domenica 5 luglio 2009
Contro i revisionisti sventolano le bandiere rosse dei comunisti
Domenica 5 luglio al colle del Lys, in valle di Susa, si è tenuta la commemorazione dell’eccidio nazifascista del 2 di luglio del 1944. Una rappresaglia di fascisti e tedeschi portò alla cattura di 26 partigiani che furono barbaramente torturati e poi uccisi. Agli occhi dei partigiani giunti sul posto dopo l’eccidio commesso da fascisti e nazisti, si presentava una terrificante scena che così viene raccontata dal partigiano Enrico Fogliazza (Ciro): “Trovammo Franco Scala (Franco) massacrato da diverse pugnalate al basso ventre e il medico della brigata con i genitali squarciati. Anche gli altri 24 partigiani erano stati torturati, massacrati in modo incredibile”. L’eccidio del Col del Lys, come tanti altri eccidi nazifascisti che hanno inondato di sangue il nostro Paese, ci rammenta la ferocia del fascismo e del nazismo ma, soprattutto, la determinazione e l’abnegazione con la quale migliaia di uomini e di donne, hanno offerto la loro vita per costruire la nostra. Essi sono i nostri genitori, la nostra storia.
Ma i valori di libertà e giustizia che il sacrificio di questi coraggiosi compagni rappresentano stanno stretti alla banda di mafiosi, fascisti, razzisti e speculatori che sono al governo e a chiunque tutela gli interessi della classe dominante del nostro paese. Infatti, con la collaborazione di qualche noto esponente della sinistra borghese e di qualche dirigente dell’ANPI legato al PD, proseguono nella loro infame opera di liquidazione e denigrazione di quel sacrificio cercando di ridurlo ad un evento paragonabile a qualsiasi altra guerra. La guerra partigiana era guerra di popolo diretta e combattuta da donne e uomini che non solo sognavano la liberazione dell’Italia dai nazisti e dai fascisti, ma anche un mondo migliore, una società senza sfruttamento, guerra, dolore e morte, una società socialista.
Alla commemorazione del col del LYS, il comitato organizzatore, in accordo con dirigenti dell’ANPI e politici compiacenti, aveva vietato ai partiti (e quindi soltanto ai comunisti) di presenziare con le loro bandiere nel piazzale dove si erge il monumento in ricordo dei partigiani massacrati. I compagni del CCP di Torino e del Collettivo Stella Rossa di Biella, avevano raccolto l’appello lanciato dal compagno “Mao” Calliano del PdCI di Torino con cui venivano invitati tutti i comunisti a presenziare con le bandiere rosse con la falce e i martello per contrastare l’ennesima operazione liquidatoria dei valori della Resistenza.
La mattina del 5 luglio erano presenti una decina di compagni del CCP e del Collettivo Stella Rossa di Biella e cinquanta altri compagni tra militanti del PdCI e dell’ERNESTO, tutti con le loro bandiere. Un compagno del Pdci, figlio di un partigiano, si è recato con la propria bandiera nei pressi del monumento, scatenando le critiche degli organizzatori che gli hanno intimato di allontanarsi. I compagni del CCP e del Collettivo Stella Rossa sono accorsi con le loro bandiere a dare man forte al compagno seguiti da tutti gli altri del PdCI e dell’ERNESTO. Abbiamo aperto immediatamente uno striscione con la scritta “NO AL REVISIONISMO, LA RESISTENZA CONTINUA” mentre il piazzale si riempiva di bandiere rosse. Gli organizzatori hanno tentato l’impossibile per farci arretrare ma la risposta dei compagni presenti è stata decisa e determinata: “dovete fare venire la celere da Torino e farci caricare perché noi non ci muoviamo!”.
Gli organizzatori motivavano il divieto con il fatto che il picchetto d’onore degli alpini della brigata Taurinense, non avrebbe potuto essere fatto in presenza di bandiere di partiti politici. I compagni hanno immediatamente risposto che i partigiani uccisi al col del Lys non erano militari uccisi in una guerra imperialista ma comunisti e combattenti per la libertà! Dopo circa mezz’ora di polemiche e discussioni la cerimonia è ripresa e mentre il picchetto d’onore della Taurinense si allontanava dal piazzale dopo avere svolto il suo “compito”, dal folto numero di compagni con le bandiere rosse sono partite alcune contestazioni e qualche fischio al loro indirizzo.
Al passaggio del “corteo” di bandiere rosse di fronte al monumento dei gloriosi partigiani, al canto di “Bella ciao” la gente attorno applaudiva e alzava i pugni chiusi. Altro che picchetto d’onore della Taurinense!
Anche questo episodio dimostra che il piano di liquidazione della Resistenza partigiana in nome di una “memoria condivisa” che fa comodo soltanto ai padroni sta andando avanti e ci richiama ad elevare il livello di attenzione e di vigilanza intervenendo ogni qual volta sia possibile e necessario, nelle piazze, nei quartieri, sul posto di lavoro e presso le istanze elettive: circoscrizioni, comuni, province e regioni . La risposta positiva della gente presente al passaggio del corteo di bandiere rosse mostra ai revisionisti e ai liquidatori che non avranno vita facile se i comunisti e gli antifascisti saranno presenti.
E’ necessario che ogni comunista, ogni antifascista si unisca in un fronte comune per contrastare e fare fallire il piano liquidatorio dei padroni e dei loro servi della politica borghese che vorrebbero la riappacificazione del paese per delegittimare le sacrosante lotte che il proletariato e le masse popolari mettono in campo per non pagare la crisi dei padroni, per la tutela dei propri diritti, per una società giusta e senza sfruttamento!!
ORA E SEMPRE RESISTENZA!!!
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