lunedì 13 aprile 2009

Opere di Mao, sul centralismo democratico (volume 19 pagina 73-74 )


Dobbiamo unire l’intero partito e l’intero popolo

Dobbiamo unire gli elementi progressisti e gli elementi attivi dentro e fuori del partito e unire gli elementi intermedi in modo da trascinare quelli che sono rimasti indietro. Soltanto in questo modo possiamo unire l’intero partito e l’intero paese; soltanto basandoci su di una unità del genere, possiamo portare a termine il nostro lavoro, superare le difficoltà e costruire la Cina in modo corretto. Unire l’intero partito e l’intero popolo non significa affatto che noi non abbiamo i nostri precisi orientamenti. Alcuni dicono che il partito comunista è un “partito di tutto il popolo”, ma noi non vediamo le cose in questo modo. Il nostro partito è un partito proletario, è l’avanguardia del proletariato, è una forza combattente armata con il marxismo-leninismo. Noi stiamo dalla parte delle masse popolari che comprendono più del 95 per cento della popolazione totale, non stiamo di certo dalla parte dei proprietari terrieri, dei contadini ricchi, dei reazionari, dei cattivi elementi e degli elementi anticomunisti di destra che sono il 4 o 5 per cento della popolazione. Lo stesso vale in campo internazionale, anche qui parliamo di unità con tutti i marxisti-leninisti, con tutti i compagni rivoluzionari, con tutti i popoli.

Noi chiaramente non parliamo di unità con gli imperialisti che sono contro il comunismo e contro i popoli né con i reazionari dei vari paesi. Quando è possibile, noi vogliamo anche stabilire relazioni diplomatiche con questa gente e sforzarci di attuare con loro una politica di pacifica coesistenza sulla base dei cinque principi. Ma queste sono cose che appartengono a una categoria diversa da quella dell’unità con i popoli di tutti i paesi.

Allo scopo di unire l’intero partito e l’intero popolo è necessario promuovere la democrazia e lasciare che la gente dica quello che pensa. Questo deve verificarsi all’interno del partito e deve essere così anche al di fuori del partito.

Compagni dei comitati di partito delle province, compagni dei comitati di partito delle prefetture e compagni dei comitati di partito dei distretti, quando tornate ai vostri posti di lavoro dovete assolutamente lasciare che la gente dica quello che pensa. Devono comportarsi così i presenti e così devono comportarsi anche quelli che non sono presenti qui. Tutti i membri dirigenti del partito devono promuovere la democrazia e lasciare che la gente parli. Quali sono i limiti? Un limite è che bisogna osservare la disciplina di partito, la minoranza deve obbedire alla maggioranza e l’intero partito deve ubbidire al Centro. Un altro limite è costituito dalla proibizione di organizzare fazioni segrete. Non abbiamo paura dei gruppi di opposizione aperta, abbiamo paura unicamente dei gruppi segreti di opposizione. È gente che non vi dice la verità in faccia, in faccia vi dice soltanto falsità e parole ingannatrici senza svelare i propri scopi reali. Ma a patto che non infrangano la disciplina di partito e non si impegnino in nessuna attività segreta di fazione, dobbiamo lasciarli parlare e, anche se dicono delle cose sbagliate, non dobbiamo colpirli. Si può criticare quelli che dicono cose sbagliate, ma bisogna ricorrere alla ragione per convincerli. E se ci proviamo ma non si convincono?

Rimangano pure della loro opinione. Alla minoranza si può permettere di rimanere della propria opinione a patto che obbedisca alle risoluzioni e alle decisioni prese dalla maggioranza. Sia all’interno che all’esterno del partito è vantaggioso permettere alla minoranza di mantenere la propria opinione. Si tengano per il momento le loro opinioni sbagliate: in futuro cambieranno idea. Molto spesso le idee della minoranza si sono rivelate corrette. La storia è ricca di

simili esempi. All’inizio la verità non è nelle mani della maggioranza ma in quelle di una minoranza. Marx ed Engels avevano in mano la verità ma, all’inizio, erano la minoranza. Anche Lenin è stato a lungo in minoranza. Nel nostro partito abbiamo avuto esperienze di questo genere. Sia all’epoca del predominio di Chen Tu-hsiu che durante il predominio della linea “di sinistra”, la verità non era dalla parte della maggioranza degli organi dirigenti, ma dalla parte della minoranza. Nella storia le scienze naturali, le teorie di scienziati come Copernico, Galileo e Darwin non sono state riconosciute per un lungo periodo dalla maggioranza della gente che le riteneva invece sbagliate, così essi si trovarono temporaneamente in minoranza. Il nostro partito quando fu fondato nel 1921 contava soltanto poche decine di membri; anche noi eravamo una minoranza, ma quelle poche persone rappresentavano la verità e il destino della Cina.

Quali sono le condizioni che si richiedono ai degni successori della causa

rivoluzionaria del proletariato?

1. Devono essere degli autentici marxisti-leninisti e non come Kruscev dei

revisionisti che si addobbano di marxismo-leninismo.

2. Devono essere dei rivoluzionari al servizio, anima e corpo, della stragrande maggioranza della popolazione cinese e mondiale e non agire come Kruscev che serve gli interessi di un gruppetto di individui che sono lo strato privilegiato della borghesia del suo paese e gli interessi degli imperialisti e dei reazionari del mondo intero.

3. Devono essere degli uomini di Stato proletari, capaci di unirsi alla stragrande maggioranza e lavorare all’unisono con essa. Devono non solo unirsi a chi condivide le loro posizioni, ma anche sapersi unire a quelli che non le condividono, a quelli che erano loro ostili e di cui la pratica ha provato l’errore. Tuttavia devono stare particolarmente attenti agli arrivisti e ai cospiratori come Kruscev e impedir loro di usurpare la direzione del partito e dello Stato a tutti i livelli.

4. Devono essere degli esempi nell’applicazione del centralismo democratico del partito, padroneggiare il metodo di direzione basato sul principio di “venire dalle masse e tornare alle masse” e alimentare uno stile di lavoro democratico che li renda capaci di comprendere le masse. Non devono, come Kruscev, minare il centralismo democratico del partito, impadronirsi di un potere autocratico, attaccare i compagni di sorpresa, rifiutare di comprendere e agire da dittatori.

5. Devono essere modesti e prudenti, premunirsi contro l’arroganza e la presunzione, essere in grado di fare l’autocritica e avere il coraggio di correggere tutte le insufficienze e gli errori del loro lavoro. Non devono in nessun caso nascondere i loro errori, attribuirsi tutti i meriti e scaricare tutte le colpe sugli altri, come fa Kruscev. Sono le lotte di massa che formano i successori della causa rivoluzionaria del proletariato e sono le grandi tempeste rivoluzionarie che li forgiano. Bisogna saper valutare il valore dei quadri, scegliere e formare i successori nel corso di lotte di massa prolungate.

Questi principi enunciati dal compagno Mao Tse-tung rappresentano uno sviluppo creativo del marxismo-leninismo e aggiungono all’arsenale teorico del marxismo-leninismo nuove armi che sono per noi di importanza decisiva nella lotta per prevenire ogni restaurazione capitalista. Finché noi ci atterremo a questi principi, saremo in grado di rafforzare la dittatura del proletariato, di assicurare che il nostro partito e il nostro Stato non cambieranno mai di natura, di condurre a buon esito la rivoluzione socialista e l’edificazione del socialismo, di sostenere il movimento rivoluzionario di tutti i popoli per abbattere l’imperialismo e i suoi lacchè, di assicurare il futuro passaggio dal socialismo al comunismo.

Riguardo alla comparsa nell’Unione Sovietica della cricca revisionista di Kruscev, l’atteggiamento di noi marxisti-leninisti è quello che abbiamo verso tutti i “torbidi”: primo, siamo contrari; secondo, non la temiamo.

Non l’avevamo desiderata e siamo contro, ma dato che la cricca revisionista di Kruscev ha fatto la sua comparsa, non c’è in questo nulla di terrificante e non c’è ragione alcuna di allarmarsi. La terra continuerà a girare, la storia proseguirà il suo cammino in avanti, come sempre i popoli di tutto il mondo continueranno a fare la rivoluzione e gli imperialisti e i loro lacchè andranno inevitabilmente incontro alla sconfitta.

L’apporto storico del grande popolo sovietico sarà sempre glorioso e non può essere oscurato dal tradimento della cricca revisionista di Kruscev. La gran massa degli operai, dei contadini, degli intellettuali rivoluzionari e dei comunisti

sovietici finirà col superare tutti gli ostacoli frapposti al suo cammino e andrà verso il comunismo. Il popolo sovietico, i popoli dei paesi socialisti e i rivoluzionari di ogni luogo trarranno certamente utili insegnamenti dal tradimento della cricca revisionista di Kruscev.




Lo pseudocomunismo di Kruscev e gli insegnamenti storici che dà al mondo

Mao Tse-tung - OPERE

1 commento:

  1. mi direste che edizioni sono? Si trovano sul mercato o in rete? Grazie

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