venerdì 26 marzo 2010

Contro la censura de La Stampa


Giovedì 25 marzo alcuni antifascisti si sono riuniti in presidio sotto la redazione de La Stampa di Torino per protestare contro la censura sul caso del comunista turco AVNI ER che, rinchiuso nel CIE di Bari in attesa della decisione della commissione sui chiedenti asilo politico, rischia l’espulsione verso il suo paese d’origine e quindi il carcere e la tortura.
Non solo La Stampa di Torino, partecipa, con altri quotidiani, alla sistematica censura su casi come quello di AVNI (per il quale la nostra Costituzione prevede il riconoscimento dello stato di perseguitato politico) o come quello di Joy, la cittadina nigeriana stuprata da un commissario di polizia in un CIE e poi manganellata e minacciata, ma si rende paladina delle “ragioni” dei torturatori turchi o degli stupratori interni alle forze dell’ordine! Certo, Calabresi, il direttore de La Stampa di Torino, avrebbe dovuto fare tesoro dell’esperienza del padre, commissario di polizia a Milano, che all’atto del defenestramento dell’anarchico Pinelli , dirigeva le fasi dell’interrogatorio in quella stanza del 4° piano della questura milanese. Il direttore de La Stampa, facendo tesoro dell’esperienza di suo padre, avrebbe dovuto impegnarsi nel ricercare sempre la verità con la V maiuscola invece di prestarsi a leccare il culo al padrone di turno e pubblicare articoli di giornalisti ancor più faziosi e leccaculo di lui come Massimo Numa denigratore di chiunque alzi la testa per difendere il propri diritti. Ma se questi direttori di giornali e questi giornalisti possono fare il loro “mestiere”, lo devono alla Costituzione nata dalla Resistenza partigiana che sancisce anche il diritto di cronaca tra i tanti diritti che per lo stesso direttor Calabresi sono carta straccia! Gli antifascisti torinesi non mancheremo mai occasione per ricordaglielo carissimo direttore!

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