Denunciati in cinque per il saluto romano Attivisti di destra identificati dalla Digos a Graglia durante la commemorazione per i caduti della Rsi
(6 mag) Sono stati denunciati dalla Digos della polizia di Biella i cinque giovani appartenenti al movimento politico di destra con sede a Ivrea che il 1° maggio scorso al termine della commemorazione per i caduti della Repubblica di Salò che si è tenuta nel cimitero di Graglia, nell’allontanarsi in auto hanno salutato i presenti con vari saluti romani rivolti in modo particolare ai giornalisti (come viene confermato dalla foto di Ruben Bena). Nei loro confronti viene ipotizzato il reato di apologia del fascismo. I cinque sono: Igor B., 31 anni, di Banchette di Ivrea, Alberto M., 21 anni, di Torino, Matteo M., 30 anni, di Montalto Dora, Luca A., 25 anni, di Borgofranco di Ivrea e Fabio B., 33 anni, di Nichelino.6 maggio 2009
La notizia apparsa sull’ECO di BIELLA e su La Stampa (cronache del Nord Ovest) è una di quelle notizie che dovrebbero aiutare a riflettere chi, da Centro Destra e specialmente da Centro Sinistra, seduti sui banchi delle assemblee elettive di Circoscrizioni, Comuni, Province e Regioni della nostra Repubblica nata dalla Resistenza, si ostina ancora nel cercare di rivedere la Storia in nome della “riappacificazione nazionale” che favorisce esclusivamente la borghesia imperialista (padroni, banchieri, alti prelati, speculatori e avventurieri e mafiosi)
La Questura è diventata antifascista tutta di un tratto? No, senza dubbio NO! La Questura è stata costretta a dover applicare gli articoli antifascisti della Costituzione grazie alla mobilitazione antifascista popolare, grazie agli abitanti di Graglia e alla cinquantina di antifascisti giunti in paese il Primo Maggio per impedire che si ripetesse lo scempio della parata fascista dell’anno scorso durante la quale 40 fasci sfilarono per il paese con saluti romani e celtiche. Nella preparazione del presidio del Primo Maggio, gli antifascisti del Collettivo Studentesco Stella Rossa di Biella e del Collettivo Comunista Piemontese (CCP di TO e di BI) avevano adottato la tattica del lavoro su tre fronti:
1) l’agitazione e la mobilitazione popolare facendo leva sull’ancora forte sentimento antifascista della popolazione
2) l’utilizzo dei canali della stampa e dei quotidiani locali sempre in cerca della notizia di cronaca di carattere violento ed eclatante
3) l’utilizzo delle contraddizioni interne ai partiti della sinistra borghese. Questi ultimi (a parte il PdCI torinese che, per voce di Mao Calliano segretario federale e Vincenzo Chieppa consigliere regionale hanno fatto un interrogazione in consiglio regionale del Piemonte e che ringraziamo), colti di sorpresa dalla mobilitazione popolare dei collettivi e degli antifascisti, sono stati messi di fronte ad un bivio: o schierarsi, a loro modo, contro i fascisti, o calare la maschera democratica e rendere ancor più evidente il loro vero volto. Infatti il consigliere regionale del PD, Wilmer Ronzani, originario di Biella, contattato da un rappresentante del CCP, aveva fortemente criticato il presidio degli antifascisti i quali gli facevano presente che, qualsiasi cosa fosse successa a Graglia, quel Primo Maggio, ne avrebbe pagato le conseguenze in termini di responsabilità di fronte alla popolazione, come del resto avrebbe dovuto fare anche la Questura. Gli antifascisti, da par loro, non avrebbero avuto alcuna esitazione nel rivendicare ogni operazione atta a impedire che i fascisti infangassero la valle con i loro anfibi ancora sporchi di sangue dei partigiani. Mentre i diirgenti del PRC di Biella si incontravano, in separata sede, con la Questura, per definire i termini della loro adesione al presidio e che prescrivevano, agli antifascisti dei collettivi, il divieto di infastidire i militanti del PRC che avrebbero dovuto fare un banchetto distante dal presidio degli altri antifascisti ma che poi non hanno neanche fatto. Il PRC, a parte due compagni del “Laboratorio Sociale Città di Sotto” non era presente al presidio.
I fascisti non hanno potuto così sfilare a Graglia come l’anno scorso e si sono recati in cinque incappucciati e scortati dalla Questura fino al cimitero. La questura, che l’anno prima non aveva mosso un dito anche di fronte alla loro parata ampiamente e sfacciatamente apologeta di fascismo, si è vista costretta a denunciarli per qualche saluto romano.
Un ottimo risultato che crea un precedente importante e che inchioda ulteriormente Questura e politici di turno, alle loro responsabilità. E’ un presedente importante che dovrà essere utilizzato ogni qual volta se ne presentasse l’occasione e che dimostra che le forze dell’ordine, in buona parte difensori e simpatizzanti dei fascisti, devono anch’esse fare i conti con la mobilitazione popolare e che la vigilanza e la militanza antifascista, non può essere certo delegata a polizia e carabinieri ma deve essere praticata dalla popolazione.
Ora e sempre Resistenza
Onore al comandante Moranino (Gemisto) e ai suoi partigiani del biellese e della val Sesia.
CCP (Collettivo Comunista Piemontese)
http://collcompiemonte.blogspot.com/
(6 mag) Sono stati denunciati dalla Digos della polizia di Biella i cinque giovani appartenenti al movimento politico di destra con sede a Ivrea che il 1° maggio scorso al termine della commemorazione per i caduti della Repubblica di Salò che si è tenuta nel cimitero di Graglia, nell’allontanarsi in auto hanno salutato i presenti con vari saluti romani rivolti in modo particolare ai giornalisti (come viene confermato dalla foto di Ruben Bena). Nei loro confronti viene ipotizzato il reato di apologia del fascismo. I cinque sono: Igor B., 31 anni, di Banchette di Ivrea, Alberto M., 21 anni, di Torino, Matteo M., 30 anni, di Montalto Dora, Luca A., 25 anni, di Borgofranco di Ivrea e Fabio B., 33 anni, di Nichelino.6 maggio 2009
La notizia apparsa sull’ECO di BIELLA e su La Stampa (cronache del Nord Ovest) è una di quelle notizie che dovrebbero aiutare a riflettere chi, da Centro Destra e specialmente da Centro Sinistra, seduti sui banchi delle assemblee elettive di Circoscrizioni, Comuni, Province e Regioni della nostra Repubblica nata dalla Resistenza, si ostina ancora nel cercare di rivedere la Storia in nome della “riappacificazione nazionale” che favorisce esclusivamente la borghesia imperialista (padroni, banchieri, alti prelati, speculatori e avventurieri e mafiosi)
La Questura è diventata antifascista tutta di un tratto? No, senza dubbio NO! La Questura è stata costretta a dover applicare gli articoli antifascisti della Costituzione grazie alla mobilitazione antifascista popolare, grazie agli abitanti di Graglia e alla cinquantina di antifascisti giunti in paese il Primo Maggio per impedire che si ripetesse lo scempio della parata fascista dell’anno scorso durante la quale 40 fasci sfilarono per il paese con saluti romani e celtiche. Nella preparazione del presidio del Primo Maggio, gli antifascisti del Collettivo Studentesco Stella Rossa di Biella e del Collettivo Comunista Piemontese (CCP di TO e di BI) avevano adottato la tattica del lavoro su tre fronti:
1) l’agitazione e la mobilitazione popolare facendo leva sull’ancora forte sentimento antifascista della popolazione
2) l’utilizzo dei canali della stampa e dei quotidiani locali sempre in cerca della notizia di cronaca di carattere violento ed eclatante
3) l’utilizzo delle contraddizioni interne ai partiti della sinistra borghese. Questi ultimi (a parte il PdCI torinese che, per voce di Mao Calliano segretario federale e Vincenzo Chieppa consigliere regionale hanno fatto un interrogazione in consiglio regionale del Piemonte e che ringraziamo), colti di sorpresa dalla mobilitazione popolare dei collettivi e degli antifascisti, sono stati messi di fronte ad un bivio: o schierarsi, a loro modo, contro i fascisti, o calare la maschera democratica e rendere ancor più evidente il loro vero volto. Infatti il consigliere regionale del PD, Wilmer Ronzani, originario di Biella, contattato da un rappresentante del CCP, aveva fortemente criticato il presidio degli antifascisti i quali gli facevano presente che, qualsiasi cosa fosse successa a Graglia, quel Primo Maggio, ne avrebbe pagato le conseguenze in termini di responsabilità di fronte alla popolazione, come del resto avrebbe dovuto fare anche la Questura. Gli antifascisti, da par loro, non avrebbero avuto alcuna esitazione nel rivendicare ogni operazione atta a impedire che i fascisti infangassero la valle con i loro anfibi ancora sporchi di sangue dei partigiani. Mentre i diirgenti del PRC di Biella si incontravano, in separata sede, con la Questura, per definire i termini della loro adesione al presidio e che prescrivevano, agli antifascisti dei collettivi, il divieto di infastidire i militanti del PRC che avrebbero dovuto fare un banchetto distante dal presidio degli altri antifascisti ma che poi non hanno neanche fatto. Il PRC, a parte due compagni del “Laboratorio Sociale Città di Sotto” non era presente al presidio.
I fascisti non hanno potuto così sfilare a Graglia come l’anno scorso e si sono recati in cinque incappucciati e scortati dalla Questura fino al cimitero. La questura, che l’anno prima non aveva mosso un dito anche di fronte alla loro parata ampiamente e sfacciatamente apologeta di fascismo, si è vista costretta a denunciarli per qualche saluto romano.
Un ottimo risultato che crea un precedente importante e che inchioda ulteriormente Questura e politici di turno, alle loro responsabilità. E’ un presedente importante che dovrà essere utilizzato ogni qual volta se ne presentasse l’occasione e che dimostra che le forze dell’ordine, in buona parte difensori e simpatizzanti dei fascisti, devono anch’esse fare i conti con la mobilitazione popolare e che la vigilanza e la militanza antifascista, non può essere certo delegata a polizia e carabinieri ma deve essere praticata dalla popolazione.
Ora e sempre Resistenza
Onore al comandante Moranino (Gemisto) e ai suoi partigiani del biellese e della val Sesia.
CCP (Collettivo Comunista Piemontese)
http://collcompiemonte.blogspot.com/
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