giovedì 10 giugno 2010
VOLANTINO UDIENZA PROCESSO THYSSEN DEL 07.06.2010
L’ultima udienza del processo per omicidio volontario, contro i dirigenti stragisti della Thyssen Krupp, ha ribadito, con l’ultimo testimone della difesa, le corresponsabilità generali per la strage dei sette operai di Torino. Corresponsabilità di Istituzioni ed Enti istituzionali (commissioni regionali e comunali, ispettori del lavoro, tecnici e consulenti, Ministeri, ecc…) con i dirigenti della multinazionale tedesca. Da questo processo emergono palesemente i meccanismi economici, politici, giuridici e sociali di un sistema basato sul profitto e sullo sfruttamento di un pugno di ricchi ed opulenti parassiti ai danni di milioni di lavoratori e proletari e delle loro famiglie. Anche la Giustizia è parte integrante di questo sistema perché rappresenta l’apparato giudicante in merito all’applicazione o alla violazione delle leggi e dei regolamenti che reggono il sistema stesso. Il processo contro i dirigenti stragisti della Thyssen Krupp rappresenta, da questo punto di vista, un caso emblematico.
La Dott.ssa Di Bitonto, ultimo testimone della difesa e membro della commissione del Ministero dell’Ambiente che ispezionò la Thyssen nel giugno 2006 per conto del Ministero, non ha fatto altro che proseguire con il metodo della “mera lettura” delle risposte, che altri testi della difesa, prima di lei, avevano utilizzato ampiamente ma che, per ragioni a noi sconosciute, non era stato ravvisato nè dal PM Guariniello, nè dagli avvocati di parte civile e nemmeno dal Presidente della Corte Anna Iannibelli. Per rendere meglio l’idea dell’utilizzo improprio di documenti da parte dei testimoni, riportiamo stralci di un articolo apparso il 12 maggio 2010, sulle pagine web di Zipnews, A firma dell’Avv. Roberto Codebò, dal titolo “Thyssenkrupp: tra supporti alla memoria e deposizioni svuotate”
(…) , la dott.ssa Di Bitonto si è troppo spesso trincerata dietro i “non ricordo”, ricorrendo così ai numerosi documenti che teneva con sé. Sul punto, si entra in una questione assai delicata del processo penale. Recitano infatti i sacri principi del dibattimento che il testimone deve parlare sulla scorta della sua memoria (insomma, raccontare senza leggere); tali principi sono però temperati dalla possibilità che il teste stesso tenga con sé taluni documenti “in supporto alla memoria”. (…) Un tale supporto alla memoria, però non può né deve trasformarsi nella mera lettura delle risposte. Proprio ciò che è accaduto stamattina, con una teste impacciata, trincerata per l’appunto dietro la scarsa memoria dei fatti, intenta a frugare tra le carte in suo possesso dopo ogni domanda rivoltale da pubblici ministeri e avvocati. Scontate le obiezioni dell’accusa. (…) Sul piano tecnico, il peggio che possa accadere in un caso del genere è la sostanziale irrilevanza della deposizione. Dal punto di vista di chi commenta, e vorrebbe suggerire un rimedio, ancora una volta balza agli occhi l’impossibilità di tracciare i confini precisi di una regola: in quale punto finisce il supporto alla memoria, e comincia la mera lettura? In materia, una sola certezza: stamattina, quel punto è stato abbondantemente superato.
Tra regolamenti processuali e loro interpretazioni, tattiche ostruzionistiche degli avvocati, arroganti e offensivi atteggiamenti degli ”imputati eccellenti”, falsi testimoni e compiacenti rappresentanti degli Enti istituzionali, sta per concludersi il primo grado di un processo che viene definito“complesso”da PM, avvocati, parti civili, sindacalisti e giornalisti ma che dal punto di vista di noi lavoratori, è di una mostruosa e inconfutabile semplicità. Si tratta del processo contro la classe di sfruttatori e il loro sistema di sfruttamento, miseria e morte e contro chi, nascondendosi dietro alle leggi e ai regolamenti commissionati dai padroni, ne sancisce la legittimità bollando poi, come illegale, qualsiasi tentativo di contrastarlo e di abbatterlo! Per questo motivo, i proletari invece rivendicano, a fronte della legalità sancita dalle leggi borghesi, la legittimità della loro lotta contro questo sistema e contro chi lo sostiene e lo legittima!
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