando, chiedendo ed in alcuni casi anche aiutando la repressione contro questo fronte unito di ribelli. Ora grazie anche a questi “signori” la borghesia scatena la repressione chiedendo leggi speciali, vuole vietare cortei, applicare di nuovo la legge Reale e soprattutto vuole distorcere l’attenzione delle masse dalla crisi, dal fallimento del governo Berlusconi che insieme ai suoi servi Bossi ,Romano, Scilipoti ed al questurino Di Pietro vuole salvarsi dal discredito e dalla crisi di legittimità buttando tutto sullo stato di polizia. Difendersi dalla repressione vuol dire unire alla denuncia e alle ragioni dei ribelli, di cui siamo e ci sentiamo parte, la lotta democratica ed antifascista alle leggi speciali portando avanti l’offensiva delle lotte sociali. La forza di argomenti da sempre dei comunisti e dei rivoluzionari: cos’è una vetrina rotta di una banca rispetto alla rapina permanente che il sistema bancario e finanziario rappresenta in questi anni di crisi ai danni del cittadino? Perché dovrebbero andare in galera solo coloro che si ribellano e non i corrotti, i mafiosi, chi deruba il popolo e soprattutto coloro che hanno usato le armi vere e proprie contro dei semplici cittadini? Per fronteggiare tutto questo, per abbattere questo sistema di cose serve una lotta d’avanguardia e di massa, serve un fronte unito rivoluzionario, un fronte proletario che serva per sostenere ed essere ribelli coscienti , organizzati non per riproporre vecchie strade che riportano ai miserabili di Roma come Bernocchi, Casarini. Il CCP si schiera coi ribelli e dà massima solidarietà ai compagni arrestati, contro la repressione e lo stato di polizia, ricordando a tutti che la repressione non spegne ma alimenta la ribellione e che le rivoluzioni non sono mai dei pranzi di gala!!!!

venerdì 29 luglio 2011

persona socialmente pericolosa


NOTIFICA AI DANNI DEL NOSTRO COMPAGNO LUIGI

perquisizione


Stamane alle ore 9 agenti della Digos con il sostegno di agenti in divisa sono andati a perquisire la casa del nostro compagno Luigi.Nel pubblicare l'atto rilasciato al nostro compagno dai solerti agenti.... facciamo notare che nessun magistrato ha dato disposizione a questa operazione e quindi è stata una decisione solo delle forze di repressione neofasciste. Detto ciò,oltre a dare la nostra netta solidarietà al compagno in questione,ribadiamo la nostra ferma opposizione a questi metodi repressivi che ci convincono sempre di più a lottare politicamente per il nostro ideale e a resistere oggi e sempre,con ogni mezzo,alla politica e alla reazione fascista che ormai da anni convive in questo paese.

mercoledì 6 luglio 2011

NO ALLA VIOLENZA DI STATO, AL MODERMO FASCISMO, ALLO STATO DI POLIZIA! NO

val susa - dal blog di proletari comunisti


La grande manifestazione e l'assedio della Val Susa ha realizzato ieri una
pagina entusiasmante e importante di questa battaglia e dell'intero
movimento di lotta di questi ultimi tempi. Come il 14 dicembre del movimento
studentesco, il 3 luglio della Val Susa ha dimostrato che le masse e le loro
organizzazioni sono in grado di resistere e opporre al governo della
devastazione ambientale, dell'attacco alle condizioni di vita delle masse,
dello Stato di polizia, una grande resistenza che si sviluppa in forme di
attacco e che è in grado di mettere in scacco i piani del governo e dello
stato e di rappresentare pienamente le esigenze e gli interessi popolari.
Imporre con la violenza, con l'occupazione militare del territorio un'opera
del profitto, della speculazione, contro la volontà delle popolazioni in
tutte le sue diverse articolazioni, è una forma di dittatura, di fascismo, è
una dichiarazione di guerra alle masse popolari, alla democrazia che
richiede necessariamente l'opposizione, la resistenza e il massimo di
esercizio legittimo della forza. E in Val Susa questo è stato fatto.
Circa 100 mila persone in tutte le forme si sono mobilitate in questa
giornata. Questi sono i veri numeri della giornata di ieri. Certo c'è chi ha
sfilato pacificamente, e chi giustamente ha cercato di raggiungere
l'obiettivo, comune, di tutta la manifestazione. Il rappresentante
riconosciuto del movimento NoTav aveva chiamato a questa manifestazione
dicendo: "Riprendiamoci La Maddalena", dopo l'odiosa violenza con cui il
governo e le sue forze repressive avevano occupato la valle e imposto il
cantiere. E a questa parola d'ordine si è attenuto tutto l'intero fronte di
mobilitazione e tutti erano e sono uniti nel rivendicarla, e tutti hanno
fatto il loro meglio, secondo le loro possibilità e convinzioni, per
tradurre questa indicazione in un fatto concreto.
Il governo, la falsa opposizione, le amministrazioni del PD della zona, in
testa Fassino e Chiamparino, la stampa, oggi danno una rappresentazione
falsa della situazione, al servizio degli interessi della speculazione, del
profitto e della mafia. Non ci sono maggioranze "pacifiche" e minoranze
"violente", vi è un intero movimento in tutte le sue espressioni che ha
rivendicato la stessa cosa, che ha risposto alla violenza sistemica con cui
si vuole imporre questa decisione e alla violenza organizzata, strutturata
di sbirri che hanno affrontato questa battaglia come fossimo in Afghanistan,
laser, radar, reparti speciali, gas, proiettili di gomma, ferendo,
rischiando di uccidere e scrivendo una pagina infame e vergognosa che ha
ricordato le immagini di Genova 2001.
Ma questo apparato della violenza di Stato non ha intimidito i manifestanti
e ha visto migliaia di giovani e meno giovani rispondere colpo su colpo. Gli
oltre 200 feriti tra i manifestanti sono veri, le cifre di poliziotti feriti
sono false, anche se è vero che, quando è stato possibile, i manifestanti
son o riusciti a infliggere colpi a sbirri che hanno fatto dei loro
bardamenti e dei loro armamenti, del loro monopolio della violenza e della
loro impunità scudo per commettere violenze.
Ma, appunto, agivano come truppe di occupazione, mentre la popolazione
resistente agiva come un "esercito" di liberazione e le realtà più
organizzate e combattive, provenienti anche da altre città, hanno agito come
pesci nell'acqua, confortati e sostenuti da chi manifestava ma anche da chi
assisteva.
Ognuno dei 10 mila che hanno opposto la più forte resistenza e incisiva
azione per riprendersi il cantiere può raccontare episodi in cui la
popolazione era dalla parte loro e gli sbirri insultati per la vergognosa
azione che conducevano.
Per questo ieri il movimento nel suo insieme ha vinto e lo Stato e il
governo hanno ricevuto una sconfitta. Dovranno mantenere per sempre questo
esercito di occupazione nel tentativo di realizzare quest'opera inutile e
dannosa alle masse e alla valle.

Le reazioni dei massimi rappresentanti dello Stato, del governo, della
opposizione governante, di tutta la variegata stirpe dei partiti
parlamentari, delle caste politiche e affariste, dei ladri di Stato, proprio
perchè hanno ricevuto ieri una pesante risposta, reagiscono con l'isteria,
con la corsa a criminalizzare questo movimento popolare, definendo tutti i
resistenti black block, chiamando le masse resistenti "terroriste",
minacciandole di reprimerle in tutti i modi con denunce, persecuzioni,
processi che ricordano il fascismo che già dovette sopportare e soccombere
contro la grande resistenza partigiana della Valle.
E in effetti ai partigiani, senz'armi, si può paragonare la battaglia
condotta da decine di migliaia di giovani e popolo il 3 luglio.

Proletari comunista è stata parte chiaramente fino in fondo, con le sue
poche forze disponibili , di questa battaglia. Ora il movimento e tutte le
espressioni organizzate devono innanzitutto difendere, con la
controinformazione, la continuità della mobilitazione sul territorio e a
livello nazionale, la giornata di lotta, diffondendo verità e inchiodando
governo, Stato, partiti, stampa alla loro disinformazione da regime
fascista. E tutti noi siamo impegnati sin da questi giorni nelle piazze, sui
posti di lavoro, nell'insieme degli altri movimenti di lotta, per gridare
forte
NO alla TAV! - LIBERTA' PER LA VAL SUSA! - VIA IL GOVERNO DELLA
REPRESSIONE! - LIBERTA' PER I COMPAGNI ARRESTATI! AUTONOMIA DEL MOVIMENTO DI
LOTTA DAGLI SCIACALLI DEL GIORNO DOPO!

Siamo a 10 anni da Genova 2001, governo, Stato e sistema hanno voluto
celebrare il decennale nella Valle con caratteristiche dello stesso tipo;
l'impunito sbirro di Genova 2001, Mortola, ora è il Questore di Torino, a
dimostrazione di quale feccia ha guidato la repressione di ieri.
Ma allora, a Genova, come oggi le masse hanno resistito e contrattaccato.
Continuare questa battaglia fino in fondo è il modo migliore per celebrare e
riappropriarsi dei valori della battaglia di Genova e per tornare a Genova
nei giorni di luglio e affermare:
E' GIUSTO RIBELLARSI!
LE IDEE DI RIVOLTA NON SONO MAI MORTE!
NO ALLA VIOLENZA DI STATO, AL MODERMO FASCISMO, ALLO STATO DI POLIZIA! NO
ALL'IMPUNITÀ DI STATO, ALLA REPRESSIONE!
VIA IL GOVERNO BERLUSCONI-MARONI E OGNI GOVERNO DEI PADRONI, DELLA
DEVASTAZIONE AMBIENTALE, DELLA REPRESSIONE!
NON ABBIAMO CHE DA PERDERE LE NOSTRE CATENE E ABBIAMO UN MONDO DA
CONQUISTARE!

Proletari comunisti 4 luglio 2011

martedì 24 maggio 2011

RENDIAMO ONORE AL COMPAGNO LUIGI UCCISO NELLE CARCERI DAGLI SGHERRI DELLA BORGHESIA!


Morte ex Br Luigi Fallico, aperto
un fascicolo per omicidio colposoL'autopsia conferma l'infarto. Il legale: ''Negligenza da parte dei medici''Si è svolto nel primo pomeriggio di ieri al tempietto crematorio del cimitero San Lazzaro l’esame autoptico sulla salma di Luigi Fallico, il 59enne ritenuto uno dei fondatori della nuove Brigate rosse, deceduto ieri l’altro nella sua cella del penitenziario viterbese.

“E’ iniziato intorno alle 13 ed è durato un paio di ore”, ha riferito l’avvocato Caterina Calia. “Il consulente del pubblico ministero ha preso sessanta giorni di tempo per depositare la perizia, ma ha confermato che la morte del mio assistito è da ricondursi ad un problema cardiaco”, ha spiegato il difensore, aggiungendo: “Il medico legale ha affermato che il cuore era spaccato in due”.

E, adesso, la Calia è stata incaricata dalle sorelle di Fallico - Francesca e Carmela, che sono “addolorate e arrabbiate” - di procedere a querela “affinché ognuno si assuma le sue responsabilità”. L’avvocato, in particolare, si riferisce “ai medici e agli infermieri che lo hanno visitato il 17 maggio”.

Sei giorni prima di morire, Fallico aveva infatti accusato fortissimi dolori al petto e al braccio sinistro ed era stato portato nell’infermeria del carcere. “Il medico gli aveva riscontrato valori della pressione arteriosa molto elevati: 110/190”, ha detto l’avvocato, che ha aggiunto: “Chiunque avrebbe compreso che un paziente con tali sintomi andava trasferito in una struttura ospedaliera attrezzata, e invece è stato riportato in cella”.

Fallico, poi, si era risentito male il 19 maggio, giorno in cui era comparso davanti alla prima sezione della Corte d’assise di Roma, dove si celebrava il processo a suo carico per associazione sovversiva con finalità di terrorismo e banda armata. “Era con me in aula – ha proseguito il legale – e mi aveva detto di non sentirsi bene da un paio di giorni”.

Sulla morte del presunto terrorista la Procura di Viterbo ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti, mentre il legale è intenzionato ad andare fino in fondo, e non usa giri di parole per affermare: “Considero responsabili di quanto avvenuto il medico e gli infermieri che hanno visitato il mio assistito il 17 maggio”.

In questo contesto, tuttavia, va anche detto che, secondo quanto si è appreso in ambienti carcerari, dalla cartella sanitaria di Fallico non risulterebbero gravi patologie, né tantomeno problemi cardiocircolatori.

“Nessuno può sapere se, sottoposto a cure adeguate, il mio assistito si sarebbe potuto salvare, certo è che da parte dei sanitari del carcere c’è stata negligenza. Adesso – ha concluso l’avvocato Calia – attendiamo l’esito dell’esame autoptico per valutare come procedere”.






sabato 7 maggio 2011

GLI AMICI DEI FASCISTI ORDINANO ANCORA PERQUISIZIONI E INDAGINI CONTRO I COMPAGNI DEL CCP.


Sabato 7 maggio alle 7,30 del mattino, otto sbirri inviati dalla Procura della Repubblica di Torino, irrompono nelle case dei compagni Valter e Paolone, militanti comunisti del Collettivo Comunista Piemontese, alla ricerca di materiale esplodente che ipotizzano fosse servito a terrorizzare il candidato sindaco Coppola e i suoi scagnozzi durante una loro iniziativa elettorale in piazza Madama Cristina a Torino.Gli sbirri della Procura hanno perquisito le due abitazioni e rinvenuto un “pericolosissimo ordigno”costituito da un fumogeno da stadio. L’ordigno è stato quindi sequestrato dai poliziotti operanti.
E’ la seconda volta nel giro di qualche mese che i politicanti fascisti, per mano di Magistrati come Enrico Arnaldi Di Balme, (già responsabile della persecuzione contro la compagna accusata di avere lanciato il fumogeno contro Bonanni della CISL), sguinzagliano i loro sbirri nel tentativo di intimidire i compagni che combattono i fascisti e che non abbassano la testa di fronte alla repressione e alle angherie della borghesia. Come sempre i compagni non intendono assolutamente abbassare la guardia di fronte alle intimidazioni e alla repressione ordinata da politicanti infami e attuata da Pubblici Ministeri compiacenti.
Ne il parafascista Coppola, ne il destro Fassino, ne tanto meno altri politicanti razzisti e speculatori, troveranno buona accoglienza nel quartiere di San Salvario, come negli altri quartieri in cui i comunisti e gli antifascisti vivono, lavorano e si organizzano!

Collettivo Comunista Piemontese tel 3476558445 colcompiemonte@yahoo.it

sabato 30 aprile 2011

I popoli vogliono la rivoluzione

Questo 1° Maggio giunge in un momento senza precedenti di proteste e ribellioni in tutto il mondo.
Nel mondo arabo e nel Golfo persico, i giovani, i proletari e le masse popolari hanno invaso le strade e le piazze, hanno
abbattuto o cercano di abbattere, uno dopo l'altro, i regimi dittatoriali asserviti all'imperialismo.
Nel cuore dei paesi imperialisti lotte della classe operaia, scioperi generali, rivolte studentesche e giovanili combattono
l'azione dei governi, reazionari e tendenti ad un moderno fascismo, di scaricare la crisi sulle masse provocando
licenziamenti, precarietà, intensificazione dello sfruttamento, attacchi alla scuola, alla sanità, ai servizi sociali essenziali.
Lotte e ribellioni vanno dalla Cina agli Stati Uniti, dalla Russia all'America Latina.
In particolare in Afghanistan e Iraq l'imperialismo, principalmente l'imperialismo Usa, subisce colpi che impediscono che i
suoi piani di occupazione, invasione, controllo geo-strategico di aree importanti del mondo, si realizzino. I suoi piani di
santificare l’occupazione sionista della Palestina attraversi dirigenti venduti sono in scacco.
Le guerre popolari fanno da riferimento strategico per i proletari e i popoli del mondo.
La guerra popolare in India fronteggia con successo gli attacchi senza precedenti del nemico e riesce ad estendersi e ad
avanzare. Persiste e riprende la guerra popolare in Perù. Avanza nelle Filippine. In Turchia le lotte rivoluzionarie dirette
dai maoisti avanzano lungo la strategia della guerra popolare. In altri paesi del Sud Asia essa è in preparazione, per nuovi
inizi e avanzamenti.
In Nepal 10 anni di guerra popolare hanno creato le condizioni per l'avanzamento della rivoluzione nepalese. Essa si trova
ora ad un incrocio difficile e va sostenuta sia contro la controrivoluzione condotta da nemici interni ed esterni, sia contro i
riformisti che vogliono minarla dall'interno.
La guerra popolare di lunga durata è indispensabile per battere il nemico, sia nei paesi oppressi dall'imperialismo, sia nei
paesi imperialisti, secondo le proprie specificità.
E' una nuova acuta fase della lotta di classe che esprime la volontà rivoluzionaria dei proletari e dei popoli del mondo.
Tutto questo dimostra che la contraddizione principale nel mondo è tra imperialismo e popoli oppressi, mentre si
acutizzano sia le contraddizioni tra proletariato e borghesia, sia le contraddizioni inter-imperialiste. Emerge sempre più
chiaro nella crisi che si allarga che la rivoluzione è la tendenza principale nel mondo.
La crisi economica dell'imperialismo, lungi dall'essere in via di risoluzione, si allarga e approfondisce secondo la legge
dello sviluppo diseguale e come risultato della contesa sul mercato mondiale e della ricerca della massima estorsione del
plusvalore. La “finanziarizzazione” dell'economia, principale causa immediata di questa crisi, tende a respingere qualsiasi
controllo. L'utilizzo delle eccedenze dell'economie di Cina, India e Brasile non può assicurare che una ripresa temporanea,
che apre le porte a nuove crisi ancora più laceranti.
I proletari e le masse in lotta e in rivolta chiedono e si organizzano per costruire partiti rivoluzionari all'altezza dello
scontro di classe in atto, e questo processo di organizzazione si sviluppa.
Servono partiti comunisti basati sul marxismo leninismo maoismo capaci di dirigere la lotta di classe in tutti i campi,
finalizzata alla conquista del potere politico, senza il quale non è possibile per i proletari abbattere il sistema capitalista e
imperialista.
I comunisti maoisti sono impegnati a rispondere all'esigenza di una direzione scientifica e determinata della lotta di classe
del proletariato, combattendo ogni tipo di deviazione riformista, revisionista e dogmatica. in tutte le sue forme. La nostra
classe può contare sull'immenso tesoro di esperienza delle lotte e delle rivoluzioni a 140 anni, dalla nascita della gloriosa
Comune di Parigi, attraverso le vette della Rivoluzione d'Ottobre, della rivoluzione cinese e della Grande Rivoluzione
Culturale Proletaria. Dobbiamo imparare dalle nostre vittorie, come dalle nostre sconfitte e dai nostri errori.
I comunisti marxisti leninisti maoisti devono praticare nelle lotte, nelle rivolte, nelle guerre popolari, l'internazionalismo
proletario per unire le lotte proletarie e dei popoli oppressi contro l'imperialismo in crisi e rimanere strettamente uniti alle
masse, in quanto esse fanno la storia.
I comunisti devono realizzare una nuova unità del movimento comunista internazionale basata sul marxismo leninismo
maoismo e costruire l'organizzazione internazionale necessaria oggi.
L'imperialismo non ha futuro!
Il futuro è del comunismo!

Partito Comunista del Bhutan (MLM); Partito Comunista d’India (maoista); Partito Comunista d’India (ML)
Naxalbari; Partito Comunista maoista, Italia; Partito Comunista maoista, Francia; Partito Comunista Maoista,
Turchia e Nord Kurdistan; Partito Comunista Rivoluzionario, Canada; Partito Comunista Unificato del Nepal
(Maoista); Comitato di Lotta Popolare “Manolo Bello”, Galizia, Spagna;

domenica 17 aprile 2011

PROCESSO THYSSEN KRUPP: ANCHE LA GIUSTIZIA BORGHESE E’ COSTRETTA A RICONOSCERE CHE I PADRONI UCCIDONO COSAPEVOLMENTE!


PROCESSO THYSSEN KRUPP: ANCHE LA GIUSTIZIA BORGHESE E’ COSTRETTA A RICONOSCERE CHE I PADRONI UCCIDONO COSAPEVOLMENTE!

Venerdì 15 aprile 2011 è una data che verrà ricordata per molto tempo. Per la prima volta in assoluto i dirigenti stragisti di una multinazionale vengono riconosciuti colpevoli di omicidio volontario! Ai dirigenti della Thyssen Krupp vengono confermate le pene richieste dai Pubblici Ministeri: Harald Espenhahn, amministratore delegato della Thyssen, a 16 anni e sei mesi; Gerald Priegnitz, Marco Pucci, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri a 13 anni e 6 mesi e Daniele Moroni a 10 anni e 10 mesi. I giudici hanno dunque accolto le richieste dell’accusa, aumentando la pena al solo Moroni (per il quale i pm avevano chiesto 9 anni).
E’ una sentenza storica che dimostra l’incompatibilità assoluta tra chi per vivere non possiede altro che la propria forza lavoro e chi invece fa profitti sulla pelle e sul sangue degli operai e delle loro famiglie. Di fronte al tribunale di Torino, già dalle 8 del mattino, i compagni della Rete per la Sicurezza sui Posti di Lavoro, del CCP e di Proletari comunisti, hanno allestito il presidio organizzandosi per quella che sarebbe stata una lunga attesa (la sentenza è arrivata alle 21,00) tenendo comizi, diffondendo volantini e giornali e lanciando slogan contro i padroni stragisti e il loro sistema di sfruttamento e morte. Ai compagni si sono aggiunti anche altre realtà del sindacato di base e il comitato delle vittime della strage di Viareggio. Unico partito politico presente era la Federazione della Sinistra. Solo nel pomeriggio inoltrato, la Fiom, che avrebbe dovuto essere presente fin da subito, si è mostrata con il suo dirigente e alcuni iscritti, ma senza simboli ne bandiere. Alle 16,30 il candidato sindaco per il PD a Torino, il poco onorevole Piero Fassino, si materializza proprio al fianco dei nostri altoparlanti. Un compagno del CCP afferra subito il microfono annunciando che sul posto vi era colui che, durante il referendum sul piano Marchionne, aveva annunciato che se fosse stato un operaio della FIAT avrebbe votato si al ricatto del dirigente FIAT. Il compagno ha inoltre detto che Fassino con la classe operaia non aveva nulla a che vedere e che la sua presenza di fronte al Tribunale era strumentale alla campagna elettorale in corso per l’elezione a sindaco. Fassino ha cercato di strappare il microfono al compagno del CCP ma è stato subito fatto fuggire da tutti i compagni presenti, al grido: “Vai a lavorare, tu non centri niente con gli operai! Vattene via, sparisci!”. L’on Fassino, accompagnato da due guardia spalle che per altro non si sono nemmeno mossi durante la contestazione, si allontanava in fretta e furia dal presidio.
I compagni della Rete, di Proletari comunisti e del CCP avevano quindi scacciato un becero rappresentante della borghesia, amico dei padroni e dei potenti, un avvoltoio che avrebbe voluto sfruttare a scopo propagandistico, il dolore dei famigliari delle vittime e dei loro compagni di lavoro.
Sempre nel pomeriggio, durante la lunga attesa della sentenza, la Rete per la Sicurezza nei Luoghi di Lavoro, aveva organizzato un assemblea degli aderenti, aperta anche a tutti i presenti al presidio.
Vi sono stati interventi del CCP, dello Sali Cobas per il Sindacato di Classe e di un operaio FIAT in cassa integrazione. Tutti gli interventi rimarcavano la necessità di costruire un percorso unitario contro le morti sul lavoro, organizzando iniziative condivise, sia a livello nazionale che locale. In particolare, l’operaio della FIAT, iscritto alla FIOM, invitava i presenti del suo sindacato, a partecipare al dibattito e ad unirsi alla Rete per la Sicurezza, non ricevendo, però, alcuna attenzione da parte loro, a dimostrazione di quanto, anche la stessa FIOM, non rappresenti il sindacato di classe ne di lotta di cui tutti i lavoratori avrebbero bisogno.
Alle 21,00 l’aula del Tribunale era gremita in tutti i suoi spazi e pochi minuti più tardi veniva emessa la sentenza ascoltata con trepidazione ma in religioso silenzio da tutti i presenti.
Sono stati momenti di grande emozione sfociati in lacrime e applausi per quella che si presentava come la sentenza che avrebbe in qualche misura sancito un precedente storico in termini di legislatura borghese sulle questioni del lavoro.
Ma questa sentenza si è potuta raggiungere soltanto grazie alla resistenza dei famigliari dei sette operai che mai hanno smarrito la determinazione e il coraggio e anche grazie alla mobilitazione dei compagni che sin da subito adoperati per fare in modo che il processo si trasformasse in uno strumento di lotta. Questo era l’unico modo per onorare i sette eroi del lavoro e per trasformare quel sacrificio operaio in occasione di rilancio della resistenza alla guerra non dichiarata che i padroni hanno scatenato contro i lavoratori.
A conferma di questa tesi ci viene incontro anche Zaccone, uno degli avvocati mercenari difensori dei dirigenti Thyssen Krupp, il quale, commentando la sentenza, si lasciava andare ad indicare il folto pubblico in sala, confermando che la mobilitazione e l’attenzione popolare può influire ed influenzare processi che altrimenti finirebbero senza alcuna condanna per i padroni e i potenti di turno.
E’ necessario continuare a stare con il fiato sul collo alle Istituzioni denunciando e contro informando, fornendo una lettura di classe a quelli che altrimenti verrebbero spacciati dalla stampa borghese, da magistrati e avvocati, come “incidenti fisiologici” senza responsabilità concrete, ne in termini soggettivi ne oggettivi.



Collettivo Comunista Piemontese

domenica 20 marzo 2011

I SIONISTI E GLI IMPERIALISTI USA ED EUROPEI NON SI SMENTISCONO MAI!

Ancora una volta, come per la ex Yugoslavia, l’Iraq e l’Afghanistan, gli imperialisti hanno scatenato una “guerra umanitaria” che, come tutte le altre, è fatta di attacchi militari tesi a sconfiggere gli “ultimi fuochi di resistenza” all’operazione guidata per abbattere Gheddafi, dividere la Libia in due e spartirsi le sue risorse e i suoi territori senza più dovere fare i conti con il colonnello che in passato ha dato tanto filo da torcere agli imperialisti.
Dopo avere fomentato la rivolta dei cirenaici nostalgici di re Idris, armato le loro compagini e avere scatenato una campagna mediatica carica di falsità costruite ad arte, gli imperialisti occidentali hanno dato il via all’ultimo atto della loro operazione di destabilizzazione e conquista dello stato sovrano libico. Le stesse operazioni che hanno messo in atto per la ex Jugoslavia, per lIraq e l’Afghanistan. Questa volta, però, gli imperialisti occidentali hanno avuto buon gioco nel tenere a bada l’opinione pubblica facendo cadere nel tranello mediatico anche settori della politica che più di altri, in occasione delle precedenti campagne di conquista imperialiste e neo coloniali, hanno saputo opporsi con fermezza e prendere posizioni ben precise da subito, contro gli imperialisti.
Anche se Gheddafi, da tempo, aveva ( sotto embargo e iscritto nelle liste terroristiche formulate dagli USA e dalla UE) in qualche misura accettato compromessi con l’occidente, oggi egli sta combattendo contro gli imperialisti e riteniamo necessario che la sua guerra contro di essi venga sostenuta prendendo posizioni nette a favore della Libia in qualità di Stato sovrano aggredito dagli imperialisti.
La formula dell’equidistanza non ha mai prodotto alcunché di positivo, sia in termini di orientamento delle masse popolari, sia in termini di unione e unità di intenti tra le forze antimperialiste che si oppongono alle aggressioni, alle rapine e alle malefatte delle rispettive borghesie occidentali nei confronti dei paesi e dei popoli oppressi. Come per la ex Yugoslavia, l’Iraq, l’Afghanistan ma anche per la Palestina, i comunisti devono schierarsi apertamente con le popolazioni sotto attacco sostenendo, con la propaganda, le mobilitazioni e qualsiasi altro mezzo a nostra disposizione, chi combatte gli imperialisti aggressori, al di la delle differenze, politiche o religiose che ci dividono o che non approviamo. Il nemico è uno soltanto ed è la borghesia imperialista, in qualsiasi posto essa si trovi ad operare e a mettere in atto le sue sporche manovre di rapina e di sfruttamento.

SOSTENIAMO LA RESISTENZA LIBICA CONTRO GLI ATTACCHI IMPERIALISTI USA E UE! SHIERAMOCI APERTAMENTE DALLA PARTE DI CHI COMBATTE GLI AGGRESSORI! LA RESISTENZA DI GHEDDAFI AGLI ATTACCHI DELLA BORGHESIA IMPERIALISTA INDEBOLISCE IL NOSTRO NEMICO COMUNE!


CCP (Collettivo Comunista Piemontese) via Saluzzo 13 Torino.
colcompiemonte@yahoo.it www.collcompiemonte.blogspot.com

venerdì 4 marzo 2011

Presidente Chávez condena acciones desestabilizadoras en Libia


“Nosotros apoyamos al Gobierno de Libia y a la independencia de Libia. Queremos la paz para Libia, la paz para todos los pueblos del mundo, y nos tenemos que oponer a las pretensiones intervencionistas”.

Así lo señaló el presidente de la República Bolivariana de Venezuela, Hugo Chávez, la noche de este viernes, durante un Consejo de Ministros en el Palacio de Miraflores, al referirse a las situaciones que vive la nación árabe.
“Estoy preocupado por lo que pasa en el norte de África, desde Egipto hasta Libia. Hay un bullicio, rebeliones, alzamientos, con riesgo de guerra civil en algunos países, como en Libia”, detalló.

El Primer mandatario, destacó: “Yo lo dije ayer, todo el mundo sabe nuestra posición a favor de la vida, todo el mundo sabe nuestra lucha por la paz, todo el mundo sabe cómo nosotros amamos a todos los pueblos, y cómo amamos y queremos al pueblo árabe, a los pueblos de Arabia, y cómo esos pueblos nos aman a nosotros y cómo hemos hecho por llevar las mejores relaciones con los distintos gobiernos que hay en el mundo árabe”.

Asimismo, subrayó la condena a la violencia, el imperialismo y el intervencionismo. “Así que desde aquí, con este corazón a Gadafi, a Libia, un rezo por la paz y ojalá consigan, como nosotros, que tuvimos golpes y guerras civiles, intervencionismos y logramos, gracias a Dios, conseguir este camino que tenemos que cuidarlo tanto porque todavía aquí hay grupitos que pretenden siempre llevarnos por esas vías de golpes suaves, revoluciones de colores y desestabilización”.

“Los que condenan de inmediato a Libia hacen mutis con los bombardeos de Israel, del Estado de Israel sobre Faluyá, y de los miles y miles de muertos incluyendo mujeres, niños y familias enteras. Se quedan callados con el bombardeo y las masacres en Irak y en Afganistán; no tienen moral entonces para condenar a nadie”, dijo el presidente Chávez al referirse a la manipulación mediática que hacen algunos medios de comunicación en el mundo.

Indicó que el Gobierno Nacional ha guardado un prudente silencio por la desinformación, por parte de los medios de comunicación occidentales, sobre la situación política de Libia y del mundo árabe.

El Jefe de Estado recordó que aunque mantiene una amistad profunda con el presidente de Libia, Muammar Gaddafi, “no puedo decir que apoyo, que estoy a favor o aplaudo cualquier decisión que tome cualquier amigo mío en cualquier parte del mundo”.

Para finalizar, el presidente Chávez exhortó: “Llamo a toda Venezuela, con nuestras diferencias, al debate de ideas y al trabajo conjunto, reconociéndonos diferentes pero venezolanos y venezolanas, trabajando por el país, para que cada día Venezuela viva mejor y ayude al mundo. Ojalá, Dios mío, en vez de más guerras y más violencias, cada día el mundo viva mejor”.

sabato 26 febbraio 2011

SENSO CRITICO COMPAGNI!


Su quanto sta accadendo in questi giorni in Libia, si stanno dicendo un po' troppe fesserie o comunque informazioni poco verosimili o assolutamente non verificate, che però vengono prese per oro colato da certi "media", i soliti che ben conosciamo, e purtroppo prese acriticamente per buone e ridiffuse da tante persone, anche compagni, che non si soffermano a pensare e a leggere bene ciò che stanno dicendo.





Cose del tipo:

- Gheddafi subito scappato in Venezuela (la tipica mossa "due piccioni con una fava": in un colpo solo si screditano due "nemici")

- elicotteri Apache e aerei F-16 che bombardano la folla (tali mezzi ce li hanno solo gli Usa, Israele e pochi altri, sicuramente non la Libia)

- bandiere del regno corrotto di Idris fatte passare per bandiere di rivolta e libertà, addirittura usate per fare i quadretti "Free Libya" o roba del genere, quando appunto il regno di Idris fino al 1969 era un regime semicoloniale al servizio degli interessi occidentali: è come se per combattere Berlusconi usassimo la bandiera sabauda... Da dove verranno poi tante bandiere reali, le hanno conservate nel cassetto per più di quarant'anni?

- "testimonianze" non si sa bene di chi (magari da "Twitter" o simili, cioé di chiunque da qualunque parte) che parlano di caos e disordine e morti dappertutto etc. e poi altri invece che dicono che è tutto calmo e che al massimo ci sono stati incidenti in periferia - a chi credere, e come? Ma perché certi "media" credono sempre e solo da una parte, in genere quella più "tremendista"?

- video su Youtube che dicono molto di più nella loro presentazione a effetto che nel loro effettivo contenuto, come uno in cui non si capisce chi sono i morti e ammazzati da chi e come (e non si vedono comunque né bombardamenti aerei né razzi sulla folla o robe del genere), o un altro che mostra delle tombe individuali che però vengono chiamate "fosse comuni", e magari speculano sul morbo dei morti, delle "immagini che possono ferire la sensibilità" come per renderle più "interessanti"

- e poi il numero di morti, che balla tra duecento, mille, diecimila... si danno proprio i numeri, lo ha detto il tale che riferisce il tale che gliel'ha detto il tal altro... magari stando a migliaia di chilometri di distanza, ma basta la sua "autorità" perché sia credibile qualunque cosa...





E insomma, è chiaro che in questa storia ci sono molti, troppi interessi in gioco, e la situazione è confusa, ma è sicuramente molto più complessa di quello che certuni vorrebbero farci credere, con le mitologie di "movimenti popolari", "giovani eroici per la libertà" e cose del genere. E allora, SENSO CRITICO compagni, fare uno sforzo di analisi e comprensione prima di credere e di mettere in giro certe "notizie" - meglio ancora se si fa uno sforzo di ricercare fonti alternative - e soprattutto, molta prudenza e diffidenza, specialmente quando certe cose vengono da certe fonti che sappiamo essere professionisti della bugia e la manipolazione. Per quello che dicono e che non dicono, e come lo dicono.

martedì 22 febbraio 2011

IL PIANO NATO PER OCCUPARE LA LIBIA


Le Riflessioni del compagno Fidel



Il petrolio si è trasformato nella principale ricchezza nelle mani delle grandi multinazionali yankee; grazie a questa fonte d’energia dispongono di uno strumento che ha accresciuto considerevolmente il loro potere politico nel mondo.





È stata la loro principale arma quando hanno deciso di liquidare facilmente la Rivoluzione Cubana appena si promulgarono le prime leggi giuste e sovrane nella nostra Patria: privarla di petrolio.

Su questa fonte d’energia si è sviluppata la civiltà attuale. Il Venezuela è la nazione di questo emisfero che ha pagato il prezzo più alto.



Gli Stati Uniti erano divenuti padroni degli enormi giacimenti la natura ha posto in questo fraterno paese.

Alla fine dell’ultima Guerra Mondiale si cominciarono ad estrarre dai giacimenti dell’Iran, così come da quelli dell’Arabia Saudita, Iraq e dei paesi arabi situati nella zona, maggiori quantità di petrolio.

Questi divennero i principali fornitori.

Il consumo mondiale si elevò progressivamente alla favolosa cifra di, approssimata, 80 milioni di barili al giorno, includendo quelli che si estraggono nel territorio degli Stati Uniti, ed ai a quali ulteriormente si sommarono il gas, l’energia idraulica e quella nucleare. All’inizio del XX secolo, il carbone era stato la fonte fondamentale di energia che rese possibile lo sviluppo industriale, prima che si producessero migliaia di milioni di automobili e di motori che consumano combustibile liquido.

Lo spreco del petrolio e del gas è associato ad una delle maggiori tragedie, irrisolta in assoluto, che l’umanità sta soffrendo: il cambio climatico.



Quando la nostra Rivoluzione è sorta, Algeria, Libia ed Egitto non erano ancora produttori di petrolio, e gran parte delle enormi riserve dell’Arabia Saudita, Iraq, Iran e degli Emirati Arabi Uniti non erano stati ancora scoperti.

Nel dicembre del 1951, la Libia divenne il primo paese africano a conquistare la sua indipendenza dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando il suo territorio fu scenario d’importanti combattimenti tra le truppe tedesche e del Regno Unito, che diedero fama ai generali Erwin Rommel e Bernard L. Montgomery.



Il 95 % del suo territorio è totalmente desertico. La tecnologia ha permesso di scoprire importanti giacimenti di petrolio leggero d’eccellente qualità, che oggi raggiungono un milione 800.000 barili al giorno, e abbondanti depositi di gas naturale.

Tale ricchezza le ha permesso di raggiungere una speranza di vita di quasi 75 anni e il più alto ingresso pro capite dell’Africa.

Il suo duro deserto si trova ubicato al di sopra di un enorme lago di acqua fossile, equivalente a tre volte la superficie di Cuba, e questo ha reso possibile la costruzione di una vasta rete di conduzioni di acqua dolce che si estende in tutto il paese.

La Libia, che aveva un milione di abitanti quando conquistò la su indipendenza, oggi conta su circa sei milioni.



La Rivoluzione della Libia avvenne nel mese di settembre del 1969. Il suo principale dirigente fu Muammar al-Gaddafi, militare d’origine beduina che, giovanissimo, s’ispirò nelle idee del leader egiziano Gamal Abdel Nasser. Senza dubbio molte delle due decisioni sono state associate ai cambi che avvennero quando, come in Egitto, una monarchia debole e corrotta fu spazzata via dalla Libia.

Gli abitanti di questo paese hanno millenari tradizioni guerriere. Si dice che gli antichi libici facevano parte del ‘esercito di Annibale, quando fu al punto di liquidare l’antica Roma con le forze che valicarono le Alpi.

Si potrà essere o no d’accordo con Gaddafi. Il mondo è stato invaso con tutti i tipi di notizie, soprattutto quelle dei media di massa dell’informazione.



Si dovrà aspettare il tempo necessario per conoscere con rigore quanto c’è di vero o di falso, o una miscela di fatti di ogni tipo che, in mezzo al caos, si sono prodotti in Libia.




Quello che per me è assolutamente evidente, è che il Governo degli Stati Uniti non sono affatto preoccupati per la pace in Libia, e non vacilleranno nel dare alla NATO l’ordine d’ invadere questo ricco paese, forse in questione di ore o di pochi giorni.




Quelli che con perfide intenzioni hanno inventato le falsità che Gaddafi si dirigeva in Venezuela, come hanno fatto nel pomeriggio di domenica 20 febbraio, hanno ricevuto oggi una degna risposta del Ministro degli Esteri del Venezuela, Nicolás Maduro, che ha detto testualmente che sperava "che il popolo della Libia incontri, nell’ esercizio della sua sovranità, una soluzione pacifica alle sue difficoltà, che si preservino l’integrità del popolo e della nazione libica, senza l’ingerenza dell’imperialismo"

Io, da parte mia non immagino il dirigente libico che abbandona il paese, scordandosi delle responsabilità che gli vengono le imputate, siano o no false, in parte o nella loro totalità.




Una persona onesta sarà sempre contro qualsiasi ingiustizia che si commetta con qualsiasi popolo del mondo, e la peggiore di queste, in questo istante, sarebbe stare zitti di fronte al crimine che la NATO si prepara a commettere contro il popolo della Libia.

venerdì 11 febbraio 2011

PROCESSO THYSSEN: PROVOCAZIONE CARABINIERI


LA MATTINA DELL'11 FEBBRAIO, DURANTE L'UDIENZA DEL PROCESSO THYSSEN, MENTRE I COMPAGNI DEL CCP-PROLETARI COMUNISTI APPENDEVANO LO STRISCIONE DELLA RETE PER LA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO, I CARABINIERI DI INSTANZA AL TRIBUNALE HANNO TENTATO DI STRAPPARE LO STRISCIONE DELLA RETE POSTO A FIANCO DI QUELLO RAFFIGURANTE I 7 OPERAI MORTI SULLA LINEA 5 DELLA THYSSEN.
I COMPAGNI PRESENTI E IL PADRE DI UNO DEGLI OPERAI MORTI, HANNO REAGITO CON DETERMINAZIONE E SI SONO RIFIUTATI DI RIMUOVERE GLI STRISCIONI E DI FORNIRE LE LORO GENERALITA'. UN BRIGADIERE HA TENTATO DI PORTARE UN COMPAGNO ALL'INTERNO DEL TRIBUNALE MA I COMPAGNI PRESENTI LO HANNO FATTO DESISTERE DAL SUO INTENTO.
LA PROVOCAZIONE DEI CARABINIERI NON E' QUINDI RIUSCITA E GLI STRISCIONI SONO RIMASTI APPESI ALLA CANCELLATA DEL TRIBUNALE.
I CARABINIERI HANNO DICHIARATO DI AVERE SEGUITO LE DISPOSIZIONI DEL TRIBUNALE CHE VIETEREBBERO L'AFFISSIONE ALLA CANCELLATA E CHE QUINDI AVREBBERO SOLTANTO ESEGUITO GLI ORDINI DELLA PROCURA. MA, AL DI LA DI PRESUNTE O RELI DISPOSIZIONI DEL TRIBUNALE, RIMANE IL FATTO CHE DI FRONTE ALLA STRAGE DI SETTE OPERAI, LA PROPAGANDA E LA CONTROINFORMAZIONE SMUOVE LE COSCENZE E DISTURBA CHI VORREBBE CHE TUTTO RIMANESSE BLINDATO NELLE AULE DEL TRIBUNALE AL FINE DI FARE CALARE L'ATTENZIONE ATTORNO AD UNA STRAGE DI OPERAI CAUSATA DAI PADRONI ASSETATI DI PROFITTO! E' NECESSARIO NON CEDERE AI TENTATIVI INTIMIDATORI DI CHI VORREBBE CHE TUTTO SI INSABBIASSE SENZA CHE LE MASSE POPOLARI SAPPIANO E PRENDANO POSIZIONE!
RINGRAZIAMO I PARFENTI DEI SETTE EROI DELLA THYSSEN CHE HANNO ASSUNTO CON DETERMINAZIONE LA DIFESA DEI COMPAGNI E IL DIRITTO DI INFORMARE E CONTROIFORMARE SULLA QUESTIONE DELLE VITTIME DEL LAVORO!

Collettivo Comunista Piemontese
colcompiemonte@yahoo.it
tel. 3476558445 via saluzzo numero 13 c/o centro di documentazione LATIFA SDAIRI

VOLANTINO PROCESSO THYSSE DEL 11 FEBBRAIO 2011


Durante l’udienza del 4 febbraio l’avv. Anglesio, difensore dei dirigenti ThyssenKrupp Moroni, Cafueri e Salerno, ha aperto la sua arringa difensiva lamentando la “spettacolarizzazione” del processo (?) e dicendo che la pubblica diffusione di “informazioni mediatiche” influenzerebbe negativamente l’imparzialità della giuria il cui compito deve essere quello di giudicare serenamente tenendo conto dei fatti e soltanto di quelli! Anglesio, ha affermato anche che il compito dei Pubblici Ministeri è quello di incolpare gli imputati mentre lui e gli altri difensori degli stragisti Thyssen, guarderebbero le cose sotto un “profilo più realistico” permettendo così alla giustizia di seguire con maggior serenità il suo corso (?).
Cosa avrà voluto dire Anglesio con queste affermazioni? Forse che i processi per morti sul lavoro dovrebbero rimanere “blindati” nel chiuso delle aule di Tribunale senza che la società, l’opinione pubblica e il proletariato vengano informati e possano prendere posizione sui procedimenti che riguardano l’intera struttura della società? E che razza di visione più realistica potrebbe avere un avvocato difensore dei potenti di turno e di chi meglio può elargire forti somme di denaro per parcelle stratosferiche? La strage dei sette eroi della Thyssen non è un caso isolato o una mera fatalità! Quella strage è la rappresentazione più realistica dell’aberrante sistema che costringe milioni di proletari a vendere la propria forza lavoro ad un pugno di grassi parassiti che la trasformano in enormi profitti garantendo per se stessi e per i propri famigliari vite agiate, abitazioni lussuose e vizi di ogni genere senza mai sprecare una goccia di sudore della loro fronte!
Gli stessi parassiti che pagano le campagne elettorali dei servi della politica commissionando loro leggi e leggine con l’obbiettivo di tutelare le loro infinite proprietà e i loro enormi profitti e di garantire loro l’immunità o l’impunità. Sono gli stessi grassi parassiti che posseggono le case editrici, le televisioni e i mezzi di informazione utilizzati come “cavalli di Troia” per depistare e mistificare intossicando (quando non nascondendo) le notizie che potrebbero metterli in cattiva luce agli occhi dell’ opinione pubblica e delle masse popolari sempre meno disposte ad accettare passivamente le loro angherie e i loro misfatti.
Certo è che la corretta informazione e la determinata e capillare controinformazione rappresentano un pericolo per i potenti di turno e per i loro servi della politica, delle Istituzioni (tra cui anche i dirigenti delle forze dell’ordine) e in questo caso dell’avvocatura. Infatti, durante alcune udienze precedenti, sia gli avvocati che la polizia giudiziaria e i carabinieri di istanza al Tribunale, hanno tentato, minacciando sequestri e denunce, di scoraggiare l’opera di controinformazione e di solidarietà proletaria che da circa due anni il CCP, Proletari Comunisti e la Rete per la Sicurezza sui posti di Lavoro, svolgono di fronte al palazzo di giustizia. L’ultimo tentativo è stato quello di fare rimuovere lo striscione raffigurante i volti dei sette operai morti che era stato affisso alla cancellata del Tribunale. Soltanto la determinazione dei compagni presenti e l’intervento deciso dei famigliari dei sette operai arsi vivi, hanno evitato la rimozione dello striscione e le denunce contro i nostri compagni. Gli striscioni e i volantini che solidarizzano con i famigliari delle vittime del lavoro e che denunciano pubblicamente le mistificazioni, i raggiri e i tentativi di depistaggio, smuovono le coscienze e gli avvocati servi dei dirigenti della Thyssen hanno ragione nel preoccuparsene perché loro preferirebbero fosse messo tutto a tacere o fosse tutto delegato alla stampa borghese di proprietà di qualche altro grasso parassita. Ma, loro malgrado, la Costituzione repubblicana, nelle sue parti sane, parla molto chiaro e sancisce nettamente (ART.21) il diritto di espressione e di opinione conquistato con la Resistenza antifascista e al quale nessun proletario con la coscienza di essere tale, ha intenzione di rinunciare! E’ proprio dalla difesa dei diritti sanciti dalla parte sana della Costituzione e cioè di quella parte che tutela le masse popolari e il proletariato, che invitiamo chiunque abbia a cuore la causa della classe operaia e dei loro famigliari, a mantenere alta l’attenzione e la tensione attorno al processo contro i dirigenti stragisti della ThyssenKrupp, perché il processo contro di loro è il processo contro il sistema di sfruttamento e di morte che ingrassa i padroni uccidendo ed affamando milioni di lavoratori .

lunedì 31 gennaio 2011

Volantino in diffusione all'udienza THYSSEN del 01.02.2010


Sabato 29 gennaio la pagina 21 de “La Stampa” era dedicata tutta alle “imprese forensi” dell’avv. Coppi difensore dei dirigenti stragisti della Thyssen. Il quadro che emergeva dall’intervista della giornalista Maria Corbi, era quello di un avvocato irreprensibile e vincente che non solo difenderebbe uomini potenti del calibro di Gabetti, Grande Stevens, Andreotti, l’ex ministro Gui ( assolto per lo scandalo LOCKHEED), fascisti dello stampo del Gen. Vito Miceli del MSI (assolto al processo per il golpe Borghese) ed ora i dirigenti della Thyssen accusati di omicidio volontario ma, colto da un “irresistibile passione per il caso umano” e “guidato dall’istinto”, ha assunto la difesa di Sabrina Misseri accusata di avere ucciso la sua amica Sarah Scazzi. Molto probabilmente l’avv. Coppi aveva bisogno di un intervista su di un quotidiano nazionale per rifarsi la facciata dopo la sua infausta e denigratoria arringa durante la scorsa udienza del processo Thyssen! Altrimenti non sarebbe giustificabile il motivo per cui, giornalisti esperti, prima di un intervista, non siano andati a fondo nell’ inchiesta sul personaggio da intervistare, cosa che per altro, quando si tratta di proletari impegnati in politica o nel sociale, viene svolta in maniera approfondita sino a scavare anche nella loro intimità!
Se la giornalista Maria Corbi si fosse applicata professionalmente, avrebbe scoperto anche che “l’irreprensibile” avv. Coppi difese Pollari del SISMI sulla questione del rapimento di Abu Omar e che, alle domande dei magistrati, Polaari non rispose sostenendo di essere vincolato dal segreto di Stato.
Il suo avvocato, Franco Coppi, affermò che il suo assistito era impossibilitato a difendersi: il segreto di Stato glielo impediva. Ma chiunque abbia un minimo di nozione giuridica sa che non è vero! Il diritto alla difesa è un diritto costituzionalmente garantito e non può essere limitato da una legge, quale è appunto quella che istituisce il segreto di Stato. Pollari poteva utilizzare tutte le carte che voleva per difendersi, anche quelle coperte dal segreto di Stato. E’ interessante, però, sottolineare come lo stesso tentativo fosse già stato fatto, in passato, sempre dall’avvocato Franco Coppi, per difendere un altro (guarda caso) Generale del SISMI coinvolto in un gravissimo scandalo: il generale massone, iscritto alla loggia P2, Pietro Musumeci. Anche in quell’occasione il tentativo dell’avv Coppi fallì, e il Generale Musumeci venne poi condannato, in via definitiva, nel processo per la strage di Bologna a 8 anni e 5 mesi.
Coppi, nato in Libia nel 1938 dove il padre, (guarda caso) dirigente FIAT, fu inviato dall’azienda del regime fascista, difese anche l’ex capo della polizia Di Gennaro al processo per l’irruzione alla scuola Diaz di Genova durante il G8 2001, per i depistaggi che seguirono alle torture e ai pestaggi subiti dai manifestanti. Ricorderemo le finte molotov portate proprio dalla polizia su indicazione dello stesso Di Gennaro poi condannato in appello a un anno e 4 mesi di reclusione. Altro che vincente avvocato, tanto legato all’applicazione delle leggi e al rispetto per la giustizia! Contro prova ne è che durante la sua arringa alla scorsa udienza del processo Thyssen, Coppi affermava che “se fosse stato parente delle vittime, forse avrebbe reagito anche peggio” di come hanno reagito i famigliari dei 7 operai morti abbandonando l’aula, ma ricordava che lui, come i suoi colleghi, sono avvocati e che fanno il loro dovere né più, né meno, dei Pubblici Ministeri! “Prestano il loro contributo affinché la legge venga applicata”! Sarebbe portare un “contributo alla giustizia” chiamare a deporre testimoni (poi risultati falsi e indottrinati) senza verificare la veridicità delle loro testimonianze ?! Alla faccia del contributo alla giustizia!
L’avv, Coppi, forse nell’ultimo disperato patetico tentativo di impietosire la giuria popolare e l’opinione pubblica, ha affidato la cura del suo look ai pennivendoli de “La Stampa” i quali farebbero meglio a seguire con maggiore attenzione le ragioni dei famigliari dei 7 operai morti sulla linea 5 dello stabilimento di Torino invece di occuparsi dell’immagine di un avvocato legato agli ambienti dell’eversione nera e dei servizi segreti deviati.

sabato 29 gennaio 2011

SCIOPERO GENERALE SUBITO!




lo sciopero generale dei metalmeccanici ha svuotato molte fabbriche e
riempito molte piazze e questo è positivo perchè è una risposta generale al
piano Marchionne e una risposta nazionale da parte degli operai all'esito
del referendum Mirafiori.
Importante è la presenza ai cortei di parte del movimento degli studenti e
dei sindacati di base.
Ma le note positive finiscono qui
Lo sciopero si è svolto con manifestazioni in generale di tipo tradizionale,
pochi scarti dovuti in generale alla presenza studentesca.
Il rituale dei dirigenti FIOM di chiedere lo sciopero generale alla cgil,
che rifiuta di farlo si è ripetuto uguale a oltre due mesi dal 16 ottobre
mentre con il proseguimento della marcia del fascismo padronale e con la
crescita del discredito del governo berlusconi e della falsa opposizione
parlamentare si impone la necessità urgente di esso.
L'illusione che questa lotta in queste forme possa fermare i padroni,
seminata dalla stessa fiom e dalle diverse componenti sindacali e politiche
.. è appunto una illusione.
Noi pensiamo e ribadiamo che serve un vero sciopero generale prolungato che
blocchi con il necessario esercizio della forza le fabbriche e le strade e
prenda esempio dal 14 dicembre del movimento degli studenti.
Ora occorre che in ogni fabbrica e in ogni assemblea, in ogni luogo di
lavoro, nelle scuole ed università ci sia un pronunciamento e una
organizzazione in questa direzione -- non è questo lo scopo attuale della
FIOM nè di aggruppamenti quali 'uniti contro la crisi'
La strada quindi è ancora lunga, ma da percorrere con coraggio e
deteminazione


Durante il corteo di Torino rispunta la "nuova polizia" del servizio d'ordine della FIOM-CGIL. Infatti questi servi infami, hanno tentato di spingere in coda lo spezzone dei compagni del CCP e di Proletari Comunisti. Tentativo maldestro e non riuscito grazie alla risposta determinata del piccolo spezzone pronto anche ad accettare, in condizioni di netta inferiorità numerica, lo scontro fisico e grazie agli operai che hanno protestato contro l'atteggiamento dei galoppini FIOM.

La nuova polizia della FIOM ha dovuto desistere dal suo intento infame: separare e isolare gli operai che sono decisi a trasformare gli scioperi in problemi di ordine pubblico scontrandosi direttamente e con qualsiasi mezzo, con i padroni ed i loro servi! "VIA,VIA LA NUOVA POLIZIA"!

proletari comunisti
28 maggio 2011

sul blog i dati salienti dello sciopero, fatti avvenuti e dichiarazioni

giovedì 27 gennaio 2011

VOLANTINO PER UDIENZA THYSSEN DEL 28 GENNAIO




L’udienza del processo Thyssen del 25 gennaio è stata quella di esordio dei difensori servi dei padroni stragisti. L’avv. COPPI ha dato “il meglio di sé dicendo che ”sia lui che i suoi colleghi, sentono il ''peso anche fisico'' della grande impopolarità che questo processo reca loro”. Ha ricordato che hanno subito offese, che sono stati chiamati ''servi''  e che “sono stati costretti”, prima di entrare in tribunale, a ritirare dei volantini che li definivano ''mercenari degli stragisti''. Ribadisce che se fosse stato parente delle vittime, forse avrebbe reagito anche peggio di come, durante l’udienza, hanno reagito i famigliari abbandonando l’aula, ma ricorda che lui, come i suoi colleghi, sono avvocati e che fanno il loro dovere né più, né meno, dei Pubblici Ministeri! “Prestano il loro contributo affinché la legge venga applicata”! Sarebbe portare un “contributo alla giustizia” chiamare a deporre testimoni (poi risultati falsi e indottrinati) senza verificare la veridicità delle loro testimonianze ?! Alla faccia del contributo alla giustizia! Inoltre COPPI, per confutare l’accusa di omicidio volontario, cita il lavoro del lanciatore di coltelli e della sua partner: “Il lanciatore è bravissimo, ma va da sé che un rischio c'è, ma non è detto che lui sia un omicida”. Oppure quello del “chirurgo inesperto che deve fare un intervento pur mettendo sul piatto della bilancia la sua inesperienza, pur senza voler uccidere ma accettando i rischi”… COPPI sostiene che “per condannare qualcuno di dolo eventuale non basterebbe il sospetto” ! Sostiene che “si potrebbe accusare di dolo eventuale solo se si avesse la sicurezza che l'imputato, pur sapendo che i risultati della sua condotta avrebbero causato la morte di 7 persone, avrebbe fatto le stesse cose che ha scelto di fare”! (Sarebbe come affermare che tutti i magnati e gli industriali che finanziarono il partito nazista e il fascismo lo fecero per il bene della popolazione senza poter prevedere l’immane tragedia della guerra mondiale, le leggi speciali e razziste e i campi di sterminio!) Affermazioni che l’avv. COPPI sa bene essere assurde in quanto, considerato che la fabbrica era in dismissione, la scelta dei dirigenti è stata quella di spostare i soldi necessari per la messa in sicurezza da un'altra parte (questa non è un operazione dolosa?! ) provocando la strage del dicembre 2007. Gli avvocati che difendono la Thyssen non ci vengano quindi a raccontare di essere paladini della legge e della giustizia! Non strumentalizzino (loro si) il dolore dei famigliari delle vittime che di tutto hanno bisogno meno che di essere compatiti dai difensori di chi ha consapevolmente causato l’atroce morte dei loro cari! COPPI affermerebbe anche che le pene chieste dai PM sarebbero state severe per vendetta contro i loro assistiti insistendo, così, nella denigrazione e nel disprezzo per i 7 operai morti, per i loro famigliari e per i compagni di lavoro dei 7 EROI!
Questi “poveri avvocati che pur di sostenere la giustizia e fare applicare le leggi, sono costretti, di fronte al tribunale, a prendere i volantini” che li smascherano denunciando pubblicamente il loro disprezzo per la classe operaia e per il proletariato! Il “curriculum” di questi signori e in particolare dell’avv. COPPI, parla abbastanza chiaro e dimostra la loro netta scelta di campo dal punto di vista di classe! Questi signori, consapevoli dei drammi e delle tragedie che i loro assistiti hanno causato e causano sulla pelle di chi per vivere non ha altro mezzo che la vendita della propria forza lavoro, sono i “paladini” della giustizia e delle leggi care ai padroni; quella giustizia con la G minuscola amministrata dai potenti e dai loro servi della politica, della magistratura e della repressione. Se un operaio per protestare contro gli enormi e insopportabili carichi di lavoro, ferma le macchine, viene licenziato in tronco, messo in mezzo una strada e utilizzato come monito per tutti gli altri mentre un padrone può permettersi tempo e risorse economiche per smuovere uno stuolo di politici, poliziotti ed avvocati pronti a tutto pur di sottrarsi alle loro responsabilità!