venerdì 5 marzo 2010

L'8 MARZO E' DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI UNITI CONTRO GLI SFRUTTATORI!


L’otto marzo del 1857 a New York, le operaie della fabbrica tessile Cotton entrarono in sciopero per ottenere la riduzione della giornata lavorativa. Esse percepivano un salario pari a meno di un terzo di quello degli uomini. Durante lo sciopero il padrone della fabbrica le rinchiuse all’interno dello stabilimento per poi dare fuoco a tutto. Centoventinove operaie morirono nell’incendio assassinate dal padrone stragista.
Nel 1910 la seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, approvò la proposta della comunista tedesca Clara Zetkin di istituire la Giornata Internazionale della Donna, in omaggio alle operaie tessili di New York. In Italia la Giornata Internazionale della Donna fu tenuta per la prima volta nel 1922 per iniziativa del Partito Comunista d'Italia, sezione della Terza Internazionale comunista.
Sono trascorsi più di 150 anni da quella strage di operaie e, grazie alle dure lotte e alle battaglie condotte dai lavoratori uniti nel loro partito comunista e organizzati nel loro sindacato, si sono ottenute conquiste significative come ad esempio lo Statuto dei Lavoratori nel quale sono inseriti diritti che oggi i padroni tentano di eliminare approfittando della crisi economica. Infatti, a 150 anni da quella strage muoiono ancora operai bruciati nelle fabbriche (come i 7 della Thyssen Krupp di Torino) a causa della ricerca sfrenata di profitto da parte dei padroni che non investono nella sicurezza e nelle misure di prevenzione. Mille lavoratori muoiono ogni anno nelle fabbriche e nei cantieri del nostro Paese, aumenta la disoccupazione e la precarizzazione del lavoro e viene attuata l’eliminazione dell’ART.18 aggirandolo con altre subdole regolamentazioni appena approvate dal Senato. Se già prima dell’acuirsi della crisi del sistema capitalistico e malgrado i diritti acquisiti con le lotte le lavoratrici italiane venivano comunque discriminate, oggi, con il procedere della crisi, esse subiscono ulteriori discriminazioni e vessazioni, sia nelle fabbriche e sul posto di lavoro, che nella società. Se per le donne appartenenti alla classe dominante la “questione femminile” riguarda soltanto la concorrenza con gli uomini senza mettere in discussione il sistema di sfruttamento, per le donne della classe operaia la battaglia sulla “questione femminile” consiste nel mettere in discussione proprio le cause della loro condizione. Una lotta che le donne proletarie devono combattere a fianco degli uomini appartenenti alla loro stessa classe. Una lotta per il diritto al lavoro, per l'equiparazione economica delle lavoratrici, per la parità dei diritti, per la difesa della L. 194, per la riduzione dell'orario, contro lo smantellamento dei servizi sociali, la schiavitù domestica, le discriminazioni e la violenza, le ingerenze clericali, ecc…
Altro che spogliarelli maschili e discoteche! La giornata della donna è una celebrazione che deve rilanciare la lotta contro i padroni e per la difesa dei diritti e delle conquiste!

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