domenica 15 novembre 2009
L'UNICA GIUSTIZIA E' QUELLA PROLETARIA
L’UNICA GIUSTIZIA E’ QUELLA PROLETARIA!
Durante l’ultima udienza del processo per la strage dei 7 operai della Thyssen Krupp di Torino, il collegio degli avvocati difensori dei dirigenti dell’acciaieria, ha prodotto una serie di testimoni che avrebbero dovuto, tenendo fede alla aberrante “linea difensiva”, scaricare le responsabilità della strage sugli stessi operai. Le audizioni dei testi, però, non hanno sortito l’effetto sperato anche perché alcuni testi avevano lavorato a Torino soltanto fino al 2006 e che quindi, il 6 dicembre 2007, giorno della strage, non operavano nello stabilimento torinese. Inoltre, uno dei testi ascoltati, avrebbe ammesso che il famoso pulsante di emergenza, premendo il quale, gli operai avrebbero potuto salvarsi e utilizzato nelle udienze precedenti dai difensori dei dirigenti per sollevare la questione della presunta disattenzione degli operai che sarebbe stata la causa del rogo, avrebbe soltanto fermato i macchinari senza sospendere nemmeno l’erogazione di corrente e che, in caso di incendio, non avrebbe avuto nessuna efficacia. Perché allora questi “principi del foro”hanno prodotto testimoni che avrebbero potuto smentire la tesi della responsabilità operaia nel disastro del 6 dicembre 2007? Tutte queste “patetiche manfrine”, compreso l’utilizzo di un interprete per Espenhan che conosce bene l’italiano, lasciano pensare che non esiste alcuna linea difensiva degna di questo nome (del resto come si potrebbe difendere l’indifendibile!?) ma che sia soltanto una strategia tesa a prolungare a dismisura i tempi del processo nella speranza di sfiancare i famigliari delle vittime e gli operai costituitisi parte civile e di allentare completamente l’attenzione dell’opinione pubblica sulla strage. Tutto questo in attesa che il governo della banda di mafiosi, speculatori, razzisti e fascisti, capeggiata da Berlusconi, emani qualche decreto legge che faccia cadere in prescrizione tutti i procedimenti riguardanti i padroni, i “pezzi grossi” e i politicanti del nostro “democratico Paese”. L’opera di ostruzionismo e boicottaggio dei dirigenti della Thyssen Krupp e dei loro difensori è da considerarsi offensiva, non solo nei confronti degli operai morti a Torino e di quelli che ogni giorno muoiono sul lavoro o per malattie professionali come ad esempio gli operai della Eternit e i loro famigliari. Questo atteggiamento dovrebbe essere considerato offensivo anche da un tribunale della Repubblica che invece fa finta di nulla di fronte all’arroganza dei padroni e dei loro degni servitori mentre minaccia di espulsione dall’aula i famigliari e gli operai che si indignano di fronte alla loro spocchia e alla loro arroganza. Ma non si illudano questi signori di poter risolvere la questione nel chiuso delle aule del Tribunale o nei suoi corridoi! La classe operaia saprà riportare la tensione e l’attenzione popolare sulla strage della Thyssen Krupp e su tutte le altre stragi ed omicidi padronali, agli adeguati livelli, al fine di riprendere la mobilitazione nelle fabbriche, sui cantieri e nelle piazze delle nostre città. Soltanto in questo modo riusciremo ad evitare che i padroni e i dirigenti assassini e stragisti possano continuare a non pagare le loro malefatte, i loro imbrogli, i loro raggiri e i loro omicidi.
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