venerdì 7 agosto 2009

ANGHERIE ESTIVE DELLA SBIRRAGLIA


Nel pomeriggio di lunedì 7 agosto mentre due compagni del CCP stavano passeggiando tranquillamente in Piazza CLN a Torino, una macchina della DIGOS li affianca, gli sbirri scendono chiedendo loro i documenti. Dopo avere ottenuto i documenti il capo pattuglia dice di voler vedere lo zaino del compagno il quale rifiuta. Al rifiuto lo sbirro reagisce con la minaccia di portare entrambi in questura. Il compagno insiste e non apre lo zaino, quindi lo sbirro, abbastanza contrariato, insiste con le minacce. Intanto il sole picchia forte e i compagni chiedono di spostare tutta “l’operazione” all’ombra, nei pressi della libreria Feltrinelli. Mentre attendiamo gli accertamenti di rito (la perquisizione allo zaino non era avvenuta), un compagno fa una telefonata al cellulare. Il capo pattuglia scende di colpo dall’auto e cerca di impedirglielo dicendo che non avrebbe potuto. Il compagno risponde che, considerato il fatto che non è, ne in stato di fermo, ne di arresto, può fare quello che gli pare. Lo sbirro si incazza e cerca di prendere lo zaino al compagno per effettuare la perquisizione che non era stata fatta dicendo:”preghi che non arrivi nessuno dei suoi a fare casino come la volta scorsa”. Il compagno quindi dice ALLO SBIRRO di tenere le mani a posto e apre spontaneamente lo zaino ma senza farlo toccare agli sbirri, stessa cosa per le tasche dei pantaloni.
Intanto, a seguito delle proteste dei due compagni, i passanti si fermano per cercare di capire cosa succede. Dopo la stesura del verbale (prestampato che alleghiamo a questo scritto) un compagno fa notare che non sono stati apportati nome e cognome degli agenti e pretende che venga scritto sulla copia del verbale. Gli sbirri rispondono che il loro nome sarebbe ALFA1. I due compagni ridono e accusano lo sbirro di essere “un incappucciato e un vigliacco” e che “solo così essi possono continuare a fare angherie e soprusi” e gli ricordano gli sbirri torturatori del G8 nessuno dei quali aveva ne un numero ne un nome per rendersi riconoscibili. Lo sbirro riprende con le minacce dicendo che avrebbe denunciato il compagno per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale in quanto si sarebbe rifiutato anche di aprire lo zainetto. Inoltre, considerate le motivazioni (la sua presenza sul luogo e a quell’ora non appariva giustificabile) del fermo il compagno invitava i passanti a farsi perquisire se la loro presenza in loco non fosse stata giustificata come da richiesta degli sbirri. Dopo circa un ora i due compagni sono stati rilasciati e hanno ripreso la loro “non giustificata” passeggiata in centro.
Vero è che, specialmente per i compagni più attivi politicamente e riconosciuti dalla DIGOS, la questione dei fermi e delle perquise non è nuova. E’ anche vero che di fronte a noi, quando accadono queste cose, abbiamo il cane da guardia del nostro principale nemico (la borghesia) di classe e che essi rispondono ai comandi del padrone. Ma quel verbale prestampato la dice lunga su quanto e come la sbirraglia possa, grazie alle motivazioni infondate, gratuite e pretestuose, scritte sul prestampato, perpetrare angherie e abusi su chiunque senza che nessuno (se non molto ricco da permettersi un avvocato ogni volta che queste cose succedono) possa fare valere i propri diritti di cittadino che, quando passeggia, non deve dare alcuna giustificazione a nessun sbirro di turno. Invitiamo tutti coloro che venissero fermati e perquisiti dalla sbirraglia dei padroni, a rifiutare la perquisizione e a contestare il verbale prestampato pretendendo che gli sbirri, oltre a qualificarsi, forniscano le loro generalità.
Rendiamo vita dura a queste MERDE e non facciamo loro passare nulla.


QUESTURA DI TORINO

DIVISIONE INVESTIGAZIONI GENERALI
OPERAZIONI SPECIALI

OGGETTO: Verbale di perquisizione personale ai sensi dell’Art. 4 L.152 del 22.5.75 a carico di
_________________________________ nato a ______________________________________
___________ il ______________ residente a ______________________________________¬¬¬¬___
In _________________________ identificato a mezzo__________________________________


L’anno____ addì_____ del mese di_________ alle ore________ a____________in_____________
noi sottoscritti Ufficiali e Agenti di P.G in servizio di Alfa 1_______________________________
appartenenti all’ufficio di cui sopra, diamo atto che, nel corso di un operazione di polizia, abbiamo proceduto all’identificazione della persona in oggetto indicata e, in relazione alle circostanze di tempo e di luogo per le quali la sua presenza non appariva giustificabile, data la necessità e l’urgenza che non consentivano un tempestivo intervento dell’Autorità Giudiziaria competente, abbiamo proceduto all’immediata perquisizione sul posto, al fine di accertare l’eventuale possesso di armi, esplosivi e strumenti di effrazione, nei confronti della persona sopra generalizzata, nonché dei suoi accompagnatori: __________________________________________________________
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________La perquisizione ha dato esito NEGATIVO.

L’interessato

Rifiuta di firmare I VERBALIZZANTI

(scarabocchi incomprensibili

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