mercoledì 30 settembre 2009


Mercoledì 30 settembre il compagno del CCP Valter Ferrarato è stato convocato presso gli uffici del commissariato di corso Spezia a Torino per ricevere una diffida relativa all’osservazione delle prescrizioni del suo stato di affidato in prova ai servizi sociali ordinato come misura alternativa alla pena di anni uno di carcere per gli scontri avvenuti l’11 marzo 2006 a Milano durante una manifestazione antifascista.

La diffida è stata decisa dal magistrato di sorveglianza a causa di una segnalazione degli agenti della DIGOS che, avendo fermato il nostro compagno in data primo luglio 2009 e che, dopo varie provocazioni, minacce e vessazioni, lo avevano identificato e segnalato come persona sospetta la cui presenza sul luogo del fermo(Piazza CLN a Torino) non era giustificabile (?). Gli sbirri della DIGOS, nella loro segnalazione, asserivano che il nostro compagno, non aveva “favorito”l’identificazione omettendo di esibire il documento sull’affidamento che il compagno avrebbe invece dovuto mostrare immediatamente agli agenti, come da prescrizioni del magistrato di sorveglianza. Il nostro compagno quindi è stato diffidato e ammonito dal Magistrato di Sorveglianza come trasgressore delle prescrizioni e gli è stato reso noto che questo genere di diffide, se ripetute, potrebbero provocare la revoca della misura alternativa e l’arresto con traduzione in carcere.

Siamo di fronte all’ennesima provocazione e all’ennesimo tentativo di colpire un militante comunista e un compagno che si è sempre battuto con abnegazione e coraggio e che non ha nessuna intenzione di consegnare le armi e di arrendersi. Gli attacchi repressivi e preventivi contro le avanguardie di lotta sono sistematici e sempre più frequenti sono i casi in cui i servi della borghesia utilizzano misure preventive degne dei primi anni del ventennio fascista, nel tentativo di isolare, dal fuoco della lotta che il proletariato sta conducendo con sempre maggiore intensità, i compagni che più di altri potrebbero influenzarne gli sviluppi in senso rivoluzionario.

Intendiamo fare il possibile per trasformare questi tentativi repressivi e intimidatori, in un arma da ritorcere contro gli sbirri e i loro mandanti attraverso la diffusione su larga scala delle singole situazioni come quella che ha riguardato il nostro compagno e al lavoro per fare fronte comune contro il comune nemico di classe che comprende anche il sostegno e la reciproca solidarietà, di fronte alla repressione.



Solidarietà con il compagno Valter Ferrarato

Solidarietà con tutti i compagni colpiti dalla repressione

sabato 26 settembre 2009

In Morte del giudice Maurizio Laudi


La morte, “grande consolatrice”, si è portata via un altro “eroe dei nostri tempi”, uno di quelli per cui, verranno versate lacrime e scritte migliaia di parole d’encomio e di riconoscenza. Ma, su Maurizio Laudi qualche cosa vorremmo scriverla anche noi. Laudi era un magistrato che svolgeva con estremo zelo il compito di persecutore di comunisti e anarchici sul territorio della Repubblica nata dalla Resistenza partigiana. Il giudice Laudi fece parte, insieme a Caselli e altri magistrati, del pool “antiterrorismo” che negli anni 70 fece incarcerare migliaia di compagni e compagne che combattevano, a loro modo, per abbattere un sistema infame e assassino e per sostituirlo con un sistema senza più sfruttati ne sfruttatori. Maurizio Laudi non era un “eroe dei nostri giorni” bensì un servo della classe dominante e dei padroni. Ricordiamo che il giudice Laudi fu il responsabile della morte in carcere dei due anarchici Soledad Rosas e Edoardo Massari (Baleno) accusati degli attentati contro La TAV in valle di Susa e incarcerati senza uno straccio di prova.
Allo stesso modo con cui noi comunisti non abbiamo pianto la morte di Biagi e di altri personaggi nemici della classe operaia, non piangeremo nemmeno la morte del giudice Maurizio Laudi. Noi comunisti piangiamo invece le migliaia di vittime dello sfruttamento padronale e i compagni caduti per mano del piombo assassino dei servi della borghesia imperialista.