lunedì 8 marzo 2010

NON VIVERE PER LAVORARE E MORIRE SUL LAVORO MA LAVORARE PER VIVERE



NON VIVERE PER LAVORARE E PER MORIRE SUL LAVORO MA LAVORARE PER VIVERE!


Venerdì 12 dalle ore 21,00 presso la sala della circoscrizione 9 di via Cherasco 10 la RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO (nodo torinese) presenta la campagna nazionale per la riassunzione dell’operaio della FINCANTIERI di Palermo Salvatore Palumbo.



Da un anno e mezzo circa Salvatore Palumbo si batte contro un ingiusto licenziamento messo in atto dalla Fincantieri di Palermo.
Per sette anni è sempre stato attivo all’interno della fabbrica, battendosi per la sicurezza sul lavoro, denunciando tutto quello che non andava e subendo per questo negli anni diversi “provvedimenti disciplinari” tesi ad impedire questa sua lotta.
Da quando è stato licenziato ha continuato a portare avanti la sua battaglia anche fuori della fabbrica con diverse iniziative pubbliche.

venerdì 5 marzo 2010

L'8 MARZO E' DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI UNITI CONTRO GLI SFRUTTATORI!


L’otto marzo del 1857 a New York, le operaie della fabbrica tessile Cotton entrarono in sciopero per ottenere la riduzione della giornata lavorativa. Esse percepivano un salario pari a meno di un terzo di quello degli uomini. Durante lo sciopero il padrone della fabbrica le rinchiuse all’interno dello stabilimento per poi dare fuoco a tutto. Centoventinove operaie morirono nell’incendio assassinate dal padrone stragista.
Nel 1910 la seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, approvò la proposta della comunista tedesca Clara Zetkin di istituire la Giornata Internazionale della Donna, in omaggio alle operaie tessili di New York. In Italia la Giornata Internazionale della Donna fu tenuta per la prima volta nel 1922 per iniziativa del Partito Comunista d'Italia, sezione della Terza Internazionale comunista.
Sono trascorsi più di 150 anni da quella strage di operaie e, grazie alle dure lotte e alle battaglie condotte dai lavoratori uniti nel loro partito comunista e organizzati nel loro sindacato, si sono ottenute conquiste significative come ad esempio lo Statuto dei Lavoratori nel quale sono inseriti diritti che oggi i padroni tentano di eliminare approfittando della crisi economica. Infatti, a 150 anni da quella strage muoiono ancora operai bruciati nelle fabbriche (come i 7 della Thyssen Krupp di Torino) a causa della ricerca sfrenata di profitto da parte dei padroni che non investono nella sicurezza e nelle misure di prevenzione. Mille lavoratori muoiono ogni anno nelle fabbriche e nei cantieri del nostro Paese, aumenta la disoccupazione e la precarizzazione del lavoro e viene attuata l’eliminazione dell’ART.18 aggirandolo con altre subdole regolamentazioni appena approvate dal Senato. Se già prima dell’acuirsi della crisi del sistema capitalistico e malgrado i diritti acquisiti con le lotte le lavoratrici italiane venivano comunque discriminate, oggi, con il procedere della crisi, esse subiscono ulteriori discriminazioni e vessazioni, sia nelle fabbriche e sul posto di lavoro, che nella società. Se per le donne appartenenti alla classe dominante la “questione femminile” riguarda soltanto la concorrenza con gli uomini senza mettere in discussione il sistema di sfruttamento, per le donne della classe operaia la battaglia sulla “questione femminile” consiste nel mettere in discussione proprio le cause della loro condizione. Una lotta che le donne proletarie devono combattere a fianco degli uomini appartenenti alla loro stessa classe. Una lotta per il diritto al lavoro, per l'equiparazione economica delle lavoratrici, per la parità dei diritti, per la difesa della L. 194, per la riduzione dell'orario, contro lo smantellamento dei servizi sociali, la schiavitù domestica, le discriminazioni e la violenza, le ingerenze clericali, ecc…
Altro che spogliarelli maschili e discoteche! La giornata della donna è una celebrazione che deve rilanciare la lotta contro i padroni e per la difesa dei diritti e delle conquiste!

giovedì 4 marzo 2010

NO ALL'ESPULSIONE DI AVNI ER NELLA TURCHIA FASCISTA


Avni Er è un compagno turco che era stato condannato a sette anni di carcere dalla magistratura italiana per la sua militanza nell’organizzazione comunista rivoluzionaria DHKP-C, organizzazione che lo stato fascista turco considera illegale. Alcuni mesi fa è stato scarcerato e su di lui pesa il rischio di essere espulso in Turchia, dove verrebbe certamente carcerato e torturato per ottenere presunte informazioni sull’organizzazione di cui fa parte.

Il corteo dei lavoratori immigrati di lunedì è stata una prima risposta di piazza contro lo sfruttamento e il razzismo che la borghesia vorrebbe imporci, altrettanto determinata deve essere la risposta contro l’espulsione di Avni Er, rivoluzionario prigioniero, e contro l’espulsione di tutti gli immigrati. Le espulsioni sono una piena violazione dei diritti che la nostra Costituzione nata dalla Resistenza garantisce, come quello di rifugiato politico

Pertanto, rilanciamo la mobilitazione per Avni Er dandoci appuntamento lunedì 8 marzo davanti al Comune alle ore 17 per mettere i consiglieri di fronte alle loro responsabilità e costringerli a prendere una posizione in merito alla questione e fare quanto in loro potere per fermare l’espulsione di Avni oppure smascherarsi come complici dello stato fascista Turco.

PRESIDIO

LUNEDI' 8 MARZO

ORE 17:00

DI FRONTE AL COMUNE


martedì 2 marzo 2010

COMUNICATO DEL COORDINAMENTO DEI COLLETTIVI COMUNISTI IN SOLIDARIETA' CON UMBERTO E VALENTINA

UMBE E VALE ASSOLTI SUBITO

Il 25 febbraio 2010 i compagni Umberto e Valentina del collettivo Stella Rossa, aderente al Coordinamento dei Collettivi Comunisti, hanno ricevuto un avviso di garanzia in relazione ad una manifestazione studentesca svoltasi il 24 novembre 2009 per lottare contro l’accorpamento degli istituti professionali della provincia di Biella.

I due compagni rischiano fino ad un anno e mezzo di reclusione perché sono accusati di avere guidato la manifestazione senza che fosse autorizzata dalla questura. Questo avviso di garanzia si inserisce in un clima già di per se molto repressivo, in provincia di Biella come in molte altre città d’Italia, dove i compagni sono continuamente fermati e perquisiti dagli sbirri.

Con questa ennesima denuncia la DIGOS di Biella colpisce non solo due compagni da sempre in prima linea per difendere il diritto del proletariato di avere una scuola pubblica di qualità e gratuita, ma anche tutto il collettivo Stella Rossa che da ormai un anno guida le lotte degli studenti a Biella.

Il governo di mafiosi, affaristi e fascisti che dirige il nostro paese sta progressivamente potenziando l’apparato repressivo dello Stato per mezzo di leggi, decreti, corpi speciali, misure straordinarie in nome dell’”ordine” e della “sicurezza”. Gli arresti e le retate messe in piedi per colpire i compagni e le masse popolari in lotta sono continui.

Mentre le autorità dello stato borghese perseguitano i comunisti dall’altra, le stesse autorità, costringono tutti a vivere in una situazione sempre più insopportabile: viene distrutta la scuola pubblica, i servizi, vanno persi milioni di posti di lavoro mentre i padroni sono sempre più ricchi. E chi osa lottare contro tutto questo viene, perquisito, inquisito e carcerato.

I padroni tentando di uscire dalla crisi del loro ordinamento sociale in decadenza facendo pagare agli operai, ai lavoratori, agli immigrati e al resto delle masse popolari il peso della ristrutturazione e continuando spudoratamente ad accumulare ricchezze. I loro rappresentanti politici fanno la loro parte perseguitando chi si ribella a questo stato di cose e proteggendo dalle stesse leggi borghesi gli speculatori, gli imbroglioni, i mafiosi e gli sfruttatori.

Ma questa situazione non può che generare continuamente la forza che si oppone allo stato presente delle cose, le nuove leve che lo sconvolgeranno, anche a partire dalla mobilitazione in solidarietà a chi è colpito dalla repressione.

Gli studenti che lottano per una scuola gratuita, democratica, non più asservita agli interessi dei padroni, non più sottoposta ai tagli imposti dai governi borghesi, svolgo un ruolo molto importante nella più generale lotta delle masse popolari contro l’ordinamento borghese: questi studenti rappresentano il nostro futuro e la loro formazione influenza inevitabilmente il corso della storia.

Invitiamo quindi tutti i compagni a lottare contro questo ennesimo atto repressivo e ad esprimere tutta la propria solidarietà a Umberto e Valentina anche perché, come giustamente Stella Rossa dice nel suo comunicato, combattere contro questo ennesimo atto repressivo della questura di Biella non vuol dire soltanto lottare a fianco di chi lotta per difendere gli interessi degli studenti e delle masse tutte, ma anche difendere i diritti nati dalla Resistenza e sanciti dalla Costituzione che ne è espressione.

UMBE E VALE ASSOLTI SUBITO !

PER TUTTI I COMUNISTI, LIBERTA’ !



Facciamo sentire alla procura di Biella tutto il nostro dissenso e la nostra rabbia contro la repressione inviando fax, messaggi e telefonate di protesta a

Palazzo di Giustizia

Via Marconi, 28

13900 BIELLA

Recapito Telefonico: 015 - 24 52 511

Fax: 015 - 24 52 532

Posta Elettronica: tribunale.biella@giustizia.it





Coordinamento Collettivi Comunisti

lunedì 1 marzo 2010

INIZIATIVA PER AVNI ER ALLO SCIOPERO DEGLI IMMIGRATI



Oggi, 1 marzo, in concomitanza con lo sciopero dei lavoratori immigrati, alcuni compagni antifascisti e del Collettivo Comunista Piemontese sono intervenuti al corteo per denunciare la situazione di Avni Er, con uno striscione e un volantinaggio con lo scopo di informare sulla sua situazione.

Questo compagno turco era stato condannato a sette anni di carcere dalla magistratura italiana per la sua militanza nell’organizzazione comunista rivoluzionaria DHKP-C, organizzazione che lo stato fascista turco considera illegale. Alcuni mesi fa è stato scarcerato e su di lui pesa il rischio di essere espulso in Turchia, dove verrebbe certamente carcerato e torturato per ottenere presunte informazioni sull’organizzazione di cui fa parte.

Il corteo dei lavoratori immigrati di oggi è stata una prima risposta di piazza contro lo sfruttamento e il razzismo che la borghesia vorrebbe imporci, altrettanto determinata deve essere la risposta contro l’espulsione di Avni Er, rivoluzionario prigioniero, e contro l’espulsione di tutti gli immigrati. Le espulsioni sono una piena violazione dei diritti che la nostra Costituzione nata dalla Resistenza garantisce, come quello di rifugiato politico

Pertanto, rilanciamo la mobilitazione per Avni Er dandoci appuntamento lunedì 8 marzo davanti al Comune (orario da definirsi) per mettere i consiglieri di fronte alle loro responsabilità e costringerli a prendere una posizione in merito alla questione e fare quanto in loro potere per fermare l’espulsione di Avni oppure smascherarsi come complici dello stato fascista Turco.

VOLANTINO DEL CCP CHE VERRA' DISTRIBUITO ALL'UDIENZA THYSSEN DEL 2 MARZO

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