mercoledì 28 ottobre 2009
SABATO 31 OTTOBRE PRESIDIO ANTIFASCISTA
Sabato 31 ottobre nella covo fascista “l’asso di bastoni” di via Cellini 21, si svolgerà un concerto organizzato da fascisti autonomi nazionalisti e casa Pound, che prevede l’arrivo in città di molti giovani fascisti e nazisti.
Ci troviamo davanti ad un evento tanto vergognoso quanto macabro.
Questi gruppi e questi personaggi che si rifanno all’ideologie che hanno portato il mondo e la nostra nazione alla tragedia della seconda guerra mondiale, allo sterminio degli ebrei, alle deportazioni, alle torture, alle uccisioni di chi come i comunisti e gli antifascisti si opponevano al regime di terrore di Hitler e Mussolini non possono e non devono ottenere spazi e agibilità politica ne culturale in particolar modo, in una città come Torino che è medaglia d’oro alla Resistenza. Girando per le vie torinesi alzando lo sguardo, si vedono lapidi e monumenti ai partigiani, caduti per liberare il nostro paese dalle barbarie naziste e fasciste. Oggi, è inammissibile che i “nipotini” dei torturatori e degli stragisti nazi-fascisti vengano lasciati liberi di diffondere la loro aberrante ideologia alla faccia della Costituzione repubblicana nata dalla resistenza che impedisce l’apologia di fascismo e la ricostruzione del partito fascista.
Sabato 31 ottobre per le vie di Torino scorazzeranno questi luridi individui che odiano il diverso, che odiano tutti e tutto, che non si fanno scrupoli nell’ utilizzare il coltello nell’aggredire gratuitamente chiunque non gli vada a genio.
Allo scopo di impedire l’iniziativa neo-fascista e le scorribande dei giovani di estrema destra che si troveranno in zona per recarsi all’asso di bastoni in via Cellini, gli antifascisti torinesi organizzano un presidio in piazza al quale chiamiamo tutti gli antifascisti e i sinceri democratici, invitiamo tutti i cittadini a vigilare per tutelarsi da eventuali aggressioni.
lunedì 26 ottobre 2009
SOLIDARIETA' ANTIFASCISTA A MAO CALLIANO
SOLIDARIETA’ CON MAO CALLIANO SEGRETARIO DELLA FEDERAZIONE TORINESE del PdCI
A seguito della spontanea e riuscita mobilitazione antifascista militante che si è svolta sabato 24 ottobre a Torino e che ha impedito il banchetto dei neofascisti di Casa Pound e la propaganda dei razzisti e fascistoidi della Lega Nord i piazza Castello, sono state molte le figure istituzionali che hanno condannato la manifestazione o preso semplicemente le distanze (come hanno fatto i dirigenti locali del PRC) da essa.
Nell’alveolo istituzionale soltanto la federazione del PdCI di Torino per bocca del compagno Mao Calliano, ha mantenuto fede ad uno dei valori che esprime il simbolo (falce e martello) posto sulla bandiera del suo partito, auspicando che manifestazioni antifasciste come quella di sabato scorso si ripetano. Le esternazioni del compagno Mao Calliano sono state coerenti e conseguenti al lavoro che il compagno Mao ha svolto e svolge da sempre sul nostro territorio in relazione alla lotta contro i rigurgiti fascisti e lo sdoganamento di quella infame ideologia, difendendo, con ciò, quella parte sana della Costituzione italiana nata dalla Resistenza, quella Costituzione deturpata e insultata continuamente dal governo della banda Berlusconi e da quei partiti che dall’opposizione accettano di venire a patti e di discutere anche con l’estrema destra. Localmente ricordiamo l’incontro avuto dall’assessore alla casa del comune di Torino con il manipolo di neofascisti di Casa Pound, ricevuti e ascoltati presso le sale della rappresentanza di un istituzione repubblicana.
Al compagno Mao Calliano va quindi la solidarietà e il sostegno di tutti i comunisti e gli antifascisti torinesi! Altro che condanne e prese di distanze! Il compagno Mao Calliano andrebbe preso come esempio da tutti quei dirigenti che oggi, alla guida di partiti che hanno ancora la falce e il martello come loro simbolo, navigano e si muovono in tutt’altre acque e in tutt’altra direzione, anche per quel che riguarda una materia che invece dovrebbe vederli in prima fila: l’ANTIFASCISMO!
Collettivo Comunista Piemontese
Via Spotorno 4 Torino
colcompiemonte@yahoo.it
tel.3476558445
sabato 24 ottobre 2009
Contro i provvedimenti fascisti della magistratura! Solidarietà ai compagni FABIO e ANDREA
L’accusa che viene mossa ai due compagni è di avere avuto parte attiva in parecchie manifestazioni e dimostrazioni avvenute in città e in particolare contro il razzismo e a sostegno degli immigrati incarcerati nei veri e propri lager chiamati “Centri di Identificazione e di Espulsione”in cui gli immigrati vengono sottoposti ad ogni forma di vessazione e di maltrattamenti.
Il provvedimento dei giudici quindi è una misura che va a colpire due compagni attivi nel combattere fascisti e razzisti e nel sostenere i diritti fondamentali sanciti anche dalla Costituzione di quella che dovrebbe essere una Repubblica democratica. Con l’applicazione della sorveglianza speciale, nei confronti dei due attivisti antirazzisti e antifascisti, senza che venga contestato loro un reato specifico, i giudici hanno applicato una misura con la quale il regime fascista cercava di tenere sotto controllo il dissenso colpendo comunisti, anarchici e antifascisti, che avrebbero potuto promuoverlo e orientarlo.
I giudici di Torino quindi hanno agito in conformità con quelle leggi in vigore durante il ventennio fascista e ripristinate con l’approvazione del così detto “Pacchetto sicurezza” (voluto fortemente dai razzisti della Lega) approvato dal governo Berlusconi: soffocare il dissenso e le mobilitazioni a partire dalla testa, da quei compagni che si sono maggiormente distinti nel promuovere ed orientare, a partire dalle così dette avanguardie di lotta. L’applicazione della Sorveglianza speciale per i due compagni di Torino è un precedente gravissimo che apre la strada al sistematico utilizzo di un provvedimento incostituzionale e di dichiarato stampo fascista e che deve essere combattuto e contrastato con ogni mezzo a partire dall’inasprimento delle stesse forme di lotta e di resistenza e di quelle in difesa degli spazi di agibilità politica.
Ai compagni del “Porfido” colpiti dall’infame provvedimento dei magistrati servi dei padroni, va tutta la nostra solidarietà e la nostra stima.
venerdì 23 ottobre 2009
Solidarietà di Piattaforma Comunista
Saluti fraterni da Piattaforma Comunista.
mercoledì 21 ottobre 2009
COMUNICATO DI SOLIDARIETA' RETE ANTAGONISTA TORINO SUD
Due compagni del Collettivo Comunista Piemontese sono stati provocati e denunciati per "diffamazione mezzo stampa" perchè volantinavano davanti ad una udienza del processo della Thyssen, un chiaro attacco ai pochi spazi di agibilità politica ancora permessi, un chiaro attacco ai movimenti di lotta, un atto repressivo che vede riuniti da una parte sbirri, avvocati del diavolo e padroni assassini, mentre dall'altra famiglie e operai in lutto per le perdite dei loro cari vittime dello sfruttamento operaio e comunisti che lottano contro questo sistema che permette migliaia di morti per lavoro e garantisce la totale impunità a qualsiasi padrone. Noi della Rete Antagonista Torino Sud esprimiamo la nostra totale e incondizionata solidarietà ai due compagni denunciati e denunciamo questo grave attacco all'agibilità politica del movimento antagonista.
Rete Antagonista Torino Sud
Ennesima provocazione contro i comunisti!
Torino, 21 ottobre 2009
Dopo la provocazione di mercoledì 14 ottobre, anche oggi la polizia ha fermato i compagni Valter e Claudio del Collettivo Comunista Piemontese che insieme ad altri compagni manifestavano davanti al Tribunale di Torino durante il processo per la strage degli operai della Thyssen-Krupp.
Su ordine di un procuratore (che non ha voluto identificarsi) le autorità hanno fermato l’attività dei compagni per circa un’ora e hanno “acquisito agli atti” alcuni volantini e lo striscione. I compagni sono poi stati rilasciati ed è stato loro riconsegnato lo striscione e i volantini. Valter e Claudio hanno poi ripreso insieme agli altri compagni il presidio di protesta e denuncia contri i padroni assassini di operai.
Questo è l’ennesimo atto persecutorio che le autorità conducono contro i comunisti e in difesa degli interessi dei padroni, che siano o meno responsabili dei massacri di operai e lavoratori.
I compagni del Coordinamento dei Collettivi Comunisti si stanno impegnando nel sostegno alle lotte della classe operaia, per dare a queste lotte e agli operai avanzati che le sviluppano un orientamento strategico, una prospettiva di superamento di questo ordinamento sociale che è la causa fondamentale dello sfruttamento, della disoccupazione, della miseria e delle guerre perpetrate dalla borghesia imperialista. In primo luogo il lavoro dei Collettivi Comunisti mira a legare le lotte degli operai, dei lavoratori e delle masse popolari che vanno via via moltiplicandosi al processo di ricostruzione di un partito comunista della classe operaia che il movimento comunista, grazie alle sue componenti più avanzate, sta sviluppando in questa fase.
Oggi il Coordinamento dei Collettivi Comunisti conta poche decine di compagni. Non è certo la sua forza che preoccupa la borghesia e le sue autorità. Quello di cui lorsignori sono preoccupati è che anche dall’attività dei Collettivi Comunisti, come da quella di tante altre componenti del movimento comunista, possa effettivamente svilupparsi un legame con la classe operaia e che questa, proprio grazie al sostegno e all’orientamento degli elementi più avanzati del movimento comunista, possa ricostruire il suo partito comunista, strumento con il quale potrà dirigere le altre classi delle masse popolari nella lotta per la conquista del potere e per la costruzione del socialismo.
Gli attacchi repressivi di questo periodo in fin dei conti hanno tutti questo obiettivo comune: “soffocare il bambino fin che è nella culla”.
I padroni hanno mano libera, sono tutelati e protetti da magistrati e sbirri. Possono permettersi di massacrare decine di migliaia di operai ogni anno e passarla liscia. I comunisti non dovrebbero nemmeno diffondere volantini ed esporre striscioni per denunciare i padroni assassini, per mobilitare le masse a pretendere giustizia.
Mobilitiamoci contro la repressione dei comunisti!
Inviate messaggi di protesta (via fax, telefono, e-mail o posta) al Tribunale di Torino contro questa ennesima provocazione: Tribunale di Torino - Corso Vittorio Emanuele II, 130 - 10138 Torino (TO), Centralino: 011 4327111 - Fax: 011 4327582 - Email: tribunale.torino@giustizia.it
Inviate messaggi di solidarietà ai compagni del Coordinamento dei Collettivi Comunisti - coorcolcom@tiscali.it e al Collettivo Comunista Piemontese Via Spotorno 4, Torino - tel. 347 6558445 - colcompiemonte@yahoo.it.
Coordinamento dei Collettivi Comunisti
lunedì 19 ottobre 2009
domenica 18 ottobre 2009
Solidarietà del Soccorso Rosso Proletario Veneto
ogg: Solidarietà e denuncia
Chi ha sequestrato il volantino del Collettivo Comunista Piemontese, che riproduciamo nel nostro messaggio e appena possibile sulla nostra pagine web, è agli ordini dello stato occulto e emergnziale di Caselli, Gnzer e soci i quali credono di poter mantenere la politica del "dividi et impera"con provcazioni mirate, di volta in volta, a singole formazioni politiche e sindacali e che, in realtà, sono aziuoni che mirano, in generale, ad attentare alle agibilità politiche garantite dalla Costituzione seguita alla guerra Partigiana antifascista di Resistenza popolare che in Italia si affermò sul regime nazi-fascista, stragista e genocida dopo quasi dude anni di guerra civile. Chi ha dato questi ordini è la stessa gente che pretende di governare il conflitto di classe su base poliziasca.
Gente che il popolo italiano dovrebbe esautorare di ogni potere, degradare e perseguire penalmente.
Soccorso Rosso Proletario Veneto
giovedì 15 ottobre 2009
Solidarietà al CCP
Libertà di stampa?? Ma anche di volantinare!
La federazione del PdCI di Torino esprime la sua totale solidarietà alle compagne e ai compagni del Collettivo Comunista Piemontese per i fatti accaduti ieri mattina all'ingresso del Tribunale di Torino in concomitanza all'udienza processuale contro la Thyssen Krupp.
I militanti del CCP sono stati provocati e identificati dai carabinieri perchè distribuvano un volantino contro gli avvocati che difendono l'azienda di morte. Successivamente all'identificazione sono stati addirittura sequestrati i volantini.
Con questo atto, i carabinieri, al servizio del premier dittatore, violano definitivamente le pochissime leggi democratihce vigenti ancora nel nostro Paese, tra cui il diritto di opinione e di espressione.
A quando le chiusure delle sedi comuniste per decreto?
mercoledì 14 ottobre 2009
QUANDO MUORE UN OPERAIO LA COLPA E' DEL PADRONE
Mercoledì 14 ottobre alle 9,45 davanti al tribunale di Torino in occasione dell’udienza del processo per la strage di operai della Thyssen Krupp due nostri compagni che stavano volantinando all’entrata del tribunale, sono stati prima provocati duramente dalla DIGOS che voleva impossessarsi della propaganda e poi da un nugolo di carabinieri, in borghese e in divisa, che hanno proceduto all’identificazione e al sequestro del materiale. Durante il primo tentativo da parte della DIGOS i nostri compagni sono stati aggrediti immediatamente e identificati. I volantini però non sono stati consegnati e, anche grazie all’intervento del parlamentare Boccuzzi, ex operaio Thyssen,
Dal verbale risultava che il sequestro sarebbe stato predisposto in relazione ai reati di (…) “diffamazione mezzo stampa immediatamente ravvisati e altri reati eventuali ravvisabili da codesta”(…) “l’atto veniva compiuto sussistendo il pericolo che le cose si modificassero o si alterassero le fonti di prova ed altresì per evitare che la libera disponibilità degli oggetti posti sotto sequestro, potessero aggravare o protrarre le conseguenze dello stesso ovvero agevolare la commissione di altri reati più gravi”(…)
I “Signori” avvocati della Thyssen Krupp e le Autorità che hanno proceduto al sequestro dei volantini del CCP, hanno confermato la loro arroganza e il loro disinteresse per le poche leggi democratiche che ancora sono in vigore nel nostro paese, tra le quali quella che garantisce il diritto di opinione e di espressione violando quindi
E’ necessario rompere con le logiche del gioco delle parti tanto caro alla borghesia e chiamare le cose con il loro nome! Nel caso degli avvocati che difendono i padroni stragisti tentando di addossare le responsabilità della strage dei sette operai sugli stessi lavoratori, ci viene in mente un vocabolo soltanto: MERCENARI!
martedì 13 ottobre 2009
sabato 10 ottobre 2009
mercoledì 7 ottobre 2009
martedì 6 ottobre 2009
domenica 4 ottobre 2009
La vedova del torturatore Almirante: "PIAZZALE LORETO VERGOGNA ITALIANA"
Le fosse Ardeatine, Marzabotto, Sant'Anna di Stazzena e centinaia di altre stragi fasciste non fanno testo per la fascistissima vdova del fascistissimo Almirante! Per questa infame vecchia strega la vergogna italiana è rappresentata da piazzale Loreto!
Ringraziando la fascista moglie del defunto fascista Almirante per avere espresso il suo sdegno nei confronti del nostro collettivo,ribadiamo che a piazzale Loreto ci doveva finire anche lei con suo marito, il quale, purtropo,e anche grazie alla "mancata epurazione" che si sarebbe dovuta compiere nel nostro paese per eliminare tutti i fascisti, è rimasto vivo e ha potuto proseguire con la sua opera di criminale, boia e assassino!
NESSUN PONTE SARA’ INTITOLATO AL FASCISTA ALMIRANTE. LA GIUNTA MASCHERONI ABBANDONA IL PROGETTO!!
Grazie alla determinata e vasta mobilitazione antifascista sfociata nella grande e partecipata manifestazione militante di sabato 3 ottobre a Castellamonte, il sindaco Mascheroni (fascista mascherato) revoca la delibera dell’intitolazione del ponte ad Almirante. Una vittoria dell’antifascismo militante, di quell’antifascismo senza se e senza ma che in piazza ha espresso in maniere diverse, ma molto chiaramente, che non vi sarà alcuna riappacificazione con i fascisti e nessuno spazio per chi, come il sindaco Mascheroni e la sua giunta, tenterà colpi di mano revisionisti e riabilitanti del fascismo e dei suoi esponenti, morti o vivi che essi siano.
PIAZZALE LORETO E’ GRANDE E C’E’ ANCORA TANTO POSTO PER I FASCISTI E I LORO FIANCHEGGIATORI! ORA E SEMPRE RESISTENZA!
colcompiemonte@yahoo.it tel 3476558445 www.collcompiemonte.blogspot.com
Comunicato manifestazione antifascista a Castellamonte
Mascheroni, democristiano sindaco di Castellamonte (TO) è a capo della giunta di destra che ha deliberato l’intitolazione di un nuovo ponte a Giorgio Almirante, torturatore della RSI e redattore della rivista “La difesa della razza”, responsabile quindi anche delle deportazioni e dei massacri degli ebrei. Sino al lunedì prima della manifestazione antifascista, il sindaco aveva dichiarato inagibile il luogo richiesto dal comitato per dare luogo alla protesta cercando di relegarla fuori città. La manifestazione contro l’intitolazione del ponte ad Almirante, era stata decisa per sabato 3 ottobre e organizzata dal comitato “Aldo dice 26 x 1”, al quale aderiscono anche il nostro collettivo e il collettivo Stella Rossa di Biella. A seguito delle dichiarazioni degli organizzatori che, con estrema determinazione, durante una conferenza stampa, rimarcavano la volontà di impossessarsi, con ogni mezzo, degli spazi di agibilità politica e di difendere la libertà di manifestare, Mascheroni ha dovuto fare retromarcia e concedere quindi la piazza negata in precedenza con pretestuose motivazioni di “ordine pubblico”. Oltre 400 persone si sono riversate nella piazza e nelle vie di Castellamonte dando vita ad un corteo, aperto dall’ANPI, al quale hanno partecipato, oltre alle componenti del comitato organizzatore, anche rappresentanze sindacali come RdB e FIOM, anche se quest’ultima non in forma ufficiale ma rappresentata da decine di delegati di base. Il nome del sindaco di Castellamonte trovava posto a chiare lettere sullo striscione “Mascheroni: a piazzale Loreto c’è ancora posto” che il Collettivo Comunista Piemontese e il Collettivo Stella Rossa di Biella, avevano preparato e che hanno portato per tutto il percorso della manifestazione, dando vita ad un nutrito spezzone antifascista al quale, via via, si univano altri antifascisti anche residenti in città. Lo spezzone del CCP e di Stella Rossa ha sollevato anche qualche malumore, soprattutto da parte di alcuni dirigenti dei partiti della sinistra borghese PdCI (Chieppa consigliere regionale) e PRC (Morando segretario del locale circolo) i quali, ancora una volta, di fronte all’incalzare delle domande dei giornalisti intervenuti per l’occasione, hanno mostrato la distanza dalla loro base che invece, come il CCP e Stella Rossa, lanciavano giustamente slogan di fuoco contro il sindaco e contro i fascisti a partire da quello “Se un fascista muore? Champagne! E se non muore Molotov!”, oppure “Che ne faremo delle camice nere? Tutte al muro e le fucileremo!”.
La risposta all’opportunismo dei dirigenti del PRC e del PdCI, oltre alla loro base, l’ha offerta a chiare lettere anche Bruno Bettini, segretario della sezione ANPI di Cuorgnè, il quale ai giornalisti dichiarava: “La giunta Mascheroni dimentica la Costituzione, si è comportata in maniera indecente. Certi messaggi se li sarebbero dovuti aspettare. Oggi tutto si è svolto in un clima civile(..:)”.
La retromarcia del sindaco Mascheroni riguardo il percorso e il concentramento del corteo antifascista è da considerarsi quindi una prima vittoria che si è potuta ottenere grazie alla determinazione con la quale le componenti del comitato promotore di Castellamonte (tra cui anche il PdCI con Mao Calliano, responsabile provinciale del partito) hanno resistito alle imposizioni della giunta, lo stesso antifascismo militante che ha portato centinaia di persone in piazza in difesa della Costituzione nata dalla Resistenza e contro lo sdoganamento e la legittimazione del fascismo e dei suoi sgherri torturatori e assassini. E’ necessario alzare il livello di vigilanza intervenendo duramente contro ogni tentativo revisionista che riabilita il fascismo concedendo addirittura onore a torturatori dello stampo di Almirante. E’ necessario estendere la militanza antifascista organizzando iniziative e proteste di piazza ogni qual volta questi tentativi si verifichino come ad esempio a Montanaro (TO) dove la giunta, sull’esempio di quella di Castellamonte, vorrebbe intitolare una strada al fascista Almirante.
O si è antifascisti o non lo si è! Non si può esserlo solo fino ad un certo punto, soltanto sino a che le regole e le leggi borghesi te lo permettono! Il fascismo non è un opinione ma un operazione politica che i padroni mettono in atto nei momenti più acuti di crisi del loro sistema infame allo scopo di arginare le proteste e le sollevazioni popolari.
ORA E SEMPRE RESISTENZA! A TUTTI I FASCISTI E AI LORO FIANCHEGGIATORI RICORDIAMO CHE A PIAZZALE LORETO C’E’ ANCORA TANTO POSTO!
COLLETTIVO COMUNISTA PIEMONTESE
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