mercoledì 24 marzo 2010

Processo Thyssen Torino. Presidio CCP,Proletari Comunisti, RETE per la Sicurezza


PROCESSO THYSSENKRUPP: UDIENZA DEL 24 MARZO

L'odierna seduta si apre alle ore 9:40 - davanti ad un pubblico formato in massima parte da un gruppo di una cinquantina di studenti dello Istituto Tecnico "Da Passano" di Orbassano - e prevede che vengano ascoltati otto testimoni convocati dalla difesa, che oggi è rappresentata dal solo avvocato Audisio, coadiuvato, a partire dalle ore 11:00 circa, dall'avvocato Anglesio che gli fa da "portaborse", limitandosi alla consegna ai testimoni di documenti da visionare.

La giornata si articola così: in mattinata vengono ascoltati tre componenti - tutti Vigili del Fuoco - del Comitato tecnico regionale (si tratta degli ingegneri: Carviani, Funndarò e Riccobono, rispettivamente, tra il 2005 ed il 2007, di stanza a: Alessandria, Verbania e Cuneo), mentre nel pomeriggio è la volta di altri cinque ingegneri facenti parte del Ctr, ma in qualità diverse (Orso Gianone, funzionaria della Regione, dipartimento ambiente, settore grandi rischi; Donato, funzionaria dell'Agenzia regionale protezione ambiente, settore grandi rischi; Giannone, funzionario della Regione e segretario del Ctr; Giordano, dirigente vicario del comandante dei VV.FF. di Torino dal febbraio 2007 al febbraio 2008, precedentemente a Cuneo, interpellato in quanto presente alla riunione del 21 giugno 2007 al posto del suo comandante; Minassi, direttore del dipartimento Ispels di Biella e ad interim di Alessandria); al termine della ottava testimonianza la presidente, Maria Iannibelli, aggiornerà la seduta a venerdì 26 marzo.

Le testimonianze più interessanti sono quelle della mattinata, durante le quali si evince che la difesa dei padroni assassini - non riuscendo in alcun modo a criminalizzare gli operai, essendo sino ad ora state smontate dal pm Raffaele Guariniello tutte le loro tesi pretestuose sul comportamento errato da parte dei dipendenti - intende cercare di scaricare le colpe per l'eccidio del 6 dicembre 2007 sugli altri enti, quelli che facevano parte del Ctr.

E' palese la volontà di dimostrare che il Ctr non avrebbe svolto correttamente il proprio dovere circa le ispezioni e le relative prescrizioni: come se le omissioni del Ctr fossero tali da assolvere la azienda dal mancato rispetto della normativa sulla sicurezza e soprattutto di quella relativa alla prevenzione degli incendi.

Le due omissioni si possono eventualmente solo sommare, non elidere la una con la altra; il fatto che il Ctr abbia omesso di emettere alcune prescrizioni - cosa pacificamente accertata, e peraltro sottolineata a più riprese dai pm, con domande che mettono sempre più in cirsi i testi - non può essere motivo per sollevare la azienda dall'obbligo di mettere in sicurezza gli impianti; se avviene questo, non si può che tornare alla imputazione per "omissione DOLOSA dell'attuazione delle norme sulla sicurezza".

La nostra sensazione è che la difesa abbia rinunciato a sostenere la non responsabilità dei propri assistiti, puntando piuttosto ad alleggerirne le posizioni processuali attraverso il coinvolgimento di altri enti, ma a giudicare da quanto finora emerso non sembra che questo atteggiamento porti i frutti sperati dagli avvocati degli assassini.

Torino, 24 marzo 2010

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