domenica 28 febbraio 2010

BIELLA, REPRESSIONE CONTRO GLI STUDENTI COMUNISTI


Il giorno 25 Febbraio 2010 Umberto e Valentina, due compagni del collettivo Stella Rossa di Biella, entrambi studenti, hanno ricevuto un avviso di garanzia per la manifestazione del 24 Novembre 2009 contro l’accorpamento delle scuole professionali. Sono accusati di aver guidato la manifestazione senza l’autorizzazione della questura. Questi compagni colpevoli soltanto di aver difeso in prima linea i diritti degli studenti e del proletariato di avere un’istruzione, rischiano fino ad un anno e mezzo di reclusione. La DIGOS così colpisce un collettivo di comunisti che da ormai un anno guida la lotta studentesca contro la riforma Gelmini.

Questo ennesimo atto di repressione dello Stato borghese, vuole contrastare la lotta studentesca e la lotta di classe in generale. Vi è infatti un continuo tentativo di reprimere il movimento comunista che lotta per l’emancipazione del proletariato.

La lotta contro la riforma Gelmini-Tremonti e contro il piano di accorpamento dei professionali ha visto e vede la partecipazione di tutti gli studenti, uniti contro la chiusura delle proprie scuole. Quindi queste denunce non sono altro che un vile tentativo delle forze dell’ordine e della Magistratura di fermare la lotta colpendo i compagni più attivi cercando di farli risultare come dei criminali agli occhi degli altri studenti e della cittadinanza.

Questo infame atto repressivo si inserisce già in un clima in cui i compagni del collettivo Stella Rossa sono continuamente fermati e perquisiti dai cani da guardia della borghesia, basti pensare alla vera e propria campagna intimidatoria intrapresa dai Carabinieri di Gattinara nei confronti di due giovani compagni aderenti al Coordinamento dei Collettivi Comunisti (di cui Stella Rossa fa parte).

In quest’ultimo periodo questo governo di mafiosi, affaristi e fascisti sta potenziando sempre di più l’apparato repressivo dello stato, basti pensare all’operazione della DIGOS a Torino che ha portato in carcere sette antirazzisti accusandoli di reati strumentali solo a criminalizzare la loro lotta, o ai compagni in carcere dal 2007 accusati di terrorismo e condannati a 15 anni di carcere con processi farsa basati sul niente. Questo governo così vuole reprimere il movimento di lotta delle masse contro la crisi del capitalismo e del loro sistema marcio alla radice.

I servi della DIGOS di Biella, così, non fanno altro che mettersi in linea con le direttive del ministero dell’interno.

Non pensi il questore di fermare la lotta studentesca e delle masse tutte con questi mezzucci degni di chi non ha altri argomenti che la repressione, il questore di Biella non è altro che un servo, un servo del padronato che ha interessi a devastare la scuola pubblica a favore di quella privata e a non dare un istruzione di qualità alle masse.

Combattere contro questo ennesimo atto repressivo della questura di Biella non vuol dire soltanto lottare a fianco di chi lotta per difendere gli interessi degli studenti e delle masse tutte ma anche difendere i diritti nati dalla Resistenza e sanciti dalla Costituzione che ne è espressione, garantiti a tutti.

E’ necessario dare la massima solidarietà ai compagni colpiti dalla repressione senza lasciarli soli di fronte alla violenza dello Stato. Dobbiamo difendere chi lotta contro la scuola di classe, impegnandoci tutti in prima persona a partecipare alle iniziative che verranno organizzate nelle prossime settimane per pagare le spese legali, e per far sentire la nostra solidarietà di classe a Valentina e Umberto.

La solidarietà è un’arma che dobbiamo usare per combattere il sistema capitalista e lo Stato borghese che esso protegge.

Valentina e Umberto assolti subito!



Collettivo Stella Rossa 28-02-2010

giovedì 25 febbraio 2010

LIBERTA’ PER AVNI ER. NO ALL’ESPUSLSIONE NELLA TURCHIA FASCISTA


Durante la riunione tenutasi il 24 febbraio in via Spotorno 4, gli antifascisti hanno deciso i primi interventi a sostegno della causa del compagno AVNI, antifascista perseguitato politico in Turchia e a rischio di espulsione verso lo Stato fascista turco:

Durante la riunione tenutasi il 24 febbraio in via Spotorno 4, gli antifascisti hanno deciso i primi interventi a sostegno della causa del compagno AVNI, antifascista perseguitato politico in Turchia e a rischio di espulsione verso lo Stato fascista turco:

- Sabato 27 febbraio dalle 9,00 presso la Cascina Marchesa di corso Vercelli 141, in occasione della presentazione della lista elettorale della “Federazione della Sinistra” sarà effettuato un volantinaggio e verrà esposto lo striscione:”LIBERTA’ PER AVNI ER. NO ALL’ESPUSLSIONE NELLA TURCHIA FASCISTA”.

- Lunedì 1°marzo, durante lo sciopero dei migranti presso la stazione di Porta Nuova, volantinaggio e partecipazione al corteo con lo striscione per AVNI

- Presidio alla redazione de La Stampa di Torino (data da definirsi).

Invitiamo tutti gli antifascisti alla mobilitazione immediata per salvare la vita al compagno AVNI , perché gli venga garantito il diritto sancito dalla Costituzione dello Stato di rifugiato politico!





Antifascisti torinesi colcompiemonte@yahoo.it tel. 3476558445

martedì 23 febbraio 2010

SOLIDARIETA’ CON GLI ANTIRAZZISTI TORINESI, SOLIDARIETA’ A RADIO BLACKOUT.


Questa mattina la DIGOS di Torino ha eseguito decine (23 circa) di perquisizioni in tutta la città ordinate dal GIP Emanuela Gai su richiesta del PM Padalino, già noto per le sue persecuzioni nei confronti degli antirazzisti di Torino, e dell’altra PM Manuela Pedrotta. Sono state arrestate tre persone: Andrea, Fabio e Luca. Mentre a Maya, Marco e Paolo sono stati imposti gli arresti domiciliari. In più ad un'altra persona è stato imposto l’obbligo di dimora.
È stata perquisita, anche, la sede di radio Blackout, a cui sono stati sequestrati i computer (necessari anche per le trasmissioni) e gli è stato impedito di trasmettere per diverse ore.
Tutti i compagni sono indagati con capi di imputazione pretestuosi e di scarsissima rilevanza penale per colpire la loro lotta contro le leggi razziste di questo governo e contro i CIE, veri e propri campi di concentramento.
Questo è un evidente attacco alle libertà fondamentali sancite dalla costituzione antifascista nata dalla Resistenza. E’ un modo di colpire chi da sempre è in prima linea per combattere il razzismo e il fascismo.
È, inoltre, estremamente grave che sia stata attaccata una radio che fa libera informazione. Già da tempo sotto attacco. Così si vuole impedire di far circolare informazione libera, non sottomessa alle disposizioni della questura e alle logiche padronali. Dove si fa vera informazione e non l’informazione di giornalisti servi, come Massimo Numa, sempre pronti a denigrare e a dire falsità sui movimenti popolari e sulle lotte dei compagni.
È l’ennesimo episodio di un ondata repressiva che va avanti da diverso tempo volta a colpire la lotta per un mondo migliore delle masse popolari italiane. Come in val di Susa la polizia non si è fatta problemi a massacrare la gente che difendeva la propria terra dalla speculazione e dallo sfruttamento così oggi, l’apparato repressivo dello stato, sempre più reazionario, non si è fatto problemi ad arrestare chi lotta per i propri diritti e per quelli degli immigrati che i padroni vorrebbero sempre più schiavi da sfruttare a loro piacimento.
Il prossimo passo di questo governo, sempre più fascista, sarà effettuare arresti in massa di comunisti, anarchici e antifascisti e chiudere le sedi politiche!? Facendo così l’ultimo passo verso la cancellazione dei diritti democratici conquistati durante la Resistenza partigiana e durante 60 anni di lotte operaie.
Combattere questa nuova ondata repressiva non vuol dire solo lottare per la liberazione di compagni incarcerati ingiustamente ma vuol dire anche difendere i diritti di tutti.
Invitiamo tutti ad esprimere la propria solidarietà nei confronti dei compagni inquisiti, indagati e arrestati, e a mobilitarsi, secondo le proprie possibilità, per ottenere una loro immediata liberazione.

lunedì 22 febbraio 2010

Siamo tutti operai della Thyssen, tutti studenti e tutti valsusini

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Le autorità italiane vogliono consegnare il compagno Avni Er allo stato fascista turco



A seguito della scarcerazione del militante comunista turco Avni Er, a lungo impegnato in Italia in una campagna di sensibilizzazione sulla repressione feroce portata avanti dal governo di Ancara, che era stato condannato nel 2004 dal tribunale di Perugia per la sua appartenenza alla associazione comunista turca DHKP-C e condannato a 7 anni di carcere.
A seguito della scarcerazione le autorità Turche ne hanno chiesto l’estradizione che potrebbe essere concessa.
La sua situazione è grave anche in considerazione del ruolo attribuitogli dalla sentenza emessa dalla Corte di Assise di Perugia nella quale viene indicato come un soggetto a conoscenza di informazioni vitali dell’associazione DHKP-C. E' evidente come la polizia turca cercherà di acquisire queste presunte informazioni, con la tortura, già largamente utilizzata.
Pertanto invitiamo tutti i compagni, gli antifascisti e i sinceri democratici all’assemblea convocata mercoledì 24 febbraio presso la Casa del Popolo “Stalingrado 43”, in Via Spotorno 4, per decidere come agire per ottenere una sua liberazione e il riconoscimento per Avni Er di rifugiato politico.


ASSEMBLEA
MERCOLEDI' 24 FEBBRAIO
ORE 21:00
CASA DEL POPOLO "STALINGRADO 43"
VIA SPOTORNO 4