giovedì 22 aprile 2010

PRESIDIO PER AVNI ER A LA STAMPA DI TORINO


PRESIDIO PER AVNI ER A LA STAMPA DI TORINO

Giovedì 22 aprile gli antifascisti torinesi che da tempo stanno supportando, nella nostra città, la battaglia in sostegno di AVNI ER, il compagno turco al quale, sino ad ora, è stato negato l’asilo politico in Italia, malgrado ne abbia tutti i diritti sanciti dalla Costituzione, hanno fatto un presidio sotto gli uffici della redazione de La Stampa di Torino allo scopo di protestare per il silenzio che uno dei più grandi quotidiani italiani ha fatto calare sulla vicenda. Una delegazione di antifascisti è entrata nella sede della redazione chiedendo di essere ricevuti da un redattore ma al momento pareva che nessuno dei giornalisti fosse disponibile. L’usciere ha telefonato in più uffici e l’unica risposta che i compagni hanno ricevuto è stata della cronista Marina Cassi (che aveva incontrato gli antifascisti alla fine di marzo, in occasione del primo presidio per AVNI, forse inviata da qualche suo dirigente per concedere un contentino e fare cessare la pressione sulla redazione) la quale al telefono affermava che non vi sarebbe stato alcuno spazio per la vicenda di AVNI ER. I compagni le hanno ribadito che si trattava di una questione di vita o di morte e che riguardava il rispetto della Costituzione nata dalla Resistenza partigiana grazie alla quale, anche lor signori direttori o giornalisti possono svolgere il lavoro che svolgono. Marina Cassi rispondeva di non potere fare nulla; al che un compagno le faceva notare come il giornale per cui lei lavora, non sia per nulla sensibile alle questioni dei diritti umani mentre mostra estremo zelo nel santificare i padroni della FIAT e i loro degni servitori. La giornalista Marina Cassi rispondeva confermando la tendenza del quotidiano diretto da Calabresi (degno figliuolo di padre) per poi negare tutto in seguito alla richiesta di conferma delle sue dichiarazioni da parte del compagno con il quale stava interloquendo al telefono.
La delegazione di compagni ha poi raggiunto il presidio per dare la notizia del diniego di incontro con i cronisti aggiungendo che, se AVNI ER fosse espulso dal nostro paese e venisse sottoposto alla tortura e ad un ulteriore processo, uno degli indiretti responsabili sarebbe anche il direttore Calabresi che confermerebbe così, la propensione al disprezzo per la vita umana, di paterno ricordo.
Due anni fa, in occasione di analoghe iniziative per la compagna turca Nazan Ercan, il quotidiano La Stampa aveva mostrato maggiore attenzione sulla vicenda a conferma dell’ulteriore spostamento a destra che il giornale dei padroni per eccellenza ha assunto con il Direttore Calabresi che molto probabilmente sa essere più servile verso i potenti del direttore precedente.

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