mercoledì 30 giugno 2010

Bilancio iniziative per i compagni prigionieri Davide e Luigi.




Nell’ultima sua lettera che il compagno Luigi Giani scriveva dal carcere delle Vallette di Torino, dove si trova prigioniero da più di due mesi dopo essere stato arrestato per gli scontri avvenuti durante lo sgombero dello stabile occupato L’Ostile, annunciava di avere potuto, finalmente, fare il suo primo colloquio. Infatti, Luigi, da più due mesi si trova ancora al padiglione “nuovi giunti”, reparto del carcere con forti restrizioni, nel quale i prigionieri devono restare soltanto per il tempo necessario alle visite mediche per poi essere mandati nei padiglioni con gli altri detenuti. Ai “nuovi giunti”, proprio a causa del fatto che i prigionieri dovrebbero rimanerci per un tempo limitato, non hanno la TV, non possono utilizzare fornellini per cucinare, hanno soltanto tre quarti d’ora d’aria al giorno. I compagni del nostro collettivo, con altri compagni solidali, si sono subito mobilitati per denunciare la situazione di semi-isolamento nella quale il compagno si trova e la negazione dei diritti fondamentali del prigioniero, quali ad esempio i colloqui. Il PM Rainaudo (grande amico di Luciano Moggi e iscritto alla loggia massonica P2) ha inoltre posto, come discriminante per la concessione degli arresti domiciliari al compagno Luigi, l’allontanamento dalla città di Torino nella quale egli ha una casa in affitto e un lavoro fisso. Un vero e proprio provvedimento di confino di stampo fascista.
Sono state fatte due iniziative di denuncia: una davanti al Tribunale distribuendo 800 volantini e megafonando. L’altra proprio davanti al carcere, all’entrata dei colloqui, con volantinaggio e agitazione tra i famigliari dei detenuti che, attendendo ore per riuscire ad entrare, subiscono anche le perquisizioni e l’arroganza dispotica delle guardie addette. In entrambe le occasioni siamo partiti trattando la questione particolare del compagno Luigi (e di Davide anch’egli detenuto per lo stesso motivo, ma che già aveva ottenuto i colloqui con il padre ed era stato spostato dai nuovi giuti) per trattare anche più in generale la situazione disumana e indegna nella quale sono costretti migliaia di prigionieri poveri (perché quelli ricchi trovano sempre il modo di scamparla) nelle carceri della nostra “beneamata” Repubblica. Inoltre abbiamo lanciato l’appello a tutti i compagni per recarsi al Tribunale a chiedere l’autorizzazione per le visite al compagno Luigi, con l’intenzione di sollevare, anche in questo modo, un problema di ordine pubblico all’interno degli uffici addetti che avrebbero immediatamente avvisato il PM Rainaudo, titolare dell’inchiesta contro Luigi e gli altri compagni.
Il 30 giugno l’avvocato Novaro ha presntato un istanza di scarcerazione ed entro pochi giorni sapremo quale sarà la decisione della Corte, sia sulla concessione degli arresti domiciliari connessi alla casa e al lavoro a Torino, sia su quella subordinata al confino di Davide e Luigi.
La mobilitazione dei compagni del CCP e di altri compagni solidali con Luigi e Davide ha sicuramente contribuito a sbloccare una situazione che altrimenti, passando sotto silenzio, avrebbe potuto prolungarsi per tutto il periodo che il massone PM Rainaudo, avrebbe ritenuto opportuno.
Invitiamo quindi tutti i compagni solidali con i compagni in carcere, a non abbassare la guardia e a mobilitarsi per tenere il fiato sul collo alle Autorità competenti, siano esse appartenenti alla magistratura che ai corpi di polizia, perché non possano violare impunemente le loro stesse leggi negando i diritti fondamentali dei prigionieri. La denuncia pubblica delle angherie di questi signori, affiancata alla mobilitazione concreta, sono elementi essenziali della lotta contro la repressione e strumenti efficaci per il sostegno e la liberazione dei compagni caduti nelle mani del nemico.


Collettivo Comunista Piemontese
colcompiemonte@yahoo.it
tel 3476558445

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