giovedì 16 aprile 2009

La Resistenza accusa e… rilancia!!!



Oggi assistiamo indignati alla rivalutazione del fascismo e dei fascisti, tramite la revisione storica, lo sdoganamento e la legittimazione di partiti o gruppi che si rifanno chiaramente al fascismo, che espongono i loro simboli con tanto di celtiche, fasci littorio e svastiche sulle loro bandiere, che salutano romanamente, che dichiarano che il Duce e Hitler furono grandi statisti, che negano l’olocausto, le deportazioni e gli stermini. Sono i partiti e i gruppi rappresentati dagli stessi signori che siedono oggi sugli scranni del Parlamento italiano o di quello europeo, che hanno ottenuto l’agibilità e riconoscimento politico durante le campagne elettorali, riconosciuti e legittimati anche dai dirigenti della sinistra borghese che magari si riempiono la bocca di antifascismo ma poi condannano e cercano di isolare chi, l’11 marzo 2006 a Milano, l’antifascismo lo ha messo in pratica cercando di togliere la piazza alle parate delle nuove squadracce fasciste e per questo è stato incarcerato e condannato a 4 anni di carcere. Mentre gli antifascisti vengono caricati dalla polizia (come all’Università di Torino), arrestati e condannati, i fascisti possono impunemente, protetti da centinaia di carabinieri e poliziotti, dare luogo a convegni di nazifascisti a livello europeo come quello organizzato da Forza Nuova svoltosi a Milano il 5 aprile scorso al quale hanno partecipato gli esponenti nazifascisti di mezza Europa. L’atteggiamento repressivo di una parte importante di Polizia e Carabinieri nei confronti degli antifascisti e in generale, di chi alza la testa per difendere i propri diritti e per ottenerne di nuovi, si è reso sempre più evidente dalle giornate di Genova 2001 in poi. Canti fascisti e saluti romani accompagnavano le torture inflitte da polizia e carabinieri nella caserma di Bolzaneto. Sono infatti ex carabinieri e poliziotti che promuovono organismi dichiaratamente fascisti e paramilitari, legali o extralegali, come la GNI con sede nazionale a Torino (Guardia Nazionale Italiana) di Maurizio Correnti (alpino in congedo) e del colonnello dei carabinieri Augusto Calzetta. (…)la “Guardia nazionale italiana” marcia in un delirio di riferimenti nazifascisti, labari, scarponcini neri, stendardi ed effigi: «Pantaloni neri con banda gialla laterale, cappello rigido con visiera nero con aquila imperiale romana in alto e sottostante bottoncino tricolore, altresì ruota solare». La Schwarzesonne, il misterioso ordine esoterico legato al misticismo nazista.(…) (da L’Unità del 4 aprile 2009).
La commistione tra alcuni apparati delle forze dell’ordine e i gruppi nazifascisti ha però origini remote come dimostra l’intervento di Pietro Secchia in un discorso al Senato nel lontano 1948: (…) Ma chi sono i dirigenti delle forze di polizia?(…) Sono gli ex dirigenti dell’OVRA, gli ex fascisti repubblichini e molti gerarchi della milizia fascista(…)Potrei dirvi quale era la loro posizione dell’epoca del fascismo e quale la loro posizione oggi nei ruoli del dipartimento della polizia anche se speso la loro funzione è opportunamente coperta da incarichi generici. Si cerca di farli passare come elementi che hanno incarichi assai meno delicati di quelli che svolgono veramente(…)Questi uomini che per oltre vent’anni hanno servito il regime della tirannia nelle loro funzioni più sporche e criminali sarebbero, per il Ministro dell’interno e per l’attuale governo, uomini imparziali adatti a tutelare la Costituzione repubblicana(…)Li avete assunti in servizio e messi a posti di responsabilità proprio perché erano fascisti, proprio perché avevano la competenza e le capacità tecniche per lottare contro i lavoratori(…)per violare le norme costituzionali, per violare la legge senza lasciare prove, per commettere ogni sorta di arbitri e di violenze senza lasciare tracce.(…)Costoro non possono giudicare i partigiani, i lavoratori e gli antifascisti. Ne sono indegni!(…)
La Resistenza continua perché, a differenza di come vorrebbero farci credere coloro che aspirano alla riappacificazione nazionale per eliminare i conflitti di classe in favore degli interessi esclusivi della classe dominante, il fascismo non è un opinione sulla quale poter essere d’accordo o meno. Il fascismo è stata ed è un operazione politica della borghesia è stata (al fine di soffocare le sollevazioni operaie e contadine e l’avanzata della prima ondata della rivoluzione socialista) la dittatura terroristica della classe dominante sul resto delle classi popolari. Così come il fascismo non è un opinione, anche l’antifascismo non lo è. Non si può essere antifascisti solo fino a un certo punto, sino a che la legalità imposta dalla classe dominante ce lo concede. Non si può essere antifascisti senza essere a fianco delle masse popolari, senza difendere senza se e senza ma i loro interessi, senza combattere contro la borghesia responsabile degli stenti e dei patimenti di intere popolazioni. I partigiani, con il loro esempio e la loro abnegazione dimostrati durante la guerra di Resistenza, ci lasciano in eredità la determinazione, il coraggio e il grande ideale che in quel periodo muovevano loro e tanti altri comunisti a organizzarsi e a organizzare le masse popolari a combattere fino ad imbracciare le armi contro i nemici del popolo, in divisa nera, grigia o in doppio petto. Gli insegnamenti della lotta partigiana sono necessari per la lotta che conduciamo e che dovremo condurre nei prossimi anni, per riprendere il cammino che i gloriosi partigiani, in gran numero comunisti, hanno lasciato incompiuto: abbattere il sistema sfruttatore e assassino e instaurare una società superiore, una società socialista.

Nessun commento:

Posta un commento