lunedì 21 dicembre 2009

SOLIDARIETA’ CON GLI ANTIFASCISTI VERCELLESI.



La scorsa notte le abitazioni di due compagni vercellesi e il CSA Mattone Rosso sono stati perquisiti dalla DIGOS con la scusa di voler recuperare le bandiere di Forza Nuova.

Le bandiere erano state prese ai fascisti mentre erano intenti a diffondere la loro lugubre propaganda.

È evidente come questo non sia altro che un pretesto per attaccare ed aggredire chi si batte per impedire che i fascisti si prendano spazi di agibilità politica e culturale. Un pretesto per aggredire chi, a suo modo, si batte contro le politiche antipopolari del gruppo di parassiti che ci governa.

È evidente come queste operazioni repressive siano strumentali alla politica sempre più fascista di questo governo e come l’attenzione delle “forze dell’ordine” siano sempre rivolte a chi lotta contro questo sistema malato mentre le strade sono sempre più riempite da gentaglia come fascisti, spacciatori e altri delinquenti di questo stampo.

Vogliamo far notare come le forze dell’ordine si impegnino sempre per reprimere gli antifascisti mentre dovrebbero difendere la Costituzione repubblicana antifascista nata dalla Resistenza.

Questi gruppi di personaggi (come Forza Nuova), che si rifanno all’ideologia che ha portato il mondo e la nostra nazione nella tragedia dell’Olocausto, della seconda guerra mondiale, alle deportazioni, alle torture, alle uccisioni dei comunisti e degli antifascisti non devono in alcun modo ottenere spazi e senza tregua.

Diciamo che non saranno ne le perquisizioni ne gli arresti a fermare la nostra lotta contro il fascismo e il razzismo.

Invitiamo tutti a essere solidali e ad attivarsi con i propri mezzi e secondo le proprie possibilità per resistere alla repressione

Esprimiamo la più totale e sentita solidarietà di classe agli antifascisti vercellesi.


Collettivo Comunista Piemontese
Collettivo Stella Rossa

sabato 19 dicembre 2009

Sostegno e solidarietà alla lotta degli operai di Pomigliano D’Arco


Sabato 19 dicembre 2009

Gli operai precari della FIAT di Pomigliano D’Arco, per protestare contro 93 licenziamenti, da mercoledì scorso occupano la sala consiliare del Comune. Gli operai, ai quali non è stato rinnovato il contratto, hanno deciso di proseguire con l’occupazione e il presidio.
In tutto il comparto metalmeccanico si stanno subendo gli effetti del “Piano Marchionne” che per i molti politici, di destra e di sinistra, e qualche dirigente dei sindacati di regime, sarebbe stato il toccasana per la crisi occupazionale e aziendale della FIAT . Invece, ecco che si confermano i veri intenti del dirigente Marchionne e dei padroni della FIAT:
- delocalizzare e chiudere gli stabilimenti,
- licenziare gli esuberi, non riconfermare i contratti agli interinali,
- ordinare agli operai di fare gli straordinari al bisogno dell’azienda e i sabati lavorativi,
- sfruttare il denaro pubblico per sanare le malefatte dell’azienda e per coprire le casse integrazioni.
Il piano Marchionne non è altro che il piano per strappare ulteriore denaro pubblico (denaro che viene anche dagli stessi operai che vengono sbattuti in mezzo a una strada) ed approfittare della crisi per accrescere i profitti senza utilizzare capitale del padrone. Pomigliano, Termini Imerese e altre aziende dell’indotto FIAT rischiano la chiusura e migliaia di operai verranno licenziati!
Altro che “Toccasana per risolvere la crisi”!
Con la stessa logica procedono praticamente tutti i piani di riorganizzazione, ristrutturazione, “risanamento”, e “salvataggio” delle aziende Italiane come di quelle di ogni paese imperialista. La salvaguardia degli interessi dei padroni è al primo posto nei piani politici dei governi borghesi. La difesa degli interessi dei lavoratori deve essere al primo posto dell’azione dei comunisti.
Il Coordinamento dei Collettivi Comunisti esprime la più totale solidarietà agli operai di Pomigliano e si impegna a sostenere la loro lotta diffondendo ad ampio raggio i loro comunicati e le notizie che riguardano la loro mobilitazione. La lotta degli operai di Pomigliano è la lotta di tutti i lavoratori perché si inserisce nella più generale lotta per abbattere il sistema di sfruttamento e di morte gestito dalla borghesia e per istaurare un sistema senza più sfruttati né sfruttatori, un sistema socialista. Per fare questo però è necessario che queste lotte si uniscano in un unico fiume e che gli operai ne assumano la direzione costruendo il loro partito, il partito comunista!
Coordinamento Colettivi Comunisti

venerdì 18 dicembre 2009

PADRONI E SERVI DEI PADRONI HANNO PAURA DELLA VERITA'


In occasion dell'udienza del 17 dicembre del processo contro i diirgenti della Thyssen Krupp, alcuni nostri compagni, come di consueto, sono rimast in presidio fuori dal Tribunale con lo striscione ."CONTRO I PADRONI STRAGISTI GIUSTIZIA PROLETARIA"e con le bandiere rosse dei comunisti ed hanno diffuso un volantino dal titolo "LEGGI SPECIALI CONTRO I PADRONI STRAGISTI E I LORO SERVI"che metteva in evidenza l'inapplicabilità, nei confronti dei padroni e di chi li fiancheggia, del motto (LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI") che campeggia in tutte le ule dei Tribunale della Reppubblica, in quanto vi è una bella differenza tra chi ruba o uccide in condizioni di disperazione e chi invece lo fa per accrescere il profitto come nel caso dei padroni e dei dirigenti della Thyssen. Il volantino quindi diceva LEGGI SPECIALI e NON UGUALI per questi reati che sono tra i più efferati e che sono commessi ai danni di un intera classe sociale, famiglie comprese. Durante l'udienza l'AVV. Anglesio (come si evince dagli art. di La Repubblica e Torino Cronaca del 18.12.2009), confermando la sua affidabilità in veste di mercenario al soldo dei padroni e della classe dominante, che nel volantino era citata con tanto di nomi e cognomi dei suoi membri, ha preso la parola per denunciare il carattere intimidatorio del volantino, dicendo che il colleggio difensivo e i testimoni della difesa erano minacciati gravemente.

Vogliamo ricordare all'avv. Anglesio e a tutta la sua "CRICCA" che le uniche minacce nei loro confronti provengono da loro stessi e dall'ignobile causa che hanno assunto per un compenso di cui a molti piacerrebbe conoscere l'ammontare. I dirigenti e gli avvocati della Thyssen hanno paura della verità e la ritengono una minaccia da scongiurare con la repressione e la censura! Ma da quando in qua i cittadini non possono difondere la propria opinione? O forse lor signori credono che diffondere le proprie idee sia privilegio esclusivo dei potenti o dei politici di turno i quali non si fanno alcuna remora nel calunniare, denigrare, diffamere e condannare a priori gli operai che scioperano e occupano la fabbrica, gli studenti che protestano contro la Gelmini, gli immigrati poveri e i comunisti o chiunue altro combatta contro le ingiustizie e le angherie della classe ominante?!

Senza dubbio la verità è una minaccia per chi ceca di mistificarla, di nasconderla e di distorcerla!

Il CCP continuerà a sostenere la causa dei proletari colpiti dalle stragi dei padroni sino a che siano finalmente loro a pagare a caro prezzo le loro malefatte econtro le masse popolari!

venerdì 11 dicembre 2009

Solidarietà a tutti i resistenti delle case occupate e dei centri sociali, rispondiamo alla violenza degli sbirri!




Ieri mattina, molto presto, la polizia si è presentata all'Ostile (sito in corso Vercelli 32) la struttura occupata da poco più di un mese in concreta risposta alle minacce di sgombero di Chiamparino, del prefetto, del questore e della loro cricca.
I compagni che si trovavano all'interno hanno opposto una strenua resistenza salendo sul tetto e riuscendo a rimanerci per circa 14 ore. Nel frattempo, al di fuori della struttura, circondata dalla sbirraglia, si era radunato un folto numero di compagni che oltre a portare la loro solidarietà si sono da subito attivati per aiutare che si trovava sul tetto cercando di farci arrivare cibo e acqua. Da subito le merde in tuta blu hanno cercato di impedire qualsiasi rifornimento agli occupanti.
I presenti al presidio allora hanno impedito ai pompieri di avvicinarsi con le autoscale alla struttura provocando una dura carica da parte della polizia e dei carabinieri, che tuttavia non sono riusciti a disperdere i manifestanti. Dopo di che vista l'impossibilità per i pompieri di avvicinarsi per far scendere gli occupanti, i cani da guardia della borghesia (nel frattempo aumentati di numero) hanno caricato nuovamente con l'uso di gas lacrimogeni. I compagni hanno cercato di resistere rovesciando cassonetti e dandoli alle fiamme, bloccando le via vicine per poi disperdersi e ri radunarsi in piazza Crispi dove sono stati nuovamente caricati. Nel frattempo i compagni sul tetto dell'Ostile sono stati costretti a scendere.
Vogliamo porre in evidenza l'atteggiamento ferocemente repressivo delle "forze dell'ordine" che non solo si lasciavano andare a esclamazioni del tipo "ti taglio la gola" ma non si sono fatti problemi a massacrare di botte ragazze cadute in terra e anche gli stessi abitanti del quartiere che passavano di li.
Vogliamo dare tutta la nostra solidarietà a chi ieri ha difeso l'Ostile stando 14 ore su un tetto al freddo circondato dagli sbirri e a chi ha lottato in strada per fermare lo sgombero.
Mentre il sindaco Chiamparino promette e concede spazi pubblici ai fascisti dall'altra parte chiude le case occupate e i centri sociali, luogo dove i compagni si organizzano e si ritrovano. Invitiamo tutti a essere solidali e ad attivarsi con i propri mezzi e secondo le proprie possibilità per resistere agli sgomberi che è una parte importante della lotta contro la fascistizzazione del nostro paese.

TORINO 10 DICEMBRE 2009 MANIFESTAZIONE NAZIONALE PROMOSSA DALLA RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO


mercoledì 25 novembre 2009

sabato 21 novembre 2009

Nessuna sala pubblica, nessuno spazio cittadino deve essere lasciato in mano ai fascisti!


Nessuna sala pubblica, nessuno spazio cittadino deve essere lasciato in mano ai fascisti!

I consiglieri della lista NO EURO, Stefania Franchi e Renzo Rebellino hanno subdolamente usato la loro posizione di eletti in consiglio circoscrizionale per ottenere la concessione della sala consigliare in favore dei neofascisti di Forza Nuova per una conferenza alla quale avrebbe dovuto presenziare, oltre a Roberto Fiore, anche Nick Griffin, noto neonazista e negazionista inglese, parlamentare europeo con il BNP (British National Party). Ancora una volta i fascisti hanno tentato di approfittare delle crepe della democrazia borghese per cercare di legittimarsi nel panorama politico e sociale del nostro paese. Ancora una volta, seduti tra i banchi degli organismi elettivi, consiglieri che all’atto del loro insediamento, hanno giurato sulla Costituzione nata dalla Resistenza partigiana, hanno lavorato dietro al paravento della democrazia per sdoganare i fascisti e per offrire loro gli spazi che altrimenti non potrebbero ottenere. La giunta, sotto le pressioni degli antifascisti torinesi, ha dovuto revocare all’ultimo momento la concessione della sala tenendola occupata con una commissione sulla “influenza suina”. Un espediente che la giunta ha dovuto inventarsi per riparare, in fretta e furia, alla grave mancanza di vigilanza antifascista all’interno dell’organismo elettivo.
Gli antifascisti torinesi, dopo avere partecipato con un presidio al consiglio durante il quale il presidente annunciava la revoca della concessione della sala ai fascisti, confermavano la loro presenza anche per la sera seguente, data della conferenza di Fiore e Griffin. I fascisti, per bocca del loro infame esponente torinese Saija, si dicevano comunque decisi ad utilizzare la sala consigliare anche senza la concessione della giunta o a dare luogo alla loro conferenza nel piazzale antistante. Al presidio davanti alla circoscrizione, ad attendere i fascisti che codardamente, non si sono fatti vivi, erano presenti, alcune sezioni dell’ANPI, esponenti dell’Ernesto, i nostri compagni del CCP (Collettivo Comunista Piemontese), del GDA (Gruppo d’Azione Torino) e il CSOA Askatasuna. I neofascisti non si sono presentati e per la loro sporca iniziativa hanno dovuto ripiegare all’Hotel Royal di corso Regina Margherita dove sono stati costretti a rintanarsi come topi di fogna protetti da centinaia di poliziotti e carabinieri. Nessuna sala pubblica quindi ai fascisti! L’antifascismo popolare ha mostrato la sua efficacia e smascherato gli antifascisti di facciata, quelli che seduti sui banchi delle istituzioni, stravolgono il principio di Democrazia in nome di una riappacificazione nazionale cara soltanto ai padroni e ai loro servi.
I fiancheggiatori dei fascisti, mascherati dietro a liste civetta sostenute economicamente dalla banda di fascisti, razzisti, mafiosi, clericali e avventurieri capeggiata da Berlusconi, devono essere denunciati e non deve essere lasciata loro tregua! La giunta della circoscrizione 10 deve costringere i consiglieri Rebellino e Franchi a rassegnare le loro dimissioni in quanto spergiuri e nemici della Costituzione! E’ soltanto grazie alla Resistenza partigiana se i consiglieri possono sedere dietro i banchi delle istituzioni repubblicane ed è alla discriminante antifascista inserita nella Costituzione che loro devono tenere fede, altrimenti se ne vadano! La Democrazia per la quale migliaia di donne e di uomini hanno dato la loro vita combattendo i fascisti e i nazisti deve essere difesa e non interpretata a seconda delle necessità di bottega!
I fascisti e i razzisti non hanno nessun diritto democratico e sono messi al bando dalla Costituzione! Chi non si schiera con forza contro di loro ne diventa complice!

ORA E SEMPRE RESISTENZA!



CCP (Collettivo Comunista Piemontese) G.D.A (Gruppo Di Azione Torino) Via Spotorno 4 Torino

.
colcompiemonte@yahoo.it tel.3476558445 www.collcompiemonte.blogspot.com

venerdì 20 novembre 2009

Torino 20.11.2009 ORE 19,00 STRADA COMUNALE CASTELLO DI MIRAFIORI n°7 PRESIDIO ANTIFA CONFERMATO


20.11.2009 revocata la concessione della sala della circoscrizione 10 a FN. giovedì 19 novembre, proprio in paertura del consiglio di circoscrizione, il presidente ha annunciato che la concessione della sala della circoscrizione a FN e a Griffin del BNP inglese, veniva revocata. In aula una decina di esponenti dell'antifascismo torinese e fuori cinquanta compagni in presidio e uno smisurato (come sempre) numero d sbirri in borghese e in tenuta antisommossa.
FN dichiara che si recheranno ugualmente davanti alla circoscrizione e daranno luogo comunque alla loro infame conferenza. Il presidio antifa quindi rimane confermato!
Presentiamoci numerosi ed agguerriti compagni!
ORA E SEMPRE RESISTENZA!

martedì 17 novembre 2009



Questa mattina a Milano si è svolto un corteo di studenti medi per protestare contro i tagli alla pubblica istruzione e in particolare contro lo sgombero del liceo civico Gandhi.

Il corteo si è mosso verso il centro e, arrivato in Piazza san Babila, è stato affrontato da un numeroso gruppo di sbirri. Durante gli scontri che ne sono seguiti i “tutori dell’ordine” non si sono fatti problemi a buttare a terra e manganellare anche giovani delle superiori. Oltre alle botte gli studenti hanno dovuto vedere due loro compagni arrestati e denunciati (saranno processati domani).

Vogliamo sottolineare ancora una volta l’infamia dei cani in tuta blu che non si fanno problemi a massacrare chi di volta in volta gli viene ordinato di massacrare: oggi sono gli studenti domani gli operai, l’importante è far contenti i superiori e difendere gli interessi del padronato.

Ci sentiamo di esprimere la più sentita solidarietà agli studenti milanesi.


Gruppo studenti Collettivo Comunista Piemontese


domenica 15 novembre 2009

L'UNICA GIUSTIZIA E' QUELLA PROLETARIA


L’UNICA GIUSTIZIA E’ QUELLA PROLETARIA!

Durante l’ultima udienza del processo per la strage dei 7 operai della Thyssen Krupp di Torino, il collegio degli avvocati difensori dei dirigenti dell’acciaieria, ha prodotto una serie di testimoni che avrebbero dovuto, tenendo fede alla aberrante “linea difensiva”, scaricare le responsabilità della strage sugli stessi operai. Le audizioni dei testi, però, non hanno sortito l’effetto sperato anche perché alcuni testi avevano lavorato a Torino soltanto fino al 2006 e che quindi, il 6 dicembre 2007, giorno della strage, non operavano nello stabilimento torinese. Inoltre, uno dei testi ascoltati, avrebbe ammesso che il famoso pulsante di emergenza, premendo il quale, gli operai avrebbero potuto salvarsi e utilizzato nelle udienze precedenti dai difensori dei dirigenti per sollevare la questione della presunta disattenzione degli operai che sarebbe stata la causa del rogo, avrebbe soltanto fermato i macchinari senza sospendere nemmeno l’erogazione di corrente e che, in caso di incendio, non avrebbe avuto nessuna efficacia. Perché allora questi “principi del foro”hanno prodotto testimoni che avrebbero potuto smentire la tesi della responsabilità operaia nel disastro del 6 dicembre 2007? Tutte queste “patetiche manfrine”, compreso l’utilizzo di un interprete per Espenhan che conosce bene l’italiano, lasciano pensare che non esiste alcuna linea difensiva degna di questo nome (del resto come si potrebbe difendere l’indifendibile!?) ma che sia soltanto una strategia tesa a prolungare a dismisura i tempi del processo nella speranza di sfiancare i famigliari delle vittime e gli operai costituitisi parte civile e di allentare completamente l’attenzione dell’opinione pubblica sulla strage. Tutto questo in attesa che il governo della banda di mafiosi, speculatori, razzisti e fascisti, capeggiata da Berlusconi, emani qualche decreto legge che faccia cadere in prescrizione tutti i procedimenti riguardanti i padroni, i “pezzi grossi” e i politicanti del nostro “democratico Paese”. L’opera di ostruzionismo e boicottaggio dei dirigenti della Thyssen Krupp e dei loro difensori è da considerarsi offensiva, non solo nei confronti degli operai morti a Torino e di quelli che ogni giorno muoiono sul lavoro o per malattie professionali come ad esempio gli operai della Eternit e i loro famigliari. Questo atteggiamento dovrebbe essere considerato offensivo anche da un tribunale della Repubblica che invece fa finta di nulla di fronte all’arroganza dei padroni e dei loro degni servitori mentre minaccia di espulsione dall’aula i famigliari e gli operai che si indignano di fronte alla loro spocchia e alla loro arroganza. Ma non si illudano questi signori di poter risolvere la questione nel chiuso delle aule del Tribunale o nei suoi corridoi! La classe operaia saprà riportare la tensione e l’attenzione popolare sulla strage della Thyssen Krupp e su tutte le altre stragi ed omicidi padronali, agli adeguati livelli, al fine di riprendere la mobilitazione nelle fabbriche, sui cantieri e nelle piazze delle nostre città. Soltanto in questo modo riusciremo ad evitare che i padroni e i dirigenti assassini e stragisti possano continuare a non pagare le loro malefatte, i loro imbrogli, i loro raggiri e i loro omicidi.

martedì 10 novembre 2009

ESTENDERE ED INASPRIRE LE LOTTE OPERAIE


Come volevasi dimostrare! Martedì 4 novembre l’aula del tribunale del processo contro i padroni stragisti della Thyssen Krupp, è stata teatro di una ignobile, quanto offensiva farsa. Precedentemente i due dirigenti tedeschi, Hespenhan e Prignitz, avevano richiesto un interprete come condizione per sottoporsi alle domande dell’accusa. Durante le audizioni dei due dirigenti, l’interprete mostrava non poche difficoltà nel tradurre le risposte di Prignitz e Hespenhan . Inoltre, proprio Hespenhan, dimostrando ancora di conoscere bene la nostra lingua, ha risposto direttamente ad alcune domande senza bisogno di attendere la traduzione. L’ignobile farsa orchestrata dal collegio di difesa e dai due dirigenti saltava dunque agli occhi di tutti ed emergeva molto chiaramente come i due maggiori responsabili della strage dei sette operai, fossero addestrati a recitare la parte.

Una vera e propria “tattica di ostruzionismo” che gli ha consentito di sottrarsi dal dover rispondere in maniera dettagliata alle domande e di prolungare a dismisura i tempi dell’udienza ma che non ha impedito ai PM di mettere in difficoltà i due dirigenti facendo emergere non poche contraddizioni dalle loro laconiche e telegrafiche risposte. Espenhan, incalzato dalle domande di Guariniello, ha anche negato di conoscere l’autore del documento che gli avevano sequestrato dopo la strage dal quale emergeva il volgare disprezzo per gli operai che venivano definiti (…) “operai che fanno di tutto pur di farsi notare, anche morire bruciati vivi”(…) “operai che vanno a fare gli eroi in TV, raccontando dei compagni morti”(…) “operai che ci mettono un mese a morire”(…)

Ma non pensino i dirigenti e i padroni della Thyssen che quel disprezzo non gli sia restituito dalla classe operaia! Qualsiasi espediente i dirigenti della Thyssen e i loro difensori mercenari si inventeranno per sottrarsi alla giustizia borghese, non servirà a placare la sete di giustizia del proletariato! Sequestri, censure e denunce non azzittiranno la classe operaia!

A due anni dalla strage della Thyssen Krupp, nelle fabbriche e nei cantieri, i lavoratori continuano a morire sotto i colpi dello sfruttamento dei padroni. La lotta contro i responsabili della morte dei sette operai della Thyssen non può ridursi ad una causa da sostenere esclusivamente nelle aule di un tribunale. Il sacrificio dei sette operai morti a Torino, come di tutti quelli che ogni giorno perdono la vita sul posto di lavoro, deve essere onorato con l’estensione e l’inasprimento delle lotte di tutti i lavoratori contro il tentativo dei padroni di fare pagare a noi la loro crisi, sia in termini di morti da lavoro, sia in termini di eliminazione dei diritti e delle conquiste sino ad ora acquisite, con le dure lotte, dalla classe operaia.


domenica 1 novembre 2009

Intervista antifa 31/10


Nel carcere di Rebibbia a Roma è morta la compagna comunista Diana Melazzi. Particolarmente malata e per nulla compatibile con il regime carcerario (ricordiamo che la compagna veniva sottoposta al regime duro e di isolamento del 41 Bis) le è stata negata qualsiasi forma di carcerazione alternativa ed è stata lasciata morire in carcere, “suicidata dallo stato e dai suoi aguzzini”! Condannata all’ergastolo perché da comunista combatteva, a suo modo, la borghesia e il sistema che la ingrassa. La compagna Diana, come agli altri compagni uccisi dallo Stato borghese va ricordata ed onorata, ai suoi famigliari e ai compagni più stretti ed amici va espresso il cordoglio dei comunisti e della classe per la quale ha combattuto.

NESSUNA AGIBILITA’ POLITICA NE CULTURALE PER I FASCISTI

Sabato 31 ottobre, nella Torino, città medaglia d’oro per la Resistenza, i giovani de “La Destra”(Il partito dei fascisti Storace e Buontempo) uniti agli Autonomi Nazionalisti e Casa Pound, hanno organizzato un presidio davanti alla stazione di Porta Nuova, durante il quale pretendevano, nel “rispetto della democrazia” maggiori spazi e maggior agibilità politica frignando per quello che loro definivano il “terrorismo rosso”attuato nei loro confronti dagli antifascisti. In serata i neofascisti Autonomi Nazionalisti e Casa Pound, hanno organizzato un concerto (con un gruppo neonazista proveniente dalla Germania) presso il loro covo “Asso di Bastoni” di via Cellini n°22.
Alcuni antifascisti torinesi tra i quali i compagni del CCP, hanno tentato di impedire il presidio fascista davanti alla stazione, ma sono stati immediatamente caricati dalla polizia che a centinaia difendevano i trenta neofascisti presenti. Gli antifascisti hanno poi sfilato in un mini corteo bloccando il traffico del centro città, distribuendo volantini e facendo brevi interventi al megafono tra la gente del mercato di piazza Madama Cristina, dove, alle 18,00, era previsto un presidio contro il concerto nazifascista in programma per la serata. Il presidio andava via, via ingrossandosi e alle 18,45, un centinaio di antifascisti, dietro lo striscione “FUORI I FASCISTI DALLA CITTA’”sono partiti in corteo con l’intenzione di avvicinarsi, il più possibile, al luogo del concerto dei nazifascisti che era stato blindato, in entrata e in uscita, da centinaia di poliziotti e carabinieri.
Una giornata di antifascismo militante che ha costretto i fascisti a farsi scortare via dal luogo del loro presidio su di un pulman cittadino sequestrato per l’occasione dalla Questura e trasportati al loro lurido covo di via Cellini 22. In serata i compagni si sono organizzati in ronde antifasciste per le vie dei quartiere.
Una giornata di antifascismo militante che ha costretto i neofascisti a richiedere la protezione della polizia e a viaggiare sotto scorta, caricati come animali su di un pulman e blindati nel loro covo per essere ritrasportati, sempre sotto scorta, alle rispettive tane. Grazie all’azione antifascista, i nipotini di Hitler e di Mussolini non hanno conquistato l’agibilità politica da loro richiesta facendo strumentalmente riferimento a quella Costituzione repubblicana che loro stessi denigrano ed offendono proprio in quelle sue parti sane che comprendono l’accoglienza degli immigrati e dei profughi, il rispetto per le diverse culture, il ripudio della guerra e l’antifascismo.
I rigurgiti fascisti sono sempre maggiori nel nostro paese e questi topi di fogna cercano di cavalcare la crisi generale del sistema capitalistico approfittando della deriva di destra nella quale si è spinta la “sinistra” istituzionale, quella degli antifascisti della domenica, con i se e con i ma, che non da risposte ai bisogni e alle aspirazioni delle masse popolari e che, a costo di mantenersi stretti ad una poltrona (soldi a palate, pubblici e privati, con i quali si sollazzano e si arricchiscono) rincorrono la destra nell’offrire soluzioni antipopolari alla crisi e, con la scusa della sicurezza pubblica, nell’auspicare, come il Sindaco Chiamparino, la chiusura dei centri sociali. I neofascisti approfittano anche dell’assenza dei partiti della sinistra borghese (PRC e PdCI) i cui dirigenti si limitano al piagnucolio e ad elemosinare, dallo Stato, qualche misura a favore delle masse e dei lavoratori nella speranza di poter far convivere i bisogni delle masse popolari con quelli della borghesia, in un sistema capitalistico dal “volto umano”. Anche il loro antifascismo, quindi, è limitato dal rispetto per le regole dello Stato borghese, un antifascismo che arriva sin dove quelle regole lo permettono, un antifascismo monco e idealista. Intanto, mentre il leghista Borghezio onora, con i nostalgici della RSI, al cimitero centrale di Torino, i caduti fascisti della Repubblica Sociale Italiana, i neofascisti, sostenuti e foraggiati dai padroni e dai loro esponenti di governo, tentano esponenzialmente di riemergere dalle fogne in cui la Resistenza partigiana li aveva ricacciati per essere poi pronti a “scattare”agli ordini del padrone di turno.
E’ necessario mantenere alta e costante l’attenzione e la mobilitazione contro i rigurgiti fascisti e impedire, con ogni mezzo a disposizione, l’agibilità politica agli apologeti di tale aberrante ideologia.

mercoledì 28 ottobre 2009

SABATO 31 OTTOBRE PRESIDIO ANTIFASCISTA


Sabato 31 ottobre nella covo fascista “l’asso di bastoni” di via Cellini 21, si svolgerà un concerto organizzato da fascisti autonomi nazionalisti e casa Pound, che prevede l’arrivo in città di molti giovani fascisti e nazisti.
Ci troviamo davanti ad un evento tanto vergognoso quanto macabro.
Questi gruppi e questi personaggi che si rifanno all’ideologie che hanno portato il mondo e la nostra nazione alla tragedia della seconda guerra mondiale, allo sterminio degli ebrei, alle deportazioni, alle torture, alle uccisioni di chi come i comunisti e gli antifascisti si opponevano al regime di terrore di Hitler e Mussolini non possono e non devono ottenere spazi e agibilità politica ne culturale in particolar modo, in una città come Torino che è medaglia d’oro alla Resistenza. Girando per le vie torinesi alzando lo sguardo, si vedono lapidi e monumenti ai partigiani, caduti per liberare il nostro paese dalle barbarie naziste e fasciste. Oggi, è inammissibile che i “nipotini” dei torturatori e degli stragisti nazi-fascisti vengano lasciati liberi di diffondere la loro aberrante ideologia alla faccia della Costituzione repubblicana nata dalla resistenza che impedisce l’apologia di fascismo e la ricostruzione del partito fascista.
Sabato 31 ottobre per le vie di Torino scorazzeranno questi luridi individui che odiano il diverso, che odiano tutti e tutto, che non si fanno scrupoli nell’ utilizzare il coltello nell’aggredire gratuitamente chiunque non gli vada a genio.
Allo scopo di impedire l’iniziativa neo-fascista e le scorribande dei giovani di estrema destra che si troveranno in zona per recarsi all’asso di bastoni in via Cellini, gli antifascisti torinesi organizzano un presidio in piazza al quale chiamiamo tutti gli antifascisti e i sinceri democratici, invitiamo tutti i cittadini a vigilare per tutelarsi da eventuali aggressioni.

lunedì 26 ottobre 2009

SOLIDARIETA' ANTIFASCISTA A MAO CALLIANO


SOLIDARIETA’ CON MAO CALLIANO SEGRETARIO DELLA FEDERAZIONE TORINESE del PdCI

A seguito della spontanea e riuscita mobilitazione antifascista militante che si è svolta sabato 24 ottobre a Torino e che ha impedito il banchetto dei neofascisti di Casa Pound e la propaganda dei razzisti e fascistoidi della Lega Nord i piazza Castello, sono state molte le figure istituzionali che hanno condannato la manifestazione o preso semplicemente le distanze (come hanno fatto i dirigenti locali del PRC) da essa.
Nell’alveolo istituzionale soltanto la federazione del PdCI di Torino per bocca del compagno Mao Calliano, ha mantenuto fede ad uno dei valori che esprime il simbolo (falce e martello) posto sulla bandiera del suo partito, auspicando che manifestazioni antifasciste come quella di sabato scorso si ripetano. Le esternazioni del compagno Mao Calliano sono state coerenti e conseguenti al lavoro che il compagno Mao ha svolto e svolge da sempre sul nostro territorio in relazione alla lotta contro i rigurgiti fascisti e lo sdoganamento di quella infame ideologia, difendendo, con ciò, quella parte sana della Costituzione italiana nata dalla Resistenza, quella Costituzione deturpata e insultata continuamente dal governo della banda Berlusconi e da quei partiti che dall’opposizione accettano di venire a patti e di discutere anche con l’estrema destra. Localmente ricordiamo l’incontro avuto dall’assessore alla casa del comune di Torino con il manipolo di neofascisti di Casa Pound, ricevuti e ascoltati presso le sale della rappresentanza di un istituzione repubblicana.
Al compagno Mao Calliano va quindi la solidarietà e il sostegno di tutti i comunisti e gli antifascisti torinesi! Altro che condanne e prese di distanze! Il compagno Mao Calliano andrebbe preso come esempio da tutti quei dirigenti che oggi, alla guida di partiti che hanno ancora la falce e il martello come loro simbolo, navigano e si muovono in tutt’altre acque e in tutt’altra direzione, anche per quel che riguarda una materia che invece dovrebbe vederli in prima fila: l’ANTIFASCISMO!

Collettivo Comunista Piemontese
Via Spotorno 4 Torino
colcompiemonte@yahoo.it
tel.3476558445

sabato 24 ottobre 2009

Contro i provvedimenti fascisti della magistratura! Solidarietà ai compagni FABIO e ANDREA

Il Tribunale di Torino ha disposto la misura della sorveglianza speciale (14 mesi l'uno e 16 l'altro) che alcuni mesi fa, la Procura della Repubblica aveva chiesto a carico di due compagni del centro di documentazione “Il Porfido”e redattori di Radio Blakc Out. Tale misura (notizie apprese dai media) prevederebbe l’obbligo di non abbandonare il comune di residenza, di non uscire di casa dalle 22 alle 6,00 del mattino e di non partecipare alle pubbliche riunioni. Ma sappiamo bene che la legge sulla sorveglianza speciale potrebbe prevedere anche altre restrizioni di qualsiasi genere come il ritiro della patente e altro.

L’accusa che viene mossa ai due compagni è di avere avuto parte attiva in parecchie manifestazioni e dimostrazioni avvenute in città e in particolare contro il razzismo e a sostegno degli immigrati incarcerati nei veri e propri lager chiamati “Centri di Identificazione e di Espulsione”in cui gli immigrati vengono sottoposti ad ogni forma di vessazione e di maltrattamenti.

Il provvedimento dei giudici quindi è una misura che va a colpire due compagni attivi nel combattere fascisti e razzisti e nel sostenere i diritti fondamentali sanciti anche dalla Costituzione di quella che dovrebbe essere una Repubblica democratica. Con l’applicazione della sorveglianza speciale, nei confronti dei due attivisti antirazzisti e antifascisti, senza che venga contestato loro un reato specifico, i giudici hanno applicato una misura con la quale il regime fascista cercava di tenere sotto controllo il dissenso colpendo comunisti, anarchici e antifascisti, che avrebbero potuto promuoverlo e orientarlo.

I giudici di Torino quindi hanno agito in conformità con quelle leggi in vigore durante il ventennio fascista e ripristinate con l’approvazione del così detto “Pacchetto sicurezza” (voluto fortemente dai razzisti della Lega) approvato dal governo Berlusconi: soffocare il dissenso e le mobilitazioni a partire dalla testa, da quei compagni che si sono maggiormente distinti nel promuovere ed orientare, a partire dalle così dette avanguardie di lotta. L’applicazione della Sorveglianza speciale per i due compagni di Torino è un precedente gravissimo che apre la strada al sistematico utilizzo di un provvedimento incostituzionale e di dichiarato stampo fascista e che deve essere combattuto e contrastato con ogni mezzo a partire dall’inasprimento delle stesse forme di lotta e di resistenza e di quelle in difesa degli spazi di agibilità politica.

Ai compagni del “Porfido” colpiti dall’infame provvedimento dei magistrati servi dei padroni, va tutta la nostra solidarietà e la nostra stima.

venerdì 23 ottobre 2009

Solidarietà di Piattaforma Comunista

Cari compagni, vi giunga la nostra solidarietà militante. Avete fatto bene a denunciare immediatamente questo atto di repressione politica. Difendiamo con le unghie e con i denti le libertà conquistate con la lotta partigiana, Intensifichiamo la propaganda comunista tra gli sfruttati!
Saluti fraterni da Piattaforma Comunista.

mercoledì 21 ottobre 2009

COMUNICATO DI SOLIDARIETA' RETE ANTAGONISTA TORINO SUD

Due compagni del Collettivo Comunista Piemontese sono stati provocati e denunciati per "diffamazione mezzo stampa" perchè volantinavano davanti ad una udienza del processo della Thyssen, un chiaro attacco ai pochi spazi di agibilità politica ancora permessi, un chiaro attacco ai movimenti di lotta, un atto repressivo che vede riuniti da una parte sbirri, avvocati del diavolo e padroni assassini, mentre dall'altra famiglie e operai in lutto per le perdite dei loro cari vittime dello sfruttamento operaio e comunisti che lottano contro questo sistema che permette migliaia di morti per lavoro e garantisce la totale impunità a qualsiasi padrone. Noi della Rete Antagonista Torino Sud esprimiamo la nostra totale e incondizionata solidarietà ai due compagni denunciati e denunciamo questo grave attacco all'agibilità politica del movimento antagonista.


Rete Antagonista Torino Sud

Ennesima provocazione contro i comunisti!


Torino, 21 ottobre 2009

Dopo la provocazione di mercoledì 14 ottobre, anche oggi la polizia ha fermato i compagni Valter e Claudio del Collettivo Comunista Piemontese che insieme ad altri compagni manifestavano davanti al Tribunale di Torino durante il processo per la strage degli operai della Thyssen-Krupp.

Su ordine di un procuratore (che non ha voluto identificarsi) le autorità hanno fermato l’attività dei compagni per circa un’ora e hanno “acquisito agli atti” alcuni volantini e lo striscione. I compagni sono poi stati rilasciati ed è stato loro riconsegnato lo striscione e i volantini. Valter e Claudio hanno poi ripreso insieme agli altri compagni il presidio di protesta e denuncia contri i padroni assassini di operai.

Questo è l’ennesimo atto persecutorio che le autorità conducono contro i comunisti e in difesa degli interessi dei padroni, che siano o meno responsabili dei massacri di operai e lavoratori.

I compagni del Coordinamento dei Collettivi Comunisti si stanno impegnando nel sostegno alle lotte della classe operaia, per dare a queste lotte e agli operai avanzati che le sviluppano un orientamento strategico, una prospettiva di superamento di questo ordinamento sociale che è la causa fondamentale dello sfruttamento, della disoccupazione, della miseria e delle guerre perpetrate dalla borghesia imperialista. In primo luogo il lavoro dei Collettivi Comunisti mira a legare le lotte degli operai, dei lavoratori e delle masse popolari che vanno via via moltiplicandosi al processo di ricostruzione di un partito comunista della classe operaia che il movimento comunista, grazie alle sue componenti più avanzate, sta sviluppando in questa fase.

Oggi il Coordinamento dei Collettivi Comunisti conta poche decine di compagni. Non è certo la sua forza che preoccupa la borghesia e le sue autorità. Quello di cui lorsignori sono preoccupati è che anche dall’attività dei Collettivi Comunisti, come da quella di tante altre componenti del movimento comunista, possa effettivamente svilupparsi un legame con la classe operaia e che questa, proprio grazie al sostegno e all’orientamento degli elementi più avanzati del movimento comunista, possa ricostruire il suo partito comunista, strumento con il quale potrà dirigere le altre classi delle masse popolari nella lotta per la conquista del potere e per la costruzione del socialismo.

Gli attacchi repressivi di questo periodo in fin dei conti hanno tutti questo obiettivo comune: “soffocare il bambino fin che è nella culla”.

I padroni hanno mano libera, sono tutelati e protetti da magistrati e sbirri. Possono permettersi di massacrare decine di migliaia di operai ogni anno e passarla liscia. I comunisti non dovrebbero nemmeno diffondere volantini ed esporre striscioni per denunciare i padroni assassini, per mobilitare le masse a pretendere giustizia.


Mobilitiamoci contro la repressione dei comunisti!


Inviate messaggi di protesta (via fax, telefono, e-mail o posta) al Tribunale di Torino contro questa ennesima provocazione: Tribunale di Torino - Corso Vittorio Emanuele II, 130 - 10138 Torino (TO), Centralino: 011 4327111 - Fax: 011 4327582 - Email: tribunale.torino@giustizia.it


Inviate messaggi di solidarietà ai compagni del Coordinamento dei Collettivi Comunisti - coorcolcom@tiscali.it e al Collettivo Comunista Piemontese Via Spotorno 4, Torino - tel. 347 6558445 - colcompiemonte@yahoo.it.



Coordinamento dei Collettivi Comunisti

domenica 18 ottobre 2009

Solidarietà del Soccorso Rosso Proletario Veneto

Da: SRP Veneto srpveneto@mirarossa.org
ogg: Solidarietà e denuncia

Chi ha sequestrato il volantino del Collettivo Comunista Piemontese, che riproduciamo nel nostro messaggio e appena possibile sulla nostra pagine web, è agli ordini dello stato occulto e emergnziale di Caselli, Gnzer e soci i quali credono di poter mantenere la politica del "dividi et impera"con provcazioni mirate, di volta in volta, a singole formazioni politiche e sindacali e che, in realtà, sono aziuoni che mirano, in generale, ad attentare alle agibilità politiche garantite dalla Costituzione seguita alla guerra Partigiana antifascista di Resistenza popolare che in Italia si affermò sul regime nazi-fascista, stragista e genocida dopo quasi dude anni di guerra civile. Chi ha dato questi ordini è la stessa gente che pretende di governare il conflitto di classe su base poliziasca.
Gente che il popolo italiano dovrebbe esautorare di ogni potere, degradare e perseguire penalmente.

Soccorso Rosso Proletario Veneto

giovedì 15 ottobre 2009

Solidarietà al CCP

PdCI Partito dei Comunisti Italiani
Federazione Provinciale di Torino
Contatti. Maurizio Calliano 366-6021105
COMUNICATO STAMPA
Libertà di stampa?? Ma anche di volantinare!
La federazione del PdCI di Torino esprime la sua totale solidarietà alle compagne e ai compagni del Collettivo Comunista Piemontese per i fatti accaduti ieri mattina all'ingresso del Tribunale di Torino in concomitanza all'udienza processuale contro la Thyssen Krupp.
I militanti del CCP sono stati provocati e identificati dai carabinieri perchè distribuvano un volantino contro gli avvocati che difendono l'azienda di morte. Successivamente all'identificazione sono stati addirittura sequestrati i volantini.
Con questo atto, i carabinieri, al servizio del premier dittatore, violano definitivamente le pochissime leggi democratihce vigenti ancora nel nostro Paese, tra cui il diritto di opinione e di espressione.
A quando le chiusure delle sedi comuniste per decreto?

mercoledì 14 ottobre 2009

VIDEO PROCESSO THYSSEN

QUANDO MUORE UN OPERAIO LA COLPA E' DEL PADRONE


Mercoledì 14 ottobre alle 9,45 davanti al tribunale di Torino in occasione dell’udienza del processo per la strage di operai della Thyssen Krupp due nostri compagni che stavano volantinando all’entrata del tribunale, sono stati prima provocati duramente dalla DIGOS che voleva impossessarsi della propaganda e poi da un nugolo di carabinieri, in borghese e in divisa, che hanno proceduto all’identificazione e al sequestro del materiale. Durante il primo tentativo da parte della DIGOS i nostri compagni sono stati aggrediti immediatamente e identificati. I volantini però non sono stati consegnati e, anche grazie all’intervento del parlamentare Boccuzzi, ex operaio Thyssen, la DIGOS ha mollato la presa. L’intervento dei carabinieri, invece, è stato massiccio e perentorio e ordinato dal presidente della corte su richiesta di uno degli avvocati che difendono i padroni stragisti in quanto, il volantino in questione, avrebbe contenuto diffamatorie e minacciose frasi nei confronti degli avvocati. I carabinieri, dopo avere identificato i due compagni (seconda identificazione in 10 minuti) hanno tentato di “accompagnarli” in caserma al fine di “firmare l’atto di sequestro del materiale” ma, grazie anche all’intervento dell’avv. Bisacca, che si trovava ad uscire dal tribunale proprio in quel momento, gli sbirri hanno optato per “definire la pratica”nei loro uffici presso il tribunale. Dopo un ora i nostri compagni hanno ricevuto l’atto di sequestro del materiale e hanno potuto riprendere il presidio davanti al tribunale.

Dal verbale risultava che il sequestro sarebbe stato predisposto in relazione ai reati di (…) “diffamazione mezzo stampa immediatamente ravvisati e altri reati eventuali ravvisabili da codesta”(…) “l’atto veniva compiuto sussistendo il pericolo che le cose si modificassero o si alterassero le fonti di prova ed altresì per evitare che la libera disponibilità degli oggetti posti sotto sequestro, potessero aggravare o protrarre le conseguenze dello stesso ovvero agevolare la commissione di altri reati più gravi”(…)

I “Signori” avvocati della Thyssen Krupp e le Autorità che hanno proceduto al sequestro dei volantini del CCP, hanno confermato la loro arroganza e il loro disinteresse per le poche leggi democratiche che ancora sono in vigore nel nostro paese, tra le quali quella che garantisce il diritto di opinione e di espressione violando quindi la Costituzione che essi stessi dovrebbero, più di altri, fare rispettare. L’operazione repressiva che si è consumata davanti al tribunale in cui si stava svolgendo un processo che vedeva sul banco degli imputati i servi dei padroni responsabili di una strage di operai, è segnale di come i padroni e i loro servi si stiano affannando per cercare di prevenire o di arginare le proteste e lo scontento popolare causati dal procedere della crisi del sistema e dai persistenti attacchi padronali alle conquiste e ai diritti dei lavoratori. Mille morti l’anno per lavoro dovrebbero fare pensare ad una vera e propria guerra di sterminio non dichiarata che si consuma nelle fabbriche e sui cantieri e che è stata scatenata dai padroni assetati di profitto.

E’ necessario rompere con le logiche del gioco delle parti tanto caro alla borghesia e chiamare le cose con il loro nome! Nel caso degli avvocati che difendono i padroni stragisti tentando di addossare le responsabilità della strage dei sette operai sugli stessi lavoratori, ci viene in mente un vocabolo soltanto: MERCENARI!

domenica 4 ottobre 2009

La vedova del torturatore Almirante: "PIAZZALE LORETO VERGOGNA ITALIANA"


Le fosse Ardeatine, Marzabotto, Sant'Anna di Stazzena e centinaia di altre stragi fasciste non fanno testo per la fascistissima vdova del fascistissimo Almirante! Per questa infame vecchia strega la vergogna italiana è rappresentata da piazzale Loreto!
Ringraziando la fascista moglie del defunto fascista Almirante per avere espresso il suo sdegno nei confronti del nostro collettivo,ribadiamo che a piazzale Loreto ci doveva finire anche lei con suo marito, il quale, purtropo,e anche grazie alla "mancata epurazione" che si sarebbe dovuta compiere nel nostro paese per eliminare tutti i fascisti, è rimasto vivo e ha potuto proseguire con la sua opera di criminale, boia e assassino!

NESSUN PONTE SARA’ INTITOLATO AL FASCISTA ALMIRANTE. LA GIUNTA MASCHERONI ABBANDONA IL PROGETTO!!



Grazie alla determinata e vasta mobilitazione antifascista sfociata nella grande e partecipata manifestazione militante di sabato 3 ottobre a Castellamonte, il sindaco Mascheroni (fascista mascherato) revoca la delibera dell’intitolazione del ponte ad Almirante. Una vittoria dell’antifascismo militante, di quell’antifascismo senza se e senza ma che in piazza ha espresso in maniere diverse, ma molto chiaramente, che non vi sarà alcuna riappacificazione con i fascisti e nessuno spazio per chi, come il sindaco Mascheroni e la sua giunta, tenterà colpi di mano revisionisti e riabilitanti del fascismo e dei suoi esponenti, morti o vivi che essi siano.

PIAZZALE LORETO E’ GRANDE E C’E’ ANCORA TANTO POSTO PER I FASCISTI E I LORO FIANCHEGGIATORI! ORA E SEMPRE RESISTENZA!

colcompiemonte@yahoo.it tel 3476558445 www.collcompiemonte.blogspot.com