venerdì 12 marzo 2010

TRE COMPAGNI DEL COLLETTIVO STELLA ROSSA DENUNCIATI, A LORO LA SOLIDARIETA' DI TUTTO IL PROLETARIATO!



Ieri sera, giovedì 11 marzo, circa alle 22:00 tre compagni del collettivo Stella Rossa di Biella, mentre erano intenti ad attacchinare manifesti per il presidio contro la repressione indetto per il giorno successivo, sono stati fermati da due poliziotti in borghese che, a seguito dell’identificazione, hanno contattato la DIGOS che ha deciso di portare i tre compagni in questura. Sono stati trattenuti per diverse ore senza che venisse formalizzata alcuna accusa mentre l’intera DIGOS di Biella, capitanata dall’ispettor Fois, gli sfilava davanti minacciando i compagni con frasi del tipo “o firmate questo verbale o finisce male”. I compagni si sono decisamente rifiutati di firmare e alle 3 di notte, vista anche l’immediata mobilitazione di alcuni compagni fuori dalla questura e le telefonate di protesta, tra cui quella del segretario di Rifondazione Comunista di Biella e del circolo di Cossato, la DIGOS si è vista costretta a rilasciare i compagni commutandogli una multa di circa 100 euro a testa per attacchinaggio abusivo.

Questa ennesima operazione degna della peggiore polizia fascista si inserisce in una campagna intimidatoria che ormai da mesi va avanti contro il Collettivo Stella Rossa, con continui fermi, perquisizioni arbitrarie personali e delle autovetture, culminati con le denuncie di qualche giorno fa nei confronti di Umberto e Valentina colpevoli, secondo i cani da guardia della borghesia, di aver guidato una manifestazione studentesca non autorizzata.

Solo la lotta può spezzare questi attacchi e ritorcerli contro chi li fa. Perché, come dimostrato anche dalla scarcerazione degli antirazzisti torinesi, la mobilitazione può fermare la repressione e costringere i pezzi più o meno sinceramente democratici dei funzionari dello stato, a prendere una posizione chiara a difesa dei diritti sanciti dalla Costituzione e continuamente difesi dalla mobilitazione delle masse popolari, come ad esempio quello della libertà di espressione inserito nella Costituzione per mezzo dell’articolo 21.

Questa campagna intimidatoria, che la DIGOS di Biella sta mettendo in piedi con tutte le sue forze, anche violando le stesse loro regole, denota chiaramente come la borghesia abbia paura dei comunisti quando si organizzano e iniziano a lottare per la ricostruzione del partito della classe operaia, il partito comunista, e la creazione di un sistema senza più sfruttati ne sfruttatori.

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