martedì 30 marzo 2010

THYSSEN,ROMPERE IL SILENZIO, RILANCIARE LA MOBILITAZIONE!




Processo contro i dirigenti stragisti della Thyssen Krupp, udienza del 26.03. Il collegio difensivo, nella seduta di mercoledì 26 era formato da Audisio, Anglesio, Zaccone (difensore dei dirigenti della Juventus in “Calciopoli”) e Andrea Garaventa che porta in dote anche la difesa di Impregilo/FIBE (impresa notoriamente legata alla FIAT e alla famiglia Agnelli) sulla vicenda degli impianti (CDR) di smaltimento rifiuti in Campania e nei quali ci finiva dentro di tutto. Insomma un pool di “assoluto rispetto” e competenza in materia di difesa di padroni, speculatori, faccendieri e politici in odor di mafia, al quale dobbiamo aggiungere l’Avv. Coppi, assente all’udienza scorsa, difensore di Andreotti. Sono stati ascoltati alcuni testimoni sempre citati dalla difesa tra i quali il Dottor Alleante, dirigente membro del Consiglio Di Amministrazione (GDA) della Thyssen che si occupa degli affari societari e del patrimonio industriale!? A cosa serve la deposizione di questo signore che non conosce minimamente l’azienda per cui lavora, ne tantomeno la linea 5, dove è scoppiato l’incendio? Si tratta soltanto di un altro teste chiamato lì per fare numero e per perdere tempo. Il PM Guariniello infatti “liquida” questo teste facendogli notare proprio la sua scarsa conoscenza dello stabilimento. Nelle aule del Tribunale il processo segue il suo iter, ma all’esterno di quelle mura sembra sia calato il silenzio su una delle più aberranti stragi di operai degli ultimi decenni. Sì, perché al di la delle responsabilità dei dirigenti dell’azienda, da questo processo emergono anche responsabilità soggettive che riguardano enti ed organismi istituzionali (ispettori dell’INPS, membri delle commissioni preposte al controllo della prevenzione incendi e della sicurezza sul lavoro, responsabili degli enti locali in materia di ambiente, etc) e quindi responsabilità dei politici asserviti agli interessi degli industriali i quali ricambiano anche con il sostegno economico alle campagne elettorali. E che dire dei dirigenti dei partiti e dei sindacati che si rifanno alle ragioni della classe operaia e che, di fronte ad uno stabilimento in dismissione che faceva ancora fare agli operai straordinari e i doppi turni, si sono limitati alla denuncia o hanno “semplicemente” rinunciato ad organizzare gli operai alla lotta perché ottenessero la certezza della salvaguardia del loro posto di lavoro e non le briciole da raccogliere con il sangue in uno stabilimento in dismissione e privo di misure di sicurezza adeguate ed aggiornate!? Il misero 2.64% raccolto da PRC e PdCI alle ultime elezioni regionali, è la conseguenza di una politica che mano a mano si è allontanata dagli interessi dei lavoratori!
Tutti possono comprendere quanto sia “scomodo” per i politici di turno e i dirigenti sindacali, occuparsi più a fondo delle vicende che riguardano la strage dei sette operai della Thyssen e che, per ragioni “tecniche” non vengono sollevate nelle aule dei tribunali ma che, proprio in quelle aule dove si tocca ancora con mano la tragedia del 6 dicembre 2007, si riaffacciano alla mente di chiunque abbia una coscienza e senta l’appartenenza alla stessa classe sociale dei sette eroi operai bruciati vivi nello stabilimento Thyssen di Torino. E’ scomodo ma è necessario! Perché non ci debbano più essere operai che muoiono per lavorare e perché chi dovrebbe essere punto di riferimento per i lavoratori li difenda e li sostenga veramente!

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