Latifa aveva 18 anni ed era immigrata dal Marocco in cerca di un futuro migliore. A causa di un rastrellamento anti immigrati Latifa fu costretta a scappare e a salire sul tetto del palazzo in cui viveva inseguita dai vigili urbani che non hanno mollato la presa costringendo la giovane marocchina ad avventurarsi tra gli abbaini sino a scivolare e a cadere dal tetto trovando la morte sul selciato.
E' certo una delle tanti morti di questa guerra di sterminio che la borghesia scatena contro le masse popolari e in particolare quelle più povere e ricattabili subiscono le peggiori angherie di questo Stato razzista e repressivo.
La commemorazione di Latifa, alla quale è stato dedicato il centro di documentazione di via Saluzzo 13 anche sede del CCP, è un atto simbolico ma importante in un quartiere dove i problemi dei residenti italiani si incontrano e si scontrano con i problemi degli immigrati poveri. E' necessario chce i bisogni e le istanze delle masse popolari italiane e immigrate si incontrino e si fondano in un unica lotta contro questo sistema assassino!
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