venerdì 28 maggio 2010

IL TRIBUNALE DEL RIESAME HA DECISO DI TENERE PRIGIONIERI I NOSTRI COMPAGNI! PROSEGUIAMO CON MAGGIORE DETERMINAZIONE NELLA LOTTA!




I compagni Luigi e Davide restano in carcere, Luca ai domiciliari, agli altri compagni ridotte le misure cautelari che sono state revocate per due soltanto dei 17 colpiti dai provvedimenti in seguito alle indagini sugli scontri avvenuti a dicembre durante lo sgombero del centro sociale L’OSTILE di corso Vercelli a Torino. Questa è stata la decisione del Tribunale del riesame svoltosi il 25 maggio scorso.
Si tratta di una decisione che conferma l’adesione, di certa parte della magistratura, al programma eversivo che la destra reazionaria sta cercando di attuare allo scopo di eliminare d’ufficio e per mezzo di magistrati e forze dell’ordine, le libertà democratiche e l’agibilità politica sancite dalla Costituzione nata dalla Resistenza partigiana. La borghesia tenta così di scongiurare, tramite l’utilizzo del monopolio della violenza poliziesca, delle intimidazioni e dei ricatti, ogni barlume di organizzazione che possa diventare punto di riferimento del malcontento e della rabbia che, ogni giorno di più, aumentano tra le masse popolari e i lavoratori a causa di una crisi economica, politica e sociale, che prosegue nella sua discesa vertiginosa e che non avrà altri sbocchi se non quelli della mobilitazione reazionaria o di quella rivoluzionaria. Torino rappresenta senza dubbio un ottimo banco di prova per l’attuazione del piano eversivo della destra reazionaria di governo in quanto è una delle città industriali dove la crisi economica sta colpendo più duramente e dove esistono (fortunatamente) parecchie e svariate realtà ed organismi che fanno dell’antagonismo e della guerra a questo sporco sistema, la loro ragione di vita. Non a caso gli sbirri come Spartaco Mortola che si rese celebre per l’irruzione alla scuola DIAZ e per il massacro che ne seguì, sono stati inviati a Torino con incarichi di direzione. I compagni accusati di avere difeso gli spazi di libertà dalle angherie dei politici corrotti e dalla violenza poliziesca, sono un pericolo per la borghesia e per i suoi servi politicanti che tutelano soltanto gli interessi di padroni, degli speculatori e dei mafiosi. Ma il pericolo più grande per i padroni, mafiosi e loro servi, deriva dalle risposte, che l’intero movimento sa dare loro in termini di innalzamento del livello di lotta e di scontro, non solo rispetto alla repressione (conseguenza dell’innalzamento del livello delle lotte), ma anche in ogni quartiere, in ogni fabbrica, in ogni scuola, ovunque!
Proseguire con le mobilitazioni in solidarietà con i compagni Luigi e Davide rimasti in carcere e con gli altri compagni ancora soggetti alle misure cautelari dopo il ricorso al tribunale del riesame è necessario, come è necessario che le battaglie per la loro liberazione si leghino a quelle dei lavoratori e a quelle sociali o per la difesa del proprio territorio dagli speculatori, come ad esempio in valle di Susa! Questo vorrebbero i compagni che sono ancora nelle mani del nemico!

INASPRIAMO LE LOTTE SOCIALI! FACCIAMO SAPERE AI NOSRI COMPAGNI ARRESTATI CHE LA LORO RESISTENZA CI RAFFORZA! RAFFORZIAMOLI CON LA NOSTRA LOTTA!


CCP Collettivo Comunista Piemontese

colcompiemonte@yahoo.it
tel. 3476558445.

mercoledì 26 maggio 2010

IL PUBBLICO MINISTERO DEL TRIBUNALE SPECIALE FASCISTA DISSE CHE PER 20 ANNI QUEL CERVELLO NON AVREBBE DOVUTO PIU' FUNZIONARE


IL 4 GIUGNO DEL 1929 IL FASCISMO LO FECE CARCERARE PER SEMPRE.

SABATO 5 GIUGNO A TORINO

CASA del POPOLO STALINGRADO 43, VIA SPOTORNO 4

ORE 20,00
CENA SOCIALE ED ESTRAZIONE DEI BIGLIETTI DELLA SOTTOSCRIZIONE A PREMI.

In occasione dell'anniversario della sentenza del tribunale speciale contro ANTONIO GRAMSCI.

sabato 22 maggio 2010

APOLOGIA DIFASCISMO IN TUTTE LE EDICOLE!



Sulle pagine di METRO di venerdì 21 maggio campeggiava la publicità dei "Il Duce, le parole, gli applausi" "Discordi di Mussolini"(IMMAGINE ALLEGATA). Un "geniale" gadget del quotidiano Libero che utilizza i soldi pubblici destinati all'editoria per fare dichiaratamente apologia di fascismo! Questa bastardata, che non è statasanzionata da nessuna Istituzine, nemmeno da quelle competenti, andrà avanti fino al 9 di giugno. Non sappiamo se l'ANPI si sia accorta di quella che si presenta come una spudorata propaganda fascista. Noi ce ne siamo accorti e non staremo a guardare. Facciamo girare il più possibile la notizia ed interveniamo per fare pressione sulle Istituzioni perchè sanzionino il direttore di Libero e il suo editore per apologia di fascismo! Ricordiamo ai rappresentanti delle Istituzioni che senza la Resistenza partigiana non potrebbero rappresentare alcun che! Rammentiamo che essi hanno giurato sulla Costituzione e che lo spergiuro e il falso ideologico sono retai penali!
Teniamo alta la guardia compagni!

venerdì 21 maggio 2010

contro il piano marchionne. assemblea operaia. SUBITO!

Dopo la presentazione del piano Marchionne gli operai chiedono a gran voce l'assemblea. CISL e UIL non vogliono il confronto con i lavoratori e dicono di NO! La FIOM raccoglie più di duemila firme, per la maggior parte di operai iscritti ad altri sindacati. La FIOM si fa portavoce della volontà operaia e si mobilita davanti ai cancelli di Mirafiori. Alcuni nostri compagni erano li presenti e ne hanno documentato l'attività. Sostenere la FIOM nella battaglia per l'assemblea operaia è necessario! FACCIAMOLO!

martedì 18 maggio 2010

Mozione approvata dalla sezione "Nizza Millefonti Lingotto Filadelfia - Giacomo Perotti M.A.V.M. e Alberto Appendino" 15/05/10.


Mozione approvata dalla sezione "Nizza Millefonti Lingotto Filadelfia - Giacomo Perotti M.A.V.M. e Alberto Appendino" 15/05/10.


“L’ormai perenne clima da campagna elettorale con il coltello tra i denti, che gli attuali governanti ci hanno obbligato a sopportare, le boutade e gli scandali esplosi sui media da entrambe le parti, fanno ormai parte purtroppo dell’avvilente e detestabile scenario politico del nostro Paese.
In questo clima, i fischi e le pacifiche contestazioni agli esponenti dei maggiori partiti avvenute a Torino sono veramente così fuori luogo?

In tutti gli interventi che si sono susseguiti in occasione delle celebrazioni per la festa della Liberazione, si è ribadito il concetto per il quale è necessario difendere la Costituzione dai recenti attacchi e non passa giorno che l’ANPI, gli antifascisti e i sinceri democratici, lancino ripetuti allarmi su quanto i signori al governo stanno facendo o hanno già fatto.

Ricordiamo qualcuno di questi attacchi:
Cancellazione della Resistenza dai programmi scolastici (Decreto Gelmini Fonte ItaliaOggi nr. 75 pagina 35 30/03/2010)
Equiparazione dei repubblichini ai partigiani (proposta di legge 1360 23/06/2008 , dichiarazione del poco onorevole Marcello Dell'Utri il 4/05/09)
Negazione dei diritti fondamentali ai migranti e rifugiati (Fonte Rapporto 2008-2009 Sprar, Rapporto 2008-2009 Amnesty International)

Rammentiamo quindi all'oratore ufficiale della commemorazione del 25 Aprile tenutasi nel nostro quartiere, il Consigliere Regionale Roberto Placido, che nella maggioranza di governo che ha messo in pratica tali nefandezze ci sono i partiti del neo Assessore Regionale alla Cultura, Michele Coppola e dell' "antifascista Roberto Cota” (vedi intervista a LaStampa del 25/04/2010): il Popolo delle Libertà e la Lega Nord.

Il PDL che cerca di ottenere, anche qui in Piemonte, il sostegno di Casa Pound, movimento dichiaratamente fascista per il quale, il candidato del PDL Roberto Salerno, non si è fatto alcuno scrupolo nel partecipare ad iniziative organizzate da Casa Pound nella loro sede di via Cellini a Torino il 12.03.2010. Gianluca Padovan, esponente di Casa Pound, è candidato indipendente in quota al PDL alle amministrative 2010, nel comune di Verbania.
Purtroppo il Piemonte non è un caso isolato: nel Lazio, il candidato consigliere Malcotti (vice coordinatore PDL regionale) viene intervistato da Radio Bandiera Nera network sotto il diretto controllo di Casa Pound Italia, ottenendone il dichiarato appoggio elettorale.
In Liguria, il consigliere regionale Gianni Plinio, accoglie non solo i fascisti di Casa Pound, ma anche quelli di Fiamma Tricolore, tutti a sostegno della candidatura di Biasotti del PDL.
In Lombardia anche il candidato Buscemi, imitando i suoi colleghi delle altre regioni, raccoglie il sostegno elettorale di Casa Pound.
Il 30 dicembre Teresa Sestito Cresciti, consigliere del comune di Vetralla festeggia il capodanno presentando una mozione in sostegno di Casa Pound.
E’ evidentissimo quindi un chiaro e diffuso sostegno all’associazione neofascista Casa Pound e a altre componenti della galassia nera, da parte della gerarchia del PDL. Oltre a questo, proprio per il 25 aprile scorso, il presidente della provincia di Salerno, Edmondo Cirielli, fa affiggere uno scandaloso manifesto scritto di suo pugno, negando il contributo della lotta partigiana alla Liberazione.
Passando alla Lega Nord troviamo la presenza sconcertante dell’europarlamentare, "l'onorevole" (sic!) Borghezio, il quale partecipando ad una iniziativa del movimento di estrema destra francese “NISSA REBELA” e ripreso in un video presente su vari siti internet, ha dato indicazioni ai fascisti francesi su come sdoganare i movimenti neofascisti facendoli passare per movimenti regionalisti e infiltrandoli nelle istituzioni locali (Fonte: documentario inchiesta "Ascenseur pour le fachos" di Barbara Conforti, Stephan Lepetit trasmesso da Canal+). Ma la Lega Nord ha tra le sue fila anche il sindaco di Montecchio il quale ha deciso di mettere a pane e acqua i bimbi i cui genitori non riuscivano a pagare le rette della mensa scolastica. I militanti di questo partito, oltre ad aver distribuito detergente liquido per pulirsi le mani dopo avere sfiorato gli immigrati, hanno riadattato i rastrellamenti di nazifascista memoria contro gli immigrati nel comune di Coccaglio tramite l'operazione "white christmas" voluta dall'amministrazione locale di destra.

Alla luce degli esempi citati, consideriamo un grave errore la scelta di invitare ad intervenire ufficialmente, nelle manifestazioni organizzate dall’ANPI, esponenti di tali organizzazioni e rivendichiamo la possibilità di dimostrare il nostro dissenso e sdegno nel veder parlare di Resistenza, democrazia e difesa della Costituzione, coloro che giornalmente la calpestano e cercano di stravolgerla.

Chiediamo quindi alla massima espressione dirigente della nostra Associazione, alle istituzioni democratiche, e a tutta la società civile di svolgere ulteriore massima vigilanza rispetto ai personaggi della cosiddetta "destra istituzionale", legati ai movimenti dichiaratamente fascisti ed allo spazio che viene loro concesso in aperta contrapposizione con la Costituzione Repubblicana.”

lunedì 17 maggio 2010

W LA RESISTENZA AFGHANA!


I borghesi e i loro servi hanno bisogno di "martiri" per giustificare le loro razzie nei paesi occupati militarmente. Mandare i militari per una così detta "missione di pace" rappresenta già una contraddizione in termini che avrebbe, dall'inizio, dovuto fare drizzare le orecchie a chiunque e non solo alla sinistra o ai comunisti. Abbiamo visto tutti il ministro (fascista) della difesa Larussa quando ha emesso la dichiarazione di cordoglio per le famiglie dei due militari caduti sotto i colpi della Resistenza afghana. Lo abbiamo visto con la maschera di chi, commosso e dispiaciuto, affermava: "la morte dei due soldati italiani è la conferma di quanto sia necessario continuare la missione".
Le lacrime di coccodrillo di chi se ne frega dei soldati italiani e dei loro famigliari perchè questi due morti fanno comodo ai raziatori imperialisti italiani. Soldati che hanno scelto di fare quel "mestiere", alcuni per mancanza di lavoro, altri perchè dichiaratamente mercenari al soldo del padrone di turno che, nel nostro caso, sono i membri della borghesia imperialista nostrana: impresari, faccendieri, speculatori, banchieri e petrolieri. Ma le famiglie dei militari uccisi erano forse al corrente che non si trattava di una "missione di pace" ma di un occupazione militare alla quale i nostri soldati partecipano con altri di altre nazionalità?
Alle famiglie dei soldati caduti sotto la giusta e sacrosanta resistenza di un popolo aggredito ed occupato da forze militari straniere, sarebbe opportuno specificare che i loro figli o mariti o fidanzati non erano li a canbiare il pannolino ai bimbi, ma erano stati mandati in Afghanistan per contrastare, in armi, quella resistenza che si fa ogni giorno più forte e determinata. Bisognerebbe dire loro che la resistenza dei popoli oppressi contro gli occupanti, è la stessa Resistenza che i nostri partgiani e le masse popolari italiane hanno condotto contro l'invasore nazifascista. Opppure per il popolo afghano il diritto alla resistenza e alla lotta di liberazione non sarebbe concesso? Le famiglie dei soldati italiani inviati in mission di guerra dovrebbero pretendere che tornino a casa. E' l'unico modo per evitare di veder morire figli, fratelli, mariti e fidanzati!

venerdì 14 maggio 2010

CONTRO L'ARROGANZA POLIZIESCA E I LORO APPELLI DEL DIRITTO ALLA PRIVACY (QUANDO GLI CONVIENE)

Su Indymedia Piemonte è apparso un post a firma di Massimo Numa, noto pennivendolo di regime in forza a La Stampa di Torino, in cui venivano pubblicati alcuni stralci dell'ordinanza di custodia cautalare e di misure preventive a carico di 17 compagni che sono stati accusati di avere partecipato alla resistenza contro lo sgombero del L'Ostie a Torino.In questi stralci, oltre al racconto della Questura sugli avvenimenti, apparivano anche i nomi e cognomi degli sbirri che si sarebbero in qualche modo feriti o che avrebbero subito lesioni dovute, a loro dire, al lancio di bottiglie e oggetti di altro tipo da parte dei resistenti. I quotidiani hanno apostrofato la pubblicazione dei nomi degli sbirri, come un atto di intimidazione nei confronti degli agenti operanti e come una "lista di prescrizione" che esporrebbe a pubblico ludibrio, gli "uomini" in divisa che tutti i giorni "rischiano la vita per 1000 euro al mese". Cosa dovrebbero dire allora i compagni e i cittadini che tutti i giorni si vedono sbattuti in prima pagina come dei mostri con tanto di foto, nome e cognome e indirizzo? Perchè la questura fornisce così allegramente nome,cognome e foto dei cittadini ai giornalisti senza porsi il problema di esporli al pubblico ludibrio con lo stesso rischio che correrebbero gli agenti?
E ancora, perchè i cittadini devono esibire i documenti di identità mentre gli agenti, specialmnte quelli che hanno funzioni di ordine pubblico, non portano il loro bel NOME stampato sulla divisa e non si identificano quando massacrano di botte gli operai, i giovani studenti, gli immigrati e i compagni?
Dobbiamo pensare che la polizia del nostro democratico Paese è una polizia segreta che usa metodi fascisti e anticostituzionali e che per questo deve mantenere segreti i nomi dei suoi membri? A Genova 2001, ma come in altre occasioni, purtroppo, polizia, guardia di finanza, carabinieri e GOM, massacravano, torturavano e facevano le peggiori denigrazioni senza che la maggior parte di loro pagasse per i reati commessi nei confronti dei cittadini chce li subivano! Nessun numero corrispondente al Nome sui caschi ne (figuaromici) il nome sull giacca della divisa! Tutto lecito per loro e tutto legale! Per questi e per tanti alttri motivi legati alla tutela delle libertà democratiche nel nostro paese, intendiamo copiare ed incollare i verbali che Massimo Numa a postato su Indymedia e invitare tutti a fare la stessa cosa nel tentativo di fare comprendere agli arroganti che non abbiamo nessuna intnzione di cedere ai loro sopprusi e alle loro malefatte! Ringraziamo (per una volta che fa qualche cosa di buono) quindi quel pennivendolo di regime che porta il nome di Massimo Numa invitandolo a continuare.
qui di seguito gli stralci dell'ordnanza:

martedì 11 maggio 2010

IL MAGISTRATO DI SORVEGLIANZA DI TORINO EMETTE ULTERIORE DIFFIDA AL COMPAGNO VALTER FERRARATO!


Martedì 11 maggio il commissariato di Corso Spezia di Torino ha notificato un ulteriore diffida nei confronti del compagno Valter in affidamento ai servizi sociali in seguito alla condanna di 4 anni (3 indultati)per i fatti relativi alla manifestazione antifascista dell'11 marzo 2006 a Milano.
Il Magistrato di sorveglianza di Torino "diffida severamente l'affidato ad una più attenta osservanza degli obblighi imposti(...)e avvisa che qualunque ulteriore violazione di tali obblighi comporterà la sospensione e la revoca della misura in corso"
I fatti riguarderebbero la solidarietà che Valter, con compagni di altre aree, ha espresso, recandosi in Tribunale ad assistere all'udienza nei confronti del compagno che il Primo Maggio 2010 è stato arrestato per "resistenza e oltraggio" durante un tafferuglio scoppiato in occasione della manifestazione della festa dei lavoratori. Secondo il Magistrato di Sorveglianza di Torino, informato zelantemente dagli agenti della DIGOS presenti all'udienza, il compagno Valter si sarebbe accompagnato a persone pregiudicate violando gli obblighi ai quali è sottoposto.
Durante la notfica della diffida gli agenti dell'ufficio prevenzione crimine hanno consigliato al nostro compagno di tenersi fuori dalle manifestazioni sino a che la sua pena non venga definitivamente espiata, altrimenti, un ulteriore violazione delle prescrizioni, li avrebbe visti costretti ad accompagnarlo in carcere.
Valter ha risposto che, anche volendo, non potrebbe conocscere lo stato della fedina penale di tutti quanti e che, comunque, non sarebbe stato certo lui a richiederla a chicchessia, ne tanto meno nessun altro sarebbe costretto ad esibirla. Se ne deduce quindi che il Magistrato di Sorveglianza di Torino, "consigliato opportunamente"dagli agenti della Polizia Politica, abbia interpretato la misura cautelare che intima a Valter di non frequentare pregiudicati e/o ambienti frequentati da essi, in maniera "piuttosto ampia" ritenendo che la sua presenza in qualsiasi luogo pubblico, debba essere cautelativamente preceduta da un inchiesta penale su tutte le persone presenti in quel luogo, piazza o Tribunale che sia.
Ma frequentare persone pregiudicate presuppone un consapevole e perpretato rappoto con esse, a meno che le parole abbiano diversi significati asecondo i punti di vista. E allora, considerato che più volte e da più parti ci viene ripetuto che "la legge non ammette ignoranza", ci viene da supporre che gli agenti della Polizia Politica intendano utilizzare come deterrente lo stato di affidamento in prova del compagno Valter, ai fini di scoraggiarne (e nel caso punirne)l'attività politica nella quale la soliodarietà proletaria, ha un importanza strategica!
Esprimiamo quindi piena e incondizionata solidarietà al nostro compagno e a tutti i compagni colpiti dalla repressione! Invitiamo tutti i compagni a non fare passare sotto silenzio nessun tentativo o atto repressivo anche se minimo o marginale!Stiamo con il fiato sul collo dei nostri repressori! Rendiamo loro la vita difficile!

venerdì 7 maggio 2010

GULER ZERE E' MORTA. ONORE A GULER ZERE!


Güler Zere si è spenta oggi verso le 16:50 (ora turca) nel quartiere di Armutlu ad Istanbul, dopo aver combattuto a lungo contro un cancro alla bocca.

Prigioniera politica per 14 anni a causa della sua militanza nel movimento marxista DHKP-C (Partito-Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo), è morta per l’incuria delle Autorità penitenziarie e dell'Istituto di medicina legale che hanno l’hanno lasciata agonizzare in prigione, lentamente, sebbene sapessero che poteva essere liberata per motivi di salute.

L'anno scorso, dopo quattro mesi di una intensa campagna per la sua liberazione, l'opinione pubblica progressista turca ed internazionale aveva costretto le Autorità turche a liberarla.

Il 6 novembre 2009, Güler beneficierà infatti della grazia presidenziale proprio in virtù di queste pressioni democratiche.

Uscita da prigione, partecipò subito alle iniziative di solidarietà con i prigionieri malati organizzati ogni venerdì nella via Istiklal ad Istanbul.

Ma il mese scorso, il suo stato di salute si è improvvisamente deteriorato.

In una delle ultime lettere, scriveva tra l’altro: "mi hanno lasciato andare ormai prossima alla morte. Hanno usurpato il mio diritto alla vita concedendomi il diritto a morire fuori. Non lo dimenticherò.

E dire che ci sono ancora prigionieri malati."



Güler è morta all’età di 38 anni, il cuore pieno di amore e di speranza in un futuro migliore, circondata dei suoi amici e compagni.



7 maggio 2010



Fonte: Halkinsesi TV, Milliyet, NTV.

mercoledì 5 maggio 2010

5 MAGGIO 1981 : Dopo 66 giorni di sciopero della fame, Bobby Sands muore nell'ospedale del carcere di Maze


Bobby Sands nasce nel 1954 a Rathcoole, una quartiere a maggioranza protestante nella periferia settentrionale di Belfast. A diciott'anni entra nell'Ira e, nell’ottobre del 1972 viene arrestato per possesso di armi e condannato a tre anni e mezzo di reclusione. Resta nel carcere di Long Kesh fino al 1976 e, una volta scarcerato, riprende la lotta con il movimento repubblicano. Sei mesi dopo, in seguito ad uno scontro a fuoco, viene nuovamente arrestato dai Ruc, mentre la moglie Geraldine è incinta di quattro mesi. Condannato a 15 anni di carcere, rifiuta di rispondere alle domande degli inquirenti e incomincia la protesta contro le condizioni di detenzione. L’11 marzo 1981 inizia uno sciopero della fame che avrà un notevole impatto sull’opinione pubblica mondiale soprattutto dopo che, nel mese di aprile, Sands viene eletto nelle liste del Sinn Fèin per la contea di Farmanagh. Nonostante il sostegno popolare e l’interessamento diretto del Vaticano l’allora primo ministro britannico Margareth Thatcher rifiuta il dialogo con i detenuti in sciopero. Sands muore il 5 maggio 1981, dopo 65 giorni di sciopero della fame. Dopo di lui altri nove carcerati in sciopero della fame moriranno: il 12 maggio Francis Hughes, il 21 Raymond McResh e Patsy O’Hara, l’8 luglio Joe McDonnel, il 1 agosto Martin Hurson, e Kevin Lynch, il giorno dopo Kieron Doherty, l’8 agosto Thomas McElwee, il 20 dello stesso mese Micky Devine. Il 3 ottobre 1981 lo sciopero della fame dei detenuti cessa.

lunedì 3 maggio 2010

ONORIAMO LE VITTIME DEL LAVORO INASPRENDO LE LOTTE


SESSANTA sono oramai le udienze del processo per OMICIDIO VOLONTARIO contro i dirigenti stragisti della Thyssen Krupp. Sessanta udienze durante le quali gli avvocati della difesa hanno cercato di dare il peggio di loro stessi nel tentativo:

- di addossare la responsabilità del rogo sugli stessi operai costruendo di sana pianta testimoni che poi si sarebbero rivelati falsi

- di tirarla per le lunghe praticando un ostruzionismo al limite dell’oltraggio alla Corte

- di fare tacere a suon di comunicati stampa, minacce di denunce, (le quali hanno dato seguito a sequestri di striscioni e volantini e all’ identificazione dei compagni presenti al presidio davanti al tribunale), la diffusione delle verità scomode che i quotidiani borghesi non citano perché influenzati dai loro padroni che, per fili multipli e traversi, si ricollegano anche agli stessi padroni della multinazionale tedesca.

SESSANTA udienze che hanno mostrato pienamente la responsabilità dolosa dei dirigenti (arroganti e spocchiosi anche di fronte ad un Tribunale della Repubblica) della Thyssen e quindi la volontarietà di non investire sulla sicurezza, mettendo a rischio gli operai rimasti a terminare le commesse di un azienda che si stava smantellando. I testimoni citati dagli avvocati della difesa, dopo che alcuni di essi sono stati denunciati per falsa testimonianza, hanno rilasciato dichiarazioni pressoché inutili e in alcuni casi dannose e controproducenti per la difesa stessa. SESSANTA udienze che hanno fatto emergere la responsabilità indiretta di alcuni rappresentanti delle istituzioni come Regione, Comune e ispettori dell’ASL.

OMICIDIO VOLONTARIO rimane comunque l’accusa che per la prima volta, in un Tribunale della Repubblica borghese, si formula contro la classe padronale. A breve si darà spazio alle arringhe di accusa e avvocati e in seguito, forse per quest’autunno, la Corte emetterà la sentenza.

SESSANTA udienze delle quali soltanto le prime, sull’onda della commozione generale per la strage dei sette operai, vedevano la partecipazione di un folto pubblico in aula e di presidi partecipati all’esterno del Tribunale. Ma, trascorsi quei mesi “appassionati”, l’aula del tribunale rimaneva pressoché deserta e all’esterno, ad ogni udienza dall’ottobre 2009 a questa parte, soltanto un piccolo gruppo di comunisti ha mantenuto il presidio e assistito alle audizioni producendo e diffondendo ogni volta, come la Rete Nazionale per la Sicurezza sui Posti di Lavoro, la sintesi delle udienze. A dimostrazione di quanto anche i dirigenti dei partiti che nei loro simboli si rifanno ancora alle ragioni della classe operaia e i dirigenti dei sindacati, abbiano una loro parte di responsabilità non avendo fatto un gran che per mantenere alta la tensione e l’attenzione attorno ad una vicenda che vede per la prima volta i padroni imputati di omicidio volontario e che quindi mette in discussione l’intero sistema di sfruttamento al quale sono soggetti i lavoratori. In questi giorni nelle aule del Tribunale di Torino si sta svolgendo un altro grande processo contro i padroni di ETERNIT responsabili di un ecatombe di operai e cittadini esposti alle fibre di amianto. Questi due processi, oltre che auspicare siano risolti con una condanna del Tribunale della Repubblica e che siano occasione di risarcimento morale (oltre che materiale) per i parenti delle vittime, rappresentano una grande occasione di mobilitazione, agitazione e organizzazione attorno alla questione più generale della lotta contro i padroni assetati di profitto e i loro servi della politica e delle istituzioni. Il sacrificio dei sette operai morti a Torino, come tutti quelli che ogni giorno perdono la vita sul lavoro o per il lavoro, deve essere onorato con l’estensione e l’inasprimento delle lotte contro il sistema di sfruttamento e morte alla quale i padroni vorrebbero costringerci!




Related Link: http://www.collcompiemonte.blogspot.com

sabato 1 maggio 2010

BENVENUTO MALEDETTO 16°


In occasine del PRIMO MAGGIO a Torino il Collettivo Comunista Piemontese e gli Antifascisti Torinesi esprimono la loro più totale condivisione per le parole scritte sullo striscione che, notte tempo, qualche compagno ha affisso sulle cancellate della chiesa in via del Carmine a Torino! "IL PAPA IN MINIERA E POLETTO IN FONDERIA" (come recitava la frase dello striscione) sintetizza l'insofferenza dei lavoratori nei confronti di chi, strumentalizzando il bisogno spirituale di milioni di persone, tenta di giustificare le angherie dei potenti e dei padroni. Il Vaticano è uno Stato con tanto di banche e finanziarie che ha interessi diretti con le maggiori imprese del paese e non solo. Da Ipregilo alla FIAT, alla Thyssen Krupp con una quota importante di proprietà di Federico Falck, presidente dell'associazione degli imprenditori cattolici. Senza contare i traffici illeciti che il Vaticano controlla e amministra con le case farmaceutiche sino al traffico di armi. Bene hanno fatto, in occasione del PRIMO MAGGIO torinese, quei compagni che hanno affisso lo striscione di "benvenuto" per il PAPA per la cui visita a Torino, prirpio dopo la presentazione del piano di srfuttamento di Marchionne, ha fatto negare piazza S.Carlo ai lavoratori, storica piazza nella quale v si tenevano i comizi sindacali della festa dei lavortori!